È passato qualche mese dai festeggiamenti per il titolo costruttori 2024 e, per quanto in casa McLaren si stiano già preparando a replicare – aggiungendo anche l’iride piloti – c’è un aspetto a cui già allora il team principal Andrea Stella aveva dato particolare importanza: il compito di Rob Marshall. Diciassette anni in Red Bull prima di unirsi al team di Woking, Marshall ha impressionato Stella sin dai primi momenti in fabbrica: “l’intero team è rimasto colpito dalle sue capacità, probabilmente più di quanto ci aspettassimo”. Le sensazioni non sono certo mutate anche in questo 2025, dove la creatura dell’ingegnere britannico – la MCL39 – è vera mattatrice del campionato con ben 11 successi su 14 GP disputati.

A celebrare Marshall ci ha pensato anche chi con lui ha condiviso anni di successi in Red Bull, Dan Fellows. “L’abbiamo sempre chiamato Zio Rob – racconta l’ex direttore tecnico dell’Aston Martin al podcast James Allen on F1 – è davvero una bella persona. Non ha secondi fini quando ti parla e non gli piace fare politica”. “C’è un aspetto, in particolare, che vorrei sottolineare – spiega Fellows – con questi regolamenti è molto importante riuscire a sviluppare una monoposto nella quale ci sia uno stretto legame tra aerodinamica e meccanica del veicolo. In sostanza è molto importante che le sospensioni si integrino perfettamente con l’aerodinamica. E Rob è esattamente la persona che può aiutare un team a colmare il divario tra i vari reparti”.
LA CREATIVITÀ DI MARSHALL DIETRO ALLE SOSPENSIONI DA PRIMATO DELLA MCLAREN
Ma non è tutto. “Marshall è sicuramente un grande innovatore. Quando la monoposto ha un problema, specie se si tratta di una difficoltà di natura meccanica, Rob non cerca soluzioni convenzionali. Sa usare la creatività, ed è molto bravo ad applicarla a questi ambiti. Basti pensare alle sospensioni, non dico che siano esclusivamente frutto delle sue idee, ma sicuramente c’è la sua firma”. E, in effetti, le sospensioni sono uno dei “segreti” della MCL39, con la monoposto di Woking in grado di trovare un eccellente equilibrio tra un assetto “morbido”, che le garantisce una buona competitività nei tratti lenti, ed uno sufficientemente rigido per essere veloce anche nelle curve ad alta percorrenza. Una differenza importante rispetto ad altre scuderie che, scegliendo consapevolmente di prendere meno rischi rispetto ad un progetto estremo come quello di McLaren, si ritrovano oggi costrette a rincorrere la monoposto papaya.

IL PIANO DI AGGIORNAMENTI DELLA MCLAREN: PERCHÉ A WOKING VANNO CON CALMA
Ad impressionare Fellows è poi la costanza – anche in termini di risultati positivi – con cui la McLaren ha introdotto aggiornamenti in pista. Un approccio, quello del team di Woking, in cui si è preferito seguire un piano generale di aggiornamenti piuttosto che ricercare – con gli annessi rischi – guadagni immediati. In tal senso in McLaren si è scelto di seguire un metodo prudente, come peraltro emerso chiaramente con la nuova ala anteriore: la componente è stata per la prima volta introdotta durante le libere di Montreal ma Norris e Piastri hanno dovuto attendere fino al GP d’Austria per poterne beneficiare in gara. “Trovo molto interessante come siano riusciti ad attenersi al piano di novità che avevano varato ad inizio anno – spiega Fellows – hanno scelto una determinata filosofia su come migliorare la vettura e l’hanno portata avanti gradualmente, guadagnando progressivamente performance. Per esperienza personale so quanto sia difficile portare novità che funzionano con questi regolamenti ma sembra che loro siano sempre in grado di farlo”.

Foto: Enrico Ghidini
FELLOWS: MCLAREN UN TEAM CLIENTE? ORMAI NON È PIÙ RILEVANTE
“Ormai il fatto che siano un team cliente non è più rilevante – ammette in conclusione Fellows – hanno una power unit, quella Mercedes, che non è male, ma per il resto sono loro ad occuparsi della monoposto così da renderla vincente”. Una circostanza che è emersa con forza se solo si pensa che proprio Mercedes, dopo diversi risultati negativi, in Ungheria ha scelto di compiere un passo indietro, tornando alla precedente specifica di sospensione posteriore con cui aveva iniziato il campionato. Una vera e propria bocciatura degli sviluppi, circostanza a cui, sinora, dalle parti di Woking non hanno mai avuto a che fare.



