Hulkenberg a podio: il giorno che nessuno si aspettava ma che tutti volevano!

Lug 7, 2025

Piergiuseppe Donadoni

Ci sono momenti in Formula 1 che non hanno bisogno di titoli altisonanti, perché si raccontano da soli. La domenica di Silverstone è stata una di quelle. Mentre Lando Norris vinceva per la prima volta davanti al pubblico di casa e la McLaren festeggiava una doppietta storica, gli occhi e i cuori di molti erano rivolti a un’altra impresa: quella di Nico Hulkenberg, finalmente sul podio dopo 239 Gran Premi.

Sì, 239 gare. Un record, ma non di quelli da celebrare. Prima del via, Hulkenberg era l’uomo con più partenze in F1 senza mai essere salito sul podio. Da oggi, però, quel primato passa ad Adrian Sutil. Nico, invece, entra in una nuova categoria: quella di chi non ha mai smesso di crederci.

Una rimonta che sa di MIRACOLO

Partire 19° a Silverstone, con il cielo grigio e la pista che alterna asciutto e bagnato, di solito significa una cosa: cercare di sopravvivere ma con la speranza che quel giorno sia il tuo. Ed è stato proprio così. La Sauber e Hulkenberg hanno gestito alla perfezione le condizioni variabili, hanno azzeccato ogni scelta ai box, hanno evitato ogni errore. Un qualcosa che gli avversari, soprattutto i top team hanno commesso (tranne la McLaren).

Chi già il sabato, come la Red Bull e quell’assetto ‘Monza spec’ da KO, che si basava su delle previsioni asciutte, cambiate drammaticamente solo qualche ora dopo la qualifica. Chi la domenica, come la Ferrari e la Mercedes, con scelte strategiche e vetture non all’altezza sul bagnato del difficile circuito inglese. Solo Lewis Hamilton ha provato a rompere le uova nel paniere di Nico Hulkenberg, ma quando il sette volte campione del mondo ha iniziato a rimontare negli ultimi giri, Nico ha stretto i denti e ha tenuto duro. Una gara costruita giro dopo giro, come una scalata faticosa ma determinata. E il traguardo, questa volta, non è stato un’illusione: è stato vero. Reale. Meritatissimo.

Un podio che vale una carriera?

A quasi 38 anni, Hulkenberg è diventato il pilota più anziano a conquistare il suo primo podio in Formula 1 dai tempi di George Follmer, nel lontano 1973. Un dettaglio che racconta quanto sia lunga la sua attesa, ma anche quanto sia forte la sua determinazione. In un’epoca in cui tutto corre veloce e i giovani dominano le scene, Nico è la dimostrazione che non è mai troppo tardi, se non smetti mai di provarci. Ma il podio non è stato solo una soddisfazione personale. È stato un momento collettivo, un’esplosione di gioia condivisa per un team che, dall’approdo dapprima di Mattia Binotto, poi di Jonathan Wheatley, ha mostrato importanti segni di ripresa. Le ottime prestazioni degli ultimi GP, ricordando che il futuro team Audi chiuse la stagione 2024 in ultima posizione con soli 4 punti, hanno permesso di issarsi in sesta posizione nel Costruttori, a 18 punti dalla Williams e con 5 punti di vantaggio su Racing Bulls e Aston Martin. Dopo la gara, la squadra svizzera è impazzita di felicità, cantando e ballando nel box sulle note di “Nico’s on fire”. E in mezzo alla festa, c’era anche Mattia Binotto, oggi figura chiave del team, che ha regalato a Nico un sigaro celebrativo, come si fa nelle grandi occasioni.


Forse la parte più bella della giornata, però, è stata la reazione degli altri piloti. Fernando Alonso ha detto senza mezzi termini: “Nico è uno dei migliori in griglia, ma non ha mai avuto l’auto giusta”. Carlos Sainz lo ha inserito tra i cinque migliori della F1, al di là delle classifiche. Persino Max Verstappen, dopo una gara deludente, è corso a congratularsi con lui: “È bello vederlo lì. Se lo merita tutto.” Parole sincere, che mostrano quanto Hulkenberg sia apprezzato nel paddock. Per il talento, certo, ma anche per l’atteggiamento. Mai una polemica, mai un passo fuori posto. Sempre pronto a rimettersi in gioco, anche nei momenti più difficili. Nel fine settimana da record di Silverstone resterà quindi impresso un altro volto: quello del tanto amato pilota tedesco, finalmente sul podio. Un risultato che sembrava impossibile, e che proprio per questo è diventato magico. Per lui, per il team, per chi ama le storie di rivincita.

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