Ferrari: la SF-25 prende vita a Monaco, ecco dove guadagna sui rivali

Mag 24, 2025

Andrea Vergani

La prestazione di Ferrari nel venerdì del GP di Monaco fa sognare i tifosi: dopo un solo podio nelle prime sette gare, il weekend del Principato non è solo un’occasione per alzare la testa ma potrà inserire la SF-25 tra le vetture vincenti della stagione 2025. È ancora molto presto perché oltre alle solite incognite tra venerdì e sabato, il formato del doppio pit stop obbligatorio potrebbe rendere più strano un Gran Premio già molto particolare. Le prodezze di Charles Leclerc nel corso della prima giornata di azione nel Principato hanno ricordato l’inizio del fine settimana dell’anno scorso: nessuno come il pilota di casa riesce a trovare immediatamente il limite tra le strade più famose del calendario. Qualunque fosse la mescola che usavamo, mi sentivo abbastanza a mio agio” ha dichiarato l’eroe di casa ieri sera. Nonostante ciò McLaren non è lontana e l’ottima MCL39 si è confermata buona anche a Montecarlo. Le incognite al momento restano Red Bull e Mercedes: Russell e Antonelli hanno fatto fatica ad estrarre il grip dagli pneumatici e la W16 non è entrata in finestra in nessuna parte delle due sessioni, mentre Red Bull ha preso una strada di assetto sbagliata dopo le prime libere ma conta di essere almeno in lotta in Q3. 

Ferrari: l’assenza di compromessi permette di sbloccare il potenziale, e la C6 stavolta aiuta la SF-25?

Nelle prime sette gare c’è stata una forte correlazione tra il passo della Ferrari e la necessità di scendere a compromessi con l’assetto per via della presenza di un’ampia gamma di curve. Lo ha confermato Jerome D’Ambrosioprima dell’inizio del weekend: “Quando pensi a curve lente e veloci dipende dal setup e dalla velocità media nel giro. Se hai lunghi rettilinei sono richiesti dei compromessi, qui meno. Qui può esserci meno difficoltà”. A Monaco le impostazioni sono studiate per massimizzare la velocità nelle curve a media e bassa velocità e questo ha permesso di sbloccare il potenziale della SF-25 almeno al venerdì. Questo non nasconde le carenze evidenti della monoposto italiana al posteriore, ma il tempo perso è minore nei tratti più ostici del settore centrale: la zona del tornante dell’hotel e la Chicane del Porto sono le sezioni che hanno messo in maggiore difficoltà Charles Leclerc e Lewis Hamilton nell’ultima fase di frenata. Tra il monegasco e Piastri ci sono due decimi di differenza solo in quelle due curve. Dall’altra parte la SF-25 è stata molto competitiva in curva 1 e al Tabaccaio, specialmente nelle mani di Leclerc; inoltre lo stile di guida del monegasco privilegia l’uscita di curva dove nell’arco del giro guadagna molto su Piastri nonostante un posteriore più debole. Infine c’è da sottolineare un delta di un decimo e mezzo a favore della Rossa nei (pochi) tratti sopra i 250 km/h, ma non risultano grandi differenze in termini di modalità motore. 

La bontà della Rossa nei tratti a media velocità del circuito non sorprende e può essere indice di un assetto più rigido per contrastare la costruzione meno stabile della mescola più morbida a disposizione che in altre occasioni ha dato alcuni grattacapi agli ingegneri. Se settimana scorsa Ferrari ha deluso proprio quando ha montato la C6 Pirelli, almeno ieri si è visto un comportamento diverso. Tutto questo ovviamente dovrà essere confermato nel Q3 di oggi quando sarà necessario estrarre il 100% dagli pneumatici. In termini di impostazioni Ferrari può correre ad un’altezza più in linea con gli avversari tra le strade del Principato perché, per la natura del circuito, in particolare dell’asfalto molto sconnesso e dei cordoli alti, porta tutti ad alzare la macchina. Inoltre l’assenza di curve veloci ha una conseguenza diretta sull’usura del pattino. Anche Marko ha rivelato questo dettaglio dopo aver indicato Ferrari come la favorita per domani: “Per loro questo circuito non fa molta differenza rispetto all’altezza da terra che utilizzano normalmente. Scelgono sempre più o meno la stessa”.

