Se nella pausa estiva avevamo parlato di una McLaren che aveva dimostrato di essere la miglior forza in campo senza però capitalizzare al massimo il proprio potenziale, con le ultime quattro gare questo trend è cambiato. Nelle tappe che si sono disputate fra Zandvoort e Singapore, la scuderia di Woking si è confermata sì prima forza, ma in questo caso ha massimizzato i risultati in pista nella maggioranza delle occasioni. Grazie a questo scenario, la brigata capitanata da Zak Brown e Andrea Stella ha preso lo scettro della classifica costruttori. Al tempo stesso, Lando Norris si è rilanciato sul fronte piloti, lasciando aperto lo spiraglio di un ribaltone mondiale.
Dalla prova di forza in Olanda agli interrogativi post Monza
La prima prova di forza targata McLaren è arrivata in quel di Zandvoort, con un fine settimana magistrale da parte del team, che ha soddisfatto le premesse della vigilia. L’Orange Army non ha intimidito Lando Norris che, seppur dopo un avvio di gara incerto, ha vinto davanti a Max Verstappen. Il padrone di casa nulla ha potuto di fronte alla superiorità del ritmo della MCL38 del britannico. La brutta partenza è stata uno dei pochi nei di quel weekend, quantomeno dal lato box di Norris. In Olanda, infatti, Oscar Piastri ha pagato l’aria sporca che non gli ha permesso di mantenere lo stesso ritmo del compagno. Un fattore che si è rivisto in altre occasioni e che sembra essere uno dei pochi fattori che può patire quella che tuttora è la miglior vettura in griglia. Il weekend più negativo per la McLaren fra quelli dell’ultimo quartetto è stato l’appuntamento di Monza. Al GP d’Italia infatti, dopo aver monopolizzato la prima fila al sabato, il team britannico ha visto una Ferrari dimostrarsi superiore su tutti i fronti in gara. La scelta strategica della singola sosta, appaiata alla perfetta gestione gomme di Leclerc, ha portato al trionfo la scuderia di Maranello. Quella che è suonata come una sconfitta è arrivata dopo una gara che ha messo in luce qualche imperfezione nella gestione della partenza da parte dei due piloti.

Con Baku e Singapore la McLaren ne conquista tre su quattro
Ed è così che dopo l’appuntamento brianzolo l’interrogativo comune del paddock è stato legato al cosa fossero le ‘Papaya Rules’ menzionate in radio nel corso della gara. La tematica, connessa al cosiddetto ‘portare a casa le macchine’, è durata però ben poco, giusto il tempo di tornare in pista a Baku. Il round in Azerbaijan è stato forse quello che ha più risaltato il dualismo McLaren-Ferrari per il ruolo di prima forza. Dopo la pole di Leclerc su un circuito che può considerare suo territorio, la scuderia di Woking ha messo in pista il massimo del potenziale in gara, non prima però del disappunto di Norris in qualifica per via di un’eliminazione in Q1 causata da una bandiera rossa. La gara è stata però storia a sé. Dopo le difficolta in Olanda con aria sporca, la McLaren ha instradato una via migliore della Ferrari in termini di strategia e timing della sosta, permettendo a Piastri di prendere le redini della corsa. Una gara che lo stesso australiano ha definito la migliore della carriera, dopo la resistenza impeccabile alla pressione del monegasco della Ferrari. Un risultato particolarmente sentito in casa McLaren, visto che a valle del weekend azero è arrivato l’atteso sorpasso sulla Red Bull in classifica costruttori. Un fine settimana dopo il quale la McLaren ha superato indenne lo scoglio del caso legato alla flessibilità dell’ala posteriore, emerso proprio in gara a Baku. Un tema che ha suscitato non pochi dissapori all’interno del paddock, sciolti poi con la disponibilità offerta alla Federazione da parte della scuderia britannica.

Se in Azerbaijan la McLaren ha dimostrato di aver compiuto passi avanti sul fronte della gestione gara, in quel di Singapore il team ha messo in pista la costanza necessaria per mettere in chiaro chi, ad oggi, sia la miglior forza in campo. Dopo un inizio weekend caratterizzato dal testa a testa fra Norris e Leclerc, quest’ultimo è sprofondato insieme al ritmo della Ferrari al sabato, spianando la strada a quello che è stato il dominio più evidente della stagione. I quasi 23 secondi con cui il britannico ha chiuso la gara a Marina Bay hanno messo in luce la superiorità del pacchetto McLaren-Norris in questo frangente della stagione. Il britannico, che in estate era stato scalfito più volte dall’inesperienza di chi non aveva mai lottato in testa, a Singapore ha corso sui binari. Siamo arrivati così ad una sosta autunnale che vede Lando a 52 lunghezze da un Verstappen non così al sicuro come poteva dirsi fino a qualche settimana fa.

Guardando ai valori in campo, la scuderia capitanata dal duo Brown-Stella è quella che, fra i top, ha mantenuto il ruolo di conferma. La McLaren si è anzi resa protagonista di ulteriori passi avanti nel confronto con Red Bull, che prima della pausa manteneva un leggero vantaggio sul giro secco nell’ordine dei centesimi. Nelle ultime quattro gare, il team Campione del mondo paga invece più di due decimi in qualifica (+0.230s) nei confronti dell’attuale leader. Una supremazia che resta anche sul fronte gara, dal momento che prima della sosta estiva il vantaggio era mediamente sul decimo e mezzo sulla Red Bull. Nelle ultime quattro gare invece, il valore medio è salito a quasi tre decimi e mezzo, mentre la Ferrari è diventata la seconda forza su questo fronte, pagando in media poco più di un decimo (escludendo Singapore per via del traffico). Con lo scenario prefigurato dopo gli ultimi quattro appuntamenti, è complicato immaginarsi un ribaltone in testa alla classifica costruttori. I valori in campo spesso modificati nel corso della stagione, non chiudono però tutti gli scenari, considerando anche che ad Austin le scuderie introdurranno gli ultimi aggiornamenti della stagione. In ogni caso la McLaren affronta la pausa autunnale con la consapevolezza di disporre del pacchetto migliore e di aver incanalato, gara dopo gara, un percorso di maturazione sia sul fronte tecnico, che sportivo-gestionale.



