Pesanti penalità inflitte, tagli di pista ignorati, commissari in pista mentre sopraggiunge una monoposto, una Virtual Safety Car in un momento chiave del finale di gara: al GP Messico sono stati diversi i momenti in cui l’operato della Direzione Gara è finito al centro dell’attenzione, ricevendo critiche dai piloti e dagli addetti ai lavori. La FIA, tra comunicati e dichiarazioni tramite un suo portavoce, ha chiarito i motivi delle decisioni prese in quelle concitate fasi.
Caos al via: auto per prati, ma nessuna penalità
Curva 1 dell’Hermanos Rodriguez si è rivelata ancora una volta teatro di un primo giro caotico. Tra le posizioni di vertice, sono ben tre i piloti ad aver tagliato passando per l’erba: Leclerc, Verstappen e Antonelli. Tutti hanno poi rallentato cercando di riportarsi nella giusta posizione ed evitare delle penalità. La Direzione Gara ha valutato che la condotta dei diretti interessati sia stata corretta, non procedendo con ulteriori indagini o penalità, ma tra i piloti che hanno correttamente approcciato la sequenza fino a curva 3 i malumori sono stati evidenti.
Going four-wide into Turn 1! 😲
We head onboard with Norris, Leclerc, Hamilton, Russell and Verstappen for the frenetic race start 👀#F1 #MexicoGP pic.twitter.com/CkJIB0CZCe
— Formula 1 (@F1) October 27, 2025
Tra i più arrabbiati per il mancato intervento della FIA c’è George Russell, protagonista suo malgrado di un altro episodio analogo durante il duello tra Verstappen e Hamilton: “Faccio fatica a capire come tre piloti possano semplicemente tagliare la prima curva e proseguire. Questo penalizza i piloti che hanno guidato correttamente, e se puoi rischiare tutto senza conseguenze negative, è quello che faranno i piloti. È sempre stato così qui in Messico: gente che taglia la prima curva. Ero frustrato. Poi sono stato sfortunato con Max e Lewis quando si sono scontrati. Max è uscito di pista, è rientrato, io ero all’esterno e ho perso due posizioni. Quindi, alla fine, è stata una giornata davvero pessima“.
La penalità di Hamilton: decisivo il vantaggio ottenuto con il taglio
La beffa per Hamilton è stata quella di ricevere una penalità di 10 secondi dopo aver inutilmente chiesto provvedimenti per i piloti protagonisti di un taglio in curva 1 alla partenza. L’episodio che è risultato decisivo, in negativo, per il suo risultato nel GP Messico è avvenuto al giro 6, quando il sette volte iridato si è trovato a battagliare con l’antico rivale Verstappen tra curva 1 e curva 4. Proprio qui il pilota della Ferrari è andato lungo, tagliando sul prato e rientrando in pista senza percorrere la stretta lingua d’asfalto com’era stato indicato dalla Direzione Gara nelle note precedente il gran premio.
Lewis 🆚 Max 😮💨
There’s minor contact between the pair of them at Turn 1! 💥#F1 #MexicoGP pic.twitter.com/FtUjRlj6Fd
— Formula 1 (@F1) October 26, 2025
Hamilton nel dopogara ha motivato la sua condotta spiegando che in quel punto il grip era minimo e che non sarebbe in ogni caso riuscito a seguire il percorso indicato, accusando poi la Direzione Gara di applicare dei doppi standard nelle proprie decisioni. Il britannico ha spiegato di aver preferito rientrare tagliando sul prato, ma stando attento di farlo nella massima sicurezza per lui e gli altri piloti. Una spiegazione valida anche per gli steward, che però hanno punito Hamilton per un altro motivo sempre legato al taglio di pista.
Ciò che ha portato i commissari a penalizzare Hamilton è legato al vantaggio ottenuto dal britannico con quella manovra: “La vettura 44 ha bloccato i freni, è uscita di pista alla curva 4 e ha utilizzato l’area erbosa per rientrare in direzione della curva 5 – si legge nel comunicato – Poiché il pilota non è stato in grado di seguire il percorso prescritto dal Direttore di Gara lungo la ‘linea gialla’ a causa di un eccesso di velocità, non si ritiene che sia stata commessa alcuna violazione delle Note del Direttore di Gara. Tuttavia, uscendo di pista e tagliando la curva, il pilota ha ottenuto un vantaggio duraturo, sorpassando la vettura 1 e non riuscendo a restituire la posizione in seguito. Pertanto, viene inflitta la penalità standard per l’uscita di pista e l’ottenimento di un vantaggio duraturo“.
Lo scontro sfiorato tra Lawson e i commissari di pista
Un episodio dalle conseguenze potenzialmente terribili è avvenuto al terzo giro, quando Liam Lawson si è visto tagliare la strada tra curva 1 e curva 2 da due commissari di pista, entrati per togliere alcuni detriti persi in occasione della caotica partenza. In F1 esiste un tragico precedente: nel GP Sudafrica 1977, disputato sul circuito di Kyalami, la Shadow di Tom Pryce investì Frederik Jansen van Vuuren ed entrambi persero la vita. Non sorprende che il pilota della Racing Bulls abbia esclamato poco dopo via radio: “Avrei potuto ucciderli!“.

