Analisi: Il potenziale Ferrari è reale? McLaren a due facce, Verstappen male sul passo

Ott 25, 2025

Andrea Vergani

Con una sola sessione di libere effettuata – così come Norris, Hamilton e Russell – Verstappen è stato il più veloce del venerdì a bordo della Red Bull. Il weekend del GP del Messico si corre a più di 2200 metri di altitudine ma la pressione è altissima: l’olandese non può sbagliare nulla, mentre il duo McLaren deve avere gli occhi puntati su due rivali diversi oltre che su se stessi: come è stato sottolineato prima del fine settimana, l’esecuzione sarà la chiave e i distacchi ridotti visti nelle FP2 lo certificano. Le seconde libere hanno, inoltre, dato due immagini sostanzialmente diverse su basso e alto carburante rispettivamente: nel giro singolo nessuno si è avvicinato al tempo di Verstappen, nato specialmente nel settore centrale dove è messo alla prova il livello di carico e bilanciamento ad alta velocità, al contrario nelle simulazioni di gara sul finale della sessione il passo di Norris su soft è stato irraggiungibile per tutti, anche da parte di Piastri che ha mostrato qualche difficoltà che ricorda vecchi punti deboli dell’australiano. Il venerdì ha lasciato l’impressione che nella lotta tra Verstappen e le McLaren non è esclusa la partecipazione di Ferrari o Mercedes, ma l’evoluzione della pista potrà giocare un ruolo importante in qualifica.

McLaren molto diversa tra giro secco e sim gara? Piastri ancora in difficoltà, continua il momento no

La classifica finale non sorride ai due capolista della classifica piloti: Norris ha concluso in quarta posizione, Piastri solamente in tredicesima. La MCL39 è in difficoltà sul giro secco? Le telemetrie rivelano come la differenza tra Verstappen e Norris nel primo settore sia minima e attribuibile alla migliore resistenza all’avanzamento della RB21; nel secondo settore l’olandese fa la differenza in uscita del tornante di curva 6 anche per via di una piccola sbavatura di Norris. Nella seconda parte del miglior giro dell’inglese si vedono altri errori – in particolare nelle esse e nella zona dello stadio – anche per via della vita della mescola: la C5 dell’inglese aveva già effettuato un giro lanciato. Il potenziale della McLaren è più difficile da estrarre in queste condizioni, ma la vettura aveva la velocità per competere con Red Bull. “È solo una questione di bilanciamento della vettura, è un po’ instabile. È la stessa cosa delle ultime settimane, al momento abbiamo difficoltà solo sul giro secco”, ha dichiarato Norris. La qualifica di oggi sarà giocata sulla capacità di estrarre il massimo dalle rispettive vetture. Il carico della MCL39 nel settore centrale, un tratto dove è difficilissimo essere competitivi per via della rarefazione dell’aria, potrà fare la differenza. 

Le simulazioni di passo gara non hanno nascosto la superiorità McLaren, ma non sono da escludere alcuni fattori: nessuno si è avvicinato al long run di Norris sulla mescola più morbida, infatti il più vicino è stato Piastri a sei decimi a parità di mescola. L’australiano ha sofferto per tutta la durata della sessione con il secondo settore e in particolare il complicato Snake; l’eccessivo utilizzo della gomma per limitare le perdite lì comporta un calo di competitività nel terzo settore, e questo si verifica sul giro secco – definito “abbastanza modesto” da Piastri – ma anche nei giri con alto carico di carburante. Gli altri team hanno scelto di utilizzare principalmente la mescola media per le rispettive simulazioni di gara e, con poco grip in pista, può essere stato un fattore significativo: Mercedes e Ferrari (con Russell e Leclerc) sono stati a circa sei decimi da McLaren e qualche decimo davanti a Red Bull. “Sulla media il long run non è stato eccezionale ed è il problema principale dove sembriamo avere molte difficoltà. Questo ovviamente ci preoccupa per la gara. Il bilanciamento non era assente, semplicemente non c’era grip, ha commentato Verstappen. 

In qualità di ‘Head of Racing’, Gianpiero Lambiase ha aggiunto dei dettagli sulle difficoltà riscontrate da Red Bull: “La temperatura dell’asfalto appena inferiore ai 50 gradi ci sta rendendo la vita molto difficile, sia per quanto riguarda il raffreddamento del PU e dei freni, sia per quanto riguarda gli pneumatici”, ha detto. “La sfida su cui stiamo lavorando al momento è proprio quella di trovare la giusta combinazione tra temperatura interna e temperatura superficiale degli pneumatici. Riteniamo di non essere ancora soddisfatti del degrado degli pneumatici e del loro controllo termico”. Nelle gare più calde della stagione si è visto quanto è cresciuto il vantaggio McLaren il giorno della gara: un miglior raffreddamento dei componenti della Power Unit è uno degli aspetti che conferiscono un vantaggio, così come la gestione degli pneumatici con temperature di asfalto alte. Le seconde libere in Città del Messico hanno confermato il vantaggio, ma in gara ci saranno altre variabili importanti: tra queste, la track position.

Ferrari: SF-25 buona nel giro secco, ma il potenziale va confermato domani

Un decimo e mezzo ha diviso Max Verstappen e Charles Leclerc nelle FP2 del GP del Messico, un gap nato principalmente nel secondo settore dove il monegasco ha subito un ritardo di 127 millesimi dal tempo di 29.896 del numero 1. Dalla telemetria è evidente come questo deficit nasca nella prima parte del settore, specialmente nel tornante di curva 6: nonostante lo short-shift di Leclerc in seconda marcia per provare a ottenere una migliore rotazione, in uscita la RB21 guadagna quasi un decimo. Nello stesso tratto Hamilton si avvicina al riferimento di Verstappen senza l’utilizzo della seconda marcia, un dettaglio che potrebbe essere utile per limitare la perdita. Anche nella lenta chicane del primo settore Verstappen è più veloce, a conferma dei passi avanti di Red Bull in quest’area ma anche delle limitazioni della monoposto di Maranello, e riesce a contrastare la migliore velocità di punta della SF-25 nei due rettilinei adiacenti. La Rossa ha un buon comportamento nello Snake e nel terzo settore, dove Leclerc è autore del miglior tempo. Hamilton ha pagato un distacco di un decimo dal compagno nonostante una scia positiva nel primo settore; principalmente l’inglese dovrà lavorare per mantenere le gomme in buono stato per tutto il giro. 

I long run hanno visto due programmi leggermente diversi tra i due piloti: Leclerc ha spinto immediatamente sulla gomma e ne ha pagato dazio nei giri finali, dove è aumentato il LiCo e anche il traffico, mentre a Hamilton è stato richiesto di stare dietro Antonelli per tutto lo stint e i tempi non sono stati molto competitivi. Tutto sommato si può parlare di una buona Ferrari complessivamente, più nel giro secco che nelle simulazioni di passo gara dove c’è ancora qualcosa da correggere, alla luce di quanto mostrato visivamente e cronometricamente dalla SF-25 nella seconda sessione del GP del Messico. Lo step più importante sarà quello di confermare il potenziale mostrato per restare attaccati al gruppo di testa e avere le carte a disposizione per competere per il podio: la telemetria non da prova di differenze di Power Unit con altri team, ieri la velocità pura in simulazione di qualifica non era merito di scelte aggressive di quel tipo. Red Bull ci ha abituati a grandi passi in avanti tra venerdì e sabato, ed è ciò che servirà per sfidare McLaren; nel caso opposto Ferrari, con Mercedes, potrà essere della partita e lottare per un podio.

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