Quello a cui il mondo intero ha assistito la scorsa domenica in quel di Interlagos, è un assoluto capolavoro firmato Max Verstappen. Una rimonta in condizioni costantemente sul filo del rasoio, che ha fatto riemergere alcune storiche imprese del passato. Il team principal della Red Bull, Christian Horner, ha sottolineato quanto fosse un’impresa quasi impossibile da auspicare persino nel migliore degli scenari. Il bottino accumulato in classifica dal pilota olandese su Norris gli ha consegnato le chiavi della quarta Iride. Horner ha poi aggiunto come la performance messa in pista dal team permetta di lasciare aperta la partita anche per il titolo costruttori, sebbene lo zero di Sergio Perez abbia pesato in quest’ottica.
Horner e la telefonata di Ecclestone: “Verstappen uno dei più grandi di sempre”
“È stata una masterclass da parte di Max,” ha commentato il team principal della Red Bull nel descrivere l’impresa del suo pilota di punta. “In condizioni così difficili, ha rimontato dal 17° posto con pazienza e al tempo stesso spirito d’attacco. Il primo giro è stato eccezionale, credo abbia superato sei vetture. Vincere da così dietro non era immaginabile neppure nei nostri sogni più profondi.” Un’impresa figlia del perfetto bilanciamento fra esperienza e talento proprio di Max Verstappen, in una gara in cui anche il team ha avuto un ruolo importante, fra vettura e chiamate corrette. “Avevamo una grande macchina,” ha affermato dopo la gara. “Penso sia la testimonianza del duro lavoro che si sta svolgendo dietro le quinte a Milton Keynes. Abbiamo avuto un periodo difficile, ma tutti hanno lavorato duramente per tornare in una posizione vincente. Max ha sfruttato la macchina al massimo.” Poche ore prima del GP del Brasile, sul tracciato di Interlagos è andato in scena un suggestivo omaggio ad Ayrton Senna, con Lewis Hamilton che ha portato in pista la McLaren guidata dal brasiliano nel 1990. Forse un preludio di ciò a cui avremmo assistito nella gara immediatamente successiva, con Max Verstappen che si è reso protagonista di un’impresa che non può non finire negli annali di storia della F1. “Penso sia difficile fare confronti generazionali,” ha dichiarato Horner. “Ma dopo la gara mi ha chiamato Bernie Ecclestone e mi ha detto: ‘ho visto tutti i grandi, ma questo è uno dei migliori che abbia mai visto’. Dal momento che lui è un po’ più grande di me e ha visto un po’ di me, rende grande merito se detto da uno come lui.”
Sulla bandiera rossa: “la sfortuna del mattino è diventata fortuna al pomeriggio”
Gli episodi della corsa in Brasile sono stati senz’altro una delle chiavi che ha permesso a Verstappen di completare la sua rimonta. Fra questi prevale la bandiera rossa esposta dopo l’incidente della Williams di Colapinto in regime di Safety Car. Poco prima, in seguito alla Virtual Safety Car provocata da Hulkenberg, Norris era rientrato per montare un nuovo set di Intermedie, una strada non perseguita invece dalla Red Bull, che ha lasciato proseguire il suo pilota di punta. “Ovviamente abbiamo visto in che direzione stava andando il meteo,” ha dichiarato Horner in merito alla chiamata del muretto. “Ma in quel momento le gomme da bagnato hanno ricominciato a performare. Quindi la differenza tra un nuovo set di Intermedie e quello già in macchina era davvero trascurabile. Ecco perché abbiamo deciso di continuare in pista più a lungo. E poi alla fine tutto si è risolto a nostro favore.” Una decisione che è andata dunque nel verso del pilota olandese, che ribaltato con maestria uno scenario disastroso fino a poche ore prima. “La battuta d’arresto del mattino è diventata improvvisamente la nostra fortuna nel pomeriggio,” ha dichiarato il team principal riferendosi alla neutralizzazione che aveva causato l’esclusione di Verstappen nel Q2 delle qualifiche della domenica mattina.
Sul titolo costruttori: “ci crediamo ancora”. E su Perez: “è il nostro attuale pilota, ma Lawson…”
Se nelle ore antecedenti la corsa in Brasile, Lando Norris aveva la possibilità di riaprire definitivamente i giochi, con la sua gara da fuoriclasse, Verstappen si è messo nelle condizioni di chiudere la partita già nella prossima tappa a Las Vegas, con le sue 62 lunghezze di vantaggio sul britannico. Ciò che invece resta aperto è il mondiale costruttori, dove la Red Bull occupa il terzo posto a 49 punti dalla McLaren e 13 dalla Ferrari. Sebbene sia una posizione meno favorevole, Horner ha affermato: “nei costruttori non ci arrendiamo ancora. Abbiamo perso l’opportunità di avere due vetture a punti, ma ne avremo altre tre.” Nello scenario di una prestazione dominante come quella messa in pista da Verstappen, solleva ancor più punti interrogativi la gara anonima di Sergio Perez, che è stata in salita sin dalla partenza. Il messicano, che ha concluso in undicesima posizione, continua ad occupare una posizione spinosa, anche guardando ai risultati dei possibili sostituti. Sulla questione Horner non si è sbilanciato, preferendo un atteggiamento di cautela e osservazione rispetto a ciò che accade intorno. “Sergio Perez è il nostro attuale pilota,” ha affermato il team principal. “Liam Lawson ha fatto un ottimo lavoro anche oggi, così come Yuki. Però Liam in particolare, considerando la sua esperienza. Franco è un altro talento. Quindi, ovviamente, si tiene sempre d’occhio il mercato per capire come si evolvono le cose.”