La vera pausa estiva si avvicina ma c’è di mezzo una tappa che può dire e dare tanto: il GP d’Ungheria è una delle tappe più importanti, tecnicamente parlando, perché le vetture migliori eccellono in un mix di bassa, media e alta velocità nel quale è cruciale avere un bilanciamento meccanico ottimale. Non c’è dubbio che una vettura dominante come McLaren – con punti di forza in linea con i fondamentali richiesti a Budapest – potrà offrire una prestazione inavvicinabile per i rivali e il quarto 1-2 di fila metterebbe un ipoteca sul Mondiale piloti con Verstappen già a 81 punti da Oscar Piastri. Zak Brown promette il ‘free to race’ presto: “Vogliamo arrivare in una posizione dove sono solo i nostri due piloti a lottare per il campionato. Penso che sia ora troppo presto. Sembra buono ma sai, abbiamo un buon distacco ma non direi che siamo ancora a quel punto” ha detto il CEO di McLaren domenica scorsa. Se Red Bull e specialmente Mercedes possono aspettarsi un fine settimana difficile all’Hungaroring viste le caratteristiche del tracciato, Ferrari vuole progredire dopo i buoni segnali di Spa-Francorchamps grazie a una migliore comprensione del pacchetto posteriore nuovo nel fine settimana del GP d’Ungheria.
GP Ungheria: Norris favorito su Piastri con livelli di carico maggiori. Ferrari può giocare un ruolo scomodo di seconda forza?
Nel confronto prestazionale tra Piastri e Norris la sorpresa è il passo in avanti costante dell’australiano rispetto ai primi due anni: passare da un 35-11 nei primi due anni in Qualifica a 7-6 dopo aver sofferto molto nell’autunno passato è un traguardo da non poco, specialmente se è compreso un salto di tre decimi rispetto al compagno. Il trend delle ultime due stagioni rivela la maggiore competitività generale di Norris su tracciati da alto carico aerodinamico, mentre Piastri si esprime meglio con meno carico al posteriore; chiaramente non è una regola aurea, come visto in Belgio, e condizioni ed errori nel weekend potranno alterare i favori. “Budapest è una delle più belle per me, per quello che ho fatto lì negli anni passati, ho sempre dei bei ricordi” ha dichiarato Norris, che può essere il favorito qui. La maggioranza di curve a media e bassa velocità dall’altra parte giocano a favore, sulla carta, dei punti di forza di Piastri: solo 22 millesimi hanno diviso la coppia papaya nella qualifica del GP d’Ungheria l’anno scorso quando, grazie a una partenza eccellente, Piastri si aggiudicò la prima vittoria in carriera nel primo vero duello con il compagno di scuderia. Quest’anno i due piloti vestiti di color papaya si trovano in piena lotta per la vittoria del campionato. Sarà questa l’ultima gara prima del ‘free to race’ dopo la pausa estiva?

McLaren si adatta molto bene a tracciati ad alto carico con curvoni ampi a media e bassa velocità, inoltre il degrado termico concentrato sull’asse posteriore in condizioni di gara indubbiamente esalterà le capacità di gestione della MCL39 rispetto ai rivali. Ferrari non vuole tirarsi indietro e l’ottimizzazione della sospensione posteriore potrà permettere di sfruttare più potenziale: nel Paddock c’è la convinzione che nella seconda metà di stagione sarà la SF-25 la principale antagonista della monoposto di Woking, e molto passa dalla capacità di migliorare a media e bassa velocità. L’assetto scelto in Belgio ha accentuato differenze con McLaren nelle curve veloci ma complessivamente la piattaforma aerodinamica è sembrata essere migliore; le perdite di tempo principali sono arrivate nel lento dove manca ancora uno step di grip rispetto a quello che la MCL39 è capace di fare: in particolare, dopo aver ottenuto una maggiore facilità nell’estrazione del giro secco come visto in Belgio, servirà un passo in avanti prestazionale proprio in qualifica. A Budapest torna a farsi vedere in pista anche il Direttore Tecnico, Loic Serra, che seguirà da vicino la seconda uscita della SF-25 aggiornata. Storicamente il GP d’Ungheria ha sempre esaltato Lewis Hamilton che ha le carte per essere un fattore su un tracciato più adatto alle sue caratteristiche e meno a quelle di Leclerc.
GP Ungheria: dopo due mesi si torna su un circuito ad alto carico, ancora rischio pioggia?
Gli appuntamenti in cui sono adottati assetti da medio-alto carico aerodinamico non sono comuni: per la prima volta in più di due mesi, periodo della tripletta Imola – Monaco – Barcellona, le squadre torneranno ad usare le ali più cariche all’Hungaroring. Solo nel rettilineo principale si superano i 300 km/h di velocità massima, un fattore che indubbiamente favorirà McLaren perché il sottile deficit rispetto agli altri top team sopra i 300 km/h avrà un impatto limitato. Inoltre il caldo di venerdì e sabato e la pioggia di domenica (attesa con probabilità vicine al 50%) mettono le basi per assistere ad un weekend dominato in lungo e in largo dal duo papaya. Per Ferrari la sezione delle esse nel settore centrale e le ultime due curve saranno un test importante per determinare il deficit da McLaren in curve dove serve molto grip in appoggio; dall’altra parte la moltitudine di curve a media velocità può essere un fattore positivo per la SF-25. Non sarà da sottovalutare il potenziale di Red Bull, che in un circuito simile come Imola è stata molto competitiva sia il sabato che la domenica. Saranno da valutare anche i nuovi aggiornamenti in arrivo al GP d’Ungheria sulla RB21, dopo che le parti nuove introdotte a Spa sono state promosse da tutto il team.

Indubbiamente la pioggia, che stando alle prime previsioni colpirà il tracciato domenica in tarda mattinata, con probabilità di rovesci in aumento per la giornata di sabato, renderebbe McLaren imprendibile rispetto ai rivali dopo i primi dieci giri quando il vantaggio di gestione della MCL39 inizia ad aumentare esponenzialmente. Inoltre è previsto vento per la maggior parte del fine settimana; specialmente a Silverstone abbiamo visto che Mercedes e Red Bull sono tra le squadre più colpite. Il circuito è noto per la grande evoluzione di pista nel corso del weekend che rende la Q1 uno dei momenti più critici del fine settimana per i top team che non vogliono sprecare due treni di soft nella prima fase di qualifica. Gli altri fattori sono Safety Car e interruzioni simili che su un tracciato così stretto e tecnico non sono rare: in tal caso il tempo perso durante un pit stop si abbasserebbe da 21 secondi a circa la metà. Il rifacimento della zona Paddock e tribuna centrale ha coinvolto anche l’asfalto del rettilineo principale che è stato sostituito insieme a quello della pit lane, ma non avrà effetti sui tempi.



