Sono passate 13 gare dall’esordio di PREMA in IndyCar e, uscita da Toronto galvanizzata dall’ottavo posto di Callum Ilott, la squadra veneta sembrerebbe aver inserito la marcia giusta per iniziare la scalata verso i vertici della categoria. La gara appena chiusa in Canada ha dimostrato come il team capitanato negli States da Piers Philips e Mario Gargiulo sia riuscito a cavarsela in una situazione più che complicata, uno dei grandi passi necessari per entrare negli automatismi di una categoria che non ha eguali quanto a dinamiche.
LA RIMONTA DAL FONDO DI ILOTT
Dopo il più che buono 12° posto in Qualifica, Ilott si è ritrovato coinvolto nell’incidente scatenato da Jacob Abel all’inizio del 37° giro, danneggiando l’ala anteriore e dovendo riparare ai box per sostituirla. Paradossalmente, questo scenario negativo si è trasformato in un’occasione per il box #90, che con il rabbocco di bioetanolo ha posto Ilott nella stessa finestra strategica dei piloti in gara nelle prime posizioni.
La corsa è ripartita al 41° giro, quando Ilott ha raccolto la bandiera verde in 19^ posizione. Avendo smarcato ad inizio gara le gomme morbide, penalizzate da un fortissimo degrado, l’inglese ha potuto spingere senza pensieri, superando in pista Sting Ray Robb e poi sia Alex Palou che Scott Dixon ai box grazie ad un pit stop posticipato di quattro giri rispetto al duo Chip Ganassi Racing, in sofferenza con la mescola più soffice e, più in generale, colpito ai fianchi da una strategia sbagliata. Uscito dalla pit road al 58° giro forte di un ottimo pit stop, Ilott si è ritrovato direttamente alle spalle della Arrow McLaren di Christian Lundgaard, scavalcato quattro tornate più tardi in uno scambio di posizioni non ripreso dalle telecamere.
In sintesi, tra il 49°ed il 62° passaggio il classe 1998 di Cambridge ha fatto un balzo dal 15° al 12° posto, proseguendo l’azione con il sorpasso riuscito su Conor Daly. La PREMA di Ilott ha poi ufficialmente agguantato la 9^ posizione quando Robb e Malukas hanno messo alle spalle il terzo ed ultimo pit stop, dopo il quale c’è stato ancora tempo di approfittare del lungo di Felix Rosenqvist alla curva tre per mettere le mani sull’8° posto, mantenuto saldamente fino alla bandiera a scacchi.
PIT STOP FINALMENTE OK, RISULTATO GUADAGNATO IN PISTA
La risalita dai bassifondi della classifica alla Top10 è stata eseguita più che bene dal muretto box e Ilott ci ha messo del suo in un weekend positivo per feeling e prestazioni. Oltre a ciò, PREMA non ha sprecato l’occasione eseguendo pit stop efficaci, specialmente l’ultimo. Se Ilott fosse uscito dietro a Palou e Dixon la top10 non sarebbe stata facilmente raggiungibile, pertanto alla squadra italiana va dato atto di aver fatto progressi nelle soste, tasto dolente nei primi mesi di ambientamento in IndyCar.
In gare caotiche e frenetiche come quella di Toronto è facile ritrovarsi improvvisamente davanti o viceversa. In 37 giri la Pace Car è stata protagonista in ben cinque occasioni e la corsa è diventata una sorta di lotteria. Ciò nonostante, la squadra è riuscita a ribaltare le sorti di una domenica che nel groviglio scatenato da Abel sembrava prendere la direzione sbagliata. Il segnale positivo è arrivato specialmente dal fatto che PREMA non abbia approfittato di circostanze fortuite, anzi, trascinata da Ilott ha ripreso in mano la corsa inanellando sorpassi tra pista e pit road. In poche parole, quelle guadagnate da Ilott non sono state posizioni “regalate” da interventi esterni alla corsa stessa, ad eccezione dell’errore di Rosenqvist.
PREMA IN INDYCAR: RENDIMENTO A DUE TEMPI TRA OVALI, CITTADINI E PERMANENTI
Questi lati positivi si aggiungono all’eccellente rendimento di Robert Shwartzman negli ovali. Al di là dell’incredibile Pole nella 500 Miglia di Indianapolis, l’israeliano ha cavalcato l’onda giusta sia a St. Louis che in Iowa, ottenendo due piazzamenti all’interno dei primi dieci classificati. Sembrerebbe quasi che i due lati del box siano complementari: da una parte c’è la #83 di Shwartzman, in forma negli ovali (anche grazie al coinvolgimento chiave di Eric Leichtle, ex Penske), dall’altra la #90 di Ilott, più a suo agio nei cittadini e nei permanenti.
Le ultime quattro gare della IndyCar 2025 saranno importanti per capire se entrambi i piloti avranno modo di ambire a posizioni di rilievo in ogni contesto, sia nei tracciati convenzionali (Laguna Seca e Portland) sia negli ovali (Milwaukee e Nashville). Il tutto in preparazione ad un 2026 che si presume possa offrire il grande salto di qualità dopo una prima stagione di valutazione e comprensione.





