Tra le delusioni di questo inizio di stagione c’è senza alcun dubbio l’Alpine. Il team francese sta affrontando un momento molto delicato e la A524 è stata pensata come una rivoluzione della monoposto dell’anno precedente, arrivando al primo Gran Premio stagionale come una piattaforma di lavoro ancora troppo acerba. Pierre Gasly ed Esteban Ocon si sono dovuti accontentare di essere fanalino di coda a Sakhir in un contesto molto difficile, dentro e fuori la pista. Le aspettative di Luca De Meo sono state fin qui deluse e le continue rivoluzioni non stanno aiutando l’ex Renault a crescere.
Alpine: il deficit di cavalli e i chili in eccesso penalizzano l’A524
A prima vista la nuova Alpine non aveva colto l’occhio risultando un evoluzione della vettura precedente. Ad Enstone e Viry Chatillon però hanno lavorato in modo importante per ribaltare la base su cui si era lavorato in questi primi due anni di vettura ad effetto suolo. L’intento era quello di creare una nuova piattaforma da cui si sarebbe dovuto partire, aprendosi nuove strade di sviluppo per questi ultimi due anni di ciclo regolamentare. A livello meccanico, la sospensione posteriore è stata completamente rivista, si è intervenuti anche sulla Power Unit – nei limiti delle possibilità concesse dal regolamento – per renderla più efficiente e aumentare leggermente i cavalli a disposizione. Il deficit nei confronti di Ferrari, Red Bull e Mercedes è rimasto comunque a due cifre e sembra costituire un importante limite per la squadra francese.
Il telaio è stato completamente ridisegnato, ricavando molto spazio nella parte inferiore per permettere ai tecnici di avere più libertà nello sviluppo del fondo, la parte più importante a livello prestazionale di queste vetture. Una vettura nuova può comportare poi anche dei rischi ed infatti Alpine è giunta all’inizio di questa stagione con una monoposto ancora acerba e soprattutto con un importante deficit nel peso. Al momento la A524 è circa 10 kg sopra il peso minimo. Ad Enstone è già iniziato il processo per liberarsi di questi chili in eccesso e sono convinti di poterlo fare senza riprogettare il telaio, seppur un crash test fallito a dicembre sia una delle conseguenze dell’overweight della A524.
Non tutto il lavoro fatto in inverno però è da buttare. Anzi. Visti i tanti limiti l’Alpine ha comunque mostrato un buon potenziale, che però va migliorato ed estratto meglio con la comprensione della vettura. In quel del Bahrain infatti ha mostrato una buona dose di carico soprattutto nelle curve di media velocità oltre che una buona gestione gomma in gara. La vettura francese è più in difficoltà nelle curve lente, nell’agilità nello stretto ed in frenata, dove anche il peso in eccesso gioca un ruolo importante. I margini di sviluppo dell’A524 sembrerebbero quindi importanti.
Rivoluzione tecnica ad Enstone: Harman & De Beer dimissionari, un ex Mercedes in cima ‘alla lista dei desideri’
Il lavoro da fare è tanto e servirà velocizzare i processi di studio e produzione di nuovi componenti per non perdere troppo terreno dai rivali. Al momento la sesta posizione nel campionato infatti appare difficile da raggiungere, ma il campionato è iniziato solamente da pochi giorni e già in passato è stato mostrato che è possibile fare importanti passi avanti. La McLaren e l’AlphaTauri lo scorso anno ne sono stati un grosso esempio, ma anche Ferrari, Mercedes e Williams sono progredite molte a stagione in corso. L’inizio difficile dell’Alpine diventa ancor più complesso con i cambiamenti in atto all’interno dell’organigramma tecnico. Durante il primo weekend infatti è giunta la notizia che, circa un mese fa, il Direttore Tecnico, Matt Harman, e il responsabile dell’aerodinamico, Dirk De Beer hanno rassegnato le dimissioni.
I vertici del gruppo tecnico di Enstone hanno così lasciato la squadra ad inizio stagione, dopo che nella passata stagione c’è stato già l’addio di un altro pezzo importante come Pat Fry, giunto in Williams. Alpine ha confermato le dimissioni di Harman e De Beer, annunciando il nuovo organigramma tecnico che ripercorre le orme di quello attualmente in uso in McLaren, con una triade di Direttore Tecnici: Joe Burnell (Engineering), David Wheater (Aerodynamics) e Ciaron Pilbeam (Perfomance). A Viry Chatillino invece le redini del dipartimento Power Unit sono in mano ad Eric Meignan, ex Ferrari, che lavora al progetto 2026. Il team francese ha confermato anche l’arrivo come Chief Operationg di John Woods ad Enstone Officiers e di Audrey Vastroux a Viry-Chatillon.
Bruno Famin, Team Principal ha commentato così i diversi cambiamenti apportati alla sua squadra: “Abbiamo deciso di apportare queste modifiche organizzative poiché possiamo vedere chiaramente che non siamo dove vogliamo né dobbiamo essere in termini di livello di prestazioni ed è tempo di fare un altro passo in termini di organizzazione e persone. La nuova struttura a tre pilastri con tre direttori tecnici, ciascuno specializzato in aree diverse, porterà un migliore lavoro e collaborazione tra le nostre aree tecniche e contribuirà a fornire prestazioni dalle fabbriche alla pista. Confido pienamente nelle capacità di Joe, David e Ciaron di lavorare a stretto contatto per portare alla squadra le prestazioni e i miglioramenti di cui ha bisogno. Infine, vorrei ringraziare Matt e Dirk per il loro impegno negli ultimi due anni nel team e augurare loro il meglio per il prossimo capitolo della loro carriera.”
L’Alpine ha comunque intenzione di rinforzare ulteriormente il proprio organico ed aveva iniziato già la ricerca di figure importanti che potessero portare nuove conoscenze alla squadra francese e tra i profili più interessanti – dopo alcuni contatti con Mattia Binotto avuti dopo l’addio alla Ferrari e che avrebbe rappresentato un profilo utile a livello tecnico e come capo squadra – c’è quello dell’ex Direttore Tecnico, Mike Elliott. Il ‘padre’ della deludente Mercedes zeropod si è dimesso dalla squadra di Brackley durante la passata stagione e sta attualmente servendo il suo periodo di gardening. E’ forte l’interessamento da parte del team francese, per cercare di convincere ad assicurarsi un aerodinamico di alto livello ed esperienza che ha fatto parte anche dei successi Mercedes degli anni passati e che ha elaborato soluzioni interessanti che lo stesso Adrian Newey, con la RB20, ha ripreso ed ulteriormente elaborato.
Autore: Paolo D’Alessandro