Red Bull è stata protagonista in negativo perché Max Verstappen non è stato a suo agio nella seconda sessione di giornata: sia l’olandese che Helmut Marko hanno sottolineato come la direzione intrapresa tra FP1 e FP2 fosse sbagliata e abbia generato sottosterzo al campione del mondo in carica. “Le FP1 sono andate bene, le FP2 abbiamo cambiato alcune cose che non hanno portato i risultati che ci aspettavamo. Abbiamo avuto sottosterzo, e in particolare su questo circuito sottosterzo e Verstappen non vanno d’accordo”. Nel giro più veloce la RB21 numero 1 paga sette decimi tra primo e secondo settore rispetto a Ferrari senza dare segni di vita. Ad ogni modo dal box Red Bull c’è fiducia in vista di oggi e domani nella caccia a McLaren: “Credo che possiamo stare davanti alle McLaren e questo è ciò che dobbiamo fare”, ha ammesso Marko. 

In vista della gara c’è incertezza sulle strategie. Russell: “stare tra i primi tre in Qualifica potrebbe essere meno fondamentale del solito”

La nuova regola studiata per il GP di Monaco ha fatto molto discutere e lascia aperte molte possibilità nonostante l’impossibilità di superare in gara. Lo ha dichiarato George Russell dopo un venerdì molto negativo in casa Mercedes, che ha scelto di utilizzare la vecchia sospensione posteriore: “Ci sono evidenti miglioramenti che possiamo fare durante la notte con la macchina e abbiamo alcune idee su come portare le gomme in una finestra migliore per il giro singolo. Tuttavia essere tra i primi tre dopo le qualifiche potrebbe non essere così fondamentale come negli anni passati”. Come spesso accade qui le strategie del midfield influenzeranno le scelte che faranno i top team e dalla giornata di ieri potremmo avere qualche indizio in più: in seguito alla penalità di dieci posizioni in griglia, Oliver Bearman probabilmente partirà in ultima posizione cercando di rimontare e un pit stop nella primissima fase può favorire un undercut ideale. Ad ogni modo alla prima sosta di un qualsiasi pilota delle retrovie risponderanno in molti per tenere la track position mentre altri aspetteranno la prima Safety Car della gara per fermarsi ‘gratuitamente’, momento nel quale chi ha fatto la prima sosta potrebbe smarcare il secondo pit stop e tentare un all-in.

L’unico antidoto alla lotteria delle strategie sarà un’ottima posizione di partenza per entrambi i piloti di una stessa scuderia: il ‘best case scenario’ sarebbe un 1-2 in Qualifica, qualcosa a cui possono ambire Ferrari e McLaren per utilizzare il secondo pilota come tappo per creare una finestra di pit stop utile al primo e viceversa. Per questo motivo la Qualifica ‘di squadra’ sarà ancora più importante rispetto agli altri anni. Oscar Piastri e Lando Norris hanno fatto vedere lampi molto buoni nel corso della giornata ma spesso è mancata la consistenza giro dopo giro: specialmente Norris dovrà limitare gli errori in Q3 che quest’anno sono stati frequenti. Dall’altra parte se sulle prestazioni di Charles Leclerc ci sono pochi dubbi, anche Lewis Hamilton ha dato prova di trovarsi a suo agio sulla SF-25 in diversi frangenti di FP1 e FP2. Le FP3 daranno le prime indicazioni sul lavoro svolto nella notte, con Ferrari e McLaren favorite e Red Bull da tenere d’occhio.

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