La situazione di Città del Messico è nata da un errore umano, su cui la FIA sta indagando. A riguardo, la Federazione ha spiegato attraverso un comunicato: “A seguito di un incidente in curva 1, la Direzione Gara è stata informata della presenza di detriti in pista all’apice di quella curva. Al terzo giro, i commissari sono stati messi in allerta per entrare in pista e recuperare i detriti una volta che tutte le vetture avessero superato la curva 1. Non appena è diventato evidente che Lawson si era fermato ai box, le istruzioni di inviare i commissari in pista sono state revocate ed è stata esposta una doppia bandiera gialla in quella zona. Stiamo ancora indagando su quanto accaduto dopo quel momento“.
Nessuna condanna per i due commissari, che come per ogni gara sono volontari che svolgono questo ruolo importantissimo per lo svolgimento dei gran premi: “Vorremmo sottolineare il nostro rispetto e apprezzamento per l’OMDAI (l’Organizzazione Messicana dell’Automobilismo), così come per l’Autódromo Hermanos Rodríguez e i loro commissari, che sono volontari e svolgono un ruolo fondamentale per la sicurezza e il successo del nostro sport. La loro professionalità e dedizione sono inestimabili per ogni evento che organizziamo“.
La VSC che ha rovinato la battaglia finale tra Leclerc e Verstappen
Il GP Messico è stato spettacolare e avrebbe potuto avere un finale epico con il duello tra Lecerc e Verstappen per il secondo posto. Purtroppo, quando la battaglia era appena iniziata, lo spettacolo è stato castrato dalla Virtual Safety Car che ha neutralizzato la contesa a due giri dal termine, con la successiva bandiera verde arrivata mentre i primi in classifica avevano solamente mezzo giro ancora da percorrere. Il “colpevole” della VSC è stato Carlos Sainz, finito in testacoda in curva 14 – nella sezione dello stadio – danneggiando il posteriore della sua Williams contro le barriere.
Why the Virtual Safety Car was used on Lap 70 in Mexico… ⚠️⤵️
Carlos Sainz spun and stopped at Turn 14 and the car began smoking, meaning marshals would need to enter the track causing a VSC to be deployed 👇#F1 #MexicoGP pic.twitter.com/WspBSb8Zyz
— Formula 1 (@F1) October 27, 2025
Lo spagnolo dopo l’impatto si è spostato lentamente in una via di fuga tra le barriere, ma ciò non è bastato per evitare la VSC. Un portavoce della FIA ha chiarito perché la Direzione Gara non ha potuto prendere altra decisione: “Sainz è andato in testacoda e si è fermato nella via di fuga all’esterno della curva 14. La sua auto si è fermata in posizione esposta. Successivamente la vettura ha iniziato a fumare e la Direzione Gara ha ricevuto notifiche di incendio, rendendo chiaro che sarebbe stato necessario l’intervento dei commissari per il recupero. Come da procedura standard quando i commissari vengono impiegati per recuperare una vettura, la gara viene neutralizzata; in questo caso, è stata attivata una Virtual Safety Car finché la vettura non è stata spostata in una posizione sicura dietro le barriere. La VSC si è conclusa non appena la vettura si è trovata in una posizione protetta e la gara si è conclusa con bandiera verde“.
Come si vede dal video qui sopra, in questo caso sembra che per la decisione si sia ecceduto con la cautela, considerando la posizione in cui era ferma la Williams e che la visibilità era comunque più che discreta in un tratto in cui la velocità è già normalmente ridotta. Tra chi non ha apprezzato la decisione c’è Jacques Villeneuve che, ai microfoni di Sky F1 UK, ha commentato: “Imbarazzante la Virtual Safety Car in pista. La macchina era completamente fuori pista, fuori traiettoria, nel punto più lento del tracciato. Non c’era motivo di farlo a due giri dalla fine. Ci sono così tanti milioni di persone che guardano la gara, bisogna tenere conto anche di questo“.
Verstappen: dal possibile stop di un turno a una situazione più serena
Una gara così caotica poteva avere conseguenze pesanti per Verstappen, non solo per l’ottava posizione in cui si è ritrovato dopo il suo pit stop. Il pilota della Red Bull ha vissuto l’estate sull’orlo della sospensione per una gara a causa dei punti di penalità ricevuti sulla Superlicenza, fermandosi a 11 sui 12 che portano allo stop per un gran premio e scesi a 9 alla vigilia della gara all’Hermanos Rodriguez.

In Messico, almeno secondo Leclerc, avrebbe potuto raggiungere la fatidica quota 12. Secondo il ferrarista, infatti, Verstappen alle sue spalle non aveva rallentato a sufficienza nella sezione dello stadio dove era ferma la vettura di Sainz: “Max, questo è troppo – ha detto il monegasco via radio al suo ingegnere di pista Bryan Bozzi – È una penalità che prenderà sicuramente. Devi segnalarlo“. Il monegasco in quelle fasi temeva che, tolta la VSC, l’olandese potesse attaccarlo subito e togliergli in extremis la seconda posizione.
Non rallentare a sufficienza per doppia bandiera gialla è un’infrazione grave e, per una situazione analoga, lo scorso anno in Qatar Norris aveva ricevuto 3 punti di penalità, esattamente quelli che separavano Verstappen dalla squalifica. A riguardo non c’è stata nessuna investigazione da parte degli steward e ora il quattro volte iridato può tirare un sospiro di sollievo: prima del GP Belgio scadranno infatti i 2 punti ricevuti lo scorso anno in Messico per le manovre su Norris e il punto ricevuto nella Sprint di Interlagos per un’infrazione in regime di Safety Car. Verstappen scende così a quota 6 e può affrontare con più tranquillità gli ultimi quattro gran premi dell’anno, decisivi per l’assegnazione del titolo.



