Dopo le prime cinque gare stagionali, si può trarre un bilancio in casa Haas, sesta nel campionato costruttori con 20pt all’attivo. Il team americano ha infatti faticato nel weekend di apertura in Australia, per poi migliorare costantemente fino al Bahrain. Tuttavia, l’ultimo weekend in Arabia Saudita ha catalogato la squadra di Ayao Komatsu come ottava forza in pista. La VF-25 é andata in crisi a causa, principalmente, di due fattori, che avranno l’obbligo di essere risolti in vista di Miami per tornare ad essere competitivi nel midfield.
Il bilancio dopo cinque appuntamenti é positivo, ma non si può trascurare l’ultimo risultato negativo di Jeddah
Dopo una prima tappa stagionale, a Melbourne, da dimenticare, la Haas si è rialzata prepotentemente in Cina, confermando successivamente i progressi anche a Suzuka e in Bahrain. In particolare, in Australia la squadra americana era ultima forza a causa di scelte di set-up completamente errate, che hanno comportato la ricomparsa del bouncing nelle curve ad alta velocità dovuto ad un assetto sospensivo eccessivamente morbido, influenzando specialmente il comportamento della VF-25 con la mescola più morbida, la C5, in qualifica. Con le mescole di una gamma pneumatici più robusta, come le C2-C3-C4 portate da Pirelli a Shanghai, la scuderia guidata da Ayao Komatsu aveva ottenuto, in pista, la settima posizione con Esteban Ocon e la decima posizione con Oliver Bearman. In seguito, Suzuka é stata una tappa fondamentale in quanto il team ha deciso di anticipare gli sviluppi, un fondo ridisegnato, che avrebbero aiutato a correggere i problemi di bouncing che si erano manifestati a Melbourne (curve 9-10). Pirelli aveva deciso di portare la gamma in assoluto più dura, C1-C2-C3 e il weekend giapponese si è rivelato soddisfacente, almeno da una parte del garage: Bearman ha staccato il pass per il Q3 e ha mantenuto la decima posizione in gara, confermando che con una piattaforma più stabile la VF-25 riesce a rimanere nella finestra operativa più a lungo. D’altra parte, il compagno Ocon ha concluso in diciottesima posizione.

Un risultato che è stato condizionato da una qualifica deficitaria, date le ridotte opportunità di sorpasso dello storico circuito nipponico. Successivamente, il circuito del Bahrain, ricco di curve lente e zone stop-and-go ha premiato la Haas, la quale ha concluso in ottava posizione con il pilota francese, finalmente ritrovato, e in decima posizione con l’inglese. A Jeddah, però, la musica é cambiata. Il weekend Saudita è stato caratterizzato dalla gamma di mescole uguale a quella Australiana: C3-C4-C5. In qualifica, Bearman e Ocon hanno concluso la sessione rispettivamente in quindicesima e diciottesima posizione, segno di una comprensione deficitaria della C5 nel giro secco, dove sfruttare il picco di grip é cruciale per avere ottimi riscontri cronometrici. In gara, invece, il pilota inglese ha concluso in tredicesima posizione, mentre Esteban Ocon in quattordicesima, mostrando segni di miglioramento rispetto al sabato.
C’è correlazione tra il tipo di mescola Soft in qualifica e il distacco dai migliori del midfield
Si può affermare che il tallone d’Achille in Qualifica della Haas riguardi l’ottimizzazione del picco di grip della mescola C5 come confermato dal team principal Komatsu: “È in realtà piuttosto difficile ottenere prestazione dalle gomme soft e penso che, come team, abbiamo ancora molto da imparare.” Il team americano dovrà trovare al più presto una soluzione soprattutto osservando ai prossimi tre appuntamenti: Miami, Imola, Monaco. In Florida rimarrà infatti la C5 come gomma soft, mentre nei due appuntamenti europei debutterà addirittura la C6.

Il divario in qualifica rispetto alla vettura migliore di ogni weekend è infatti eloquente: a Melbourne e in Arabia Saudita, con la C5, Haas è risultata più lenta rispettivamente di 0.9s (anche se il risultato australiano è condizionato anche da scelte di set-up errate) e 0.5s. A Shanghai, con la C4 il gap si è ridotto a 0.4s, mentre con la C3 a Suzuka e in Bahrain era rispettivamente di 0.15s e 0.2s.
Il passo gara risulta più influenzato dal tipo di layout che dal tipo di mescola, a differenza della qualifica
Passando alla domenica, osservando tutti gli appuntamenti stagionali, tralasciando il GP di Melbourne per via delle condizioni avverse, nei circuiti veloci come Suzuka e Jeddah il divario dalla prima vettura del midfield si attesta attorno ai 0.3s/giro, mentre in Bahrain, con curve meno veloci, il divario si accorcia a 0.2s/giro. Infine, a Shanghai la Haas è stata addirittura la vettura più veloce, come testimonia la quinta posizione di Ocon (settima in pista), con un vantaggio di circa 0.05s a giro sui primi inseguitori, Williams. Di conseguenza, si può constatare come il passo gara dipenda principalmente dal layout del tracciato, in cui il team a stelle e strisce fatica di più in quelli più veloci, mentre come il passo da qualifica venga influenzato dalla tipologia di mescola, con quelle più morbide risultate le più complicate da cui estrarre performance. Ayala Komatsu si è infatti espresso così dopo l’ultimo appuntamento stagionale, confermando la tesi sopra argomentata: “Penso che a Jeddah abbiamo fatto il massimo che potevamo, ma alla fine non abbiamo avuto il ritmo per segnare dei punti. Credo che il nostro risultato sia giusto per la prestazione che si è vista. Su questo circuito con curve ad alta velocità, purtroppo le nostre prestazioni non erano abbastanza buone. Stiamo lavorando per migliorare l’auto e capire come ottenere prestazioni dagli pneumatici più morbidi, poiché dobbiamo migliorare su questo fronte in vista di Miami.”



