Negli ultimi anni molte volte questo rumor è finito per essere catalogato come la più classica delle fake news sulla Formula 1. Adrian Newey è stato accostato più o meno ad ogni scuderia del Circus in tutto il periodo in cui è rimasto in Red Bull, ma questa volta la certezza era che non sarebbe stata una notizia fasulla. Il suo futuro rimane incerto, starà soprattutto a lui decidere cosa fare della propria vita; se sposare un nuovo progetto e ‘battagliare’ in pista con la sua stessa creatura, dedicarsi a progetti al di fuori della F1 o avviarsi verso la più che meritata pensione. Intanto però, quest’oggi, c’è lo storico annuncio che dopo quasi 20 anni di collaborazione Adrian Newey e il team di Milton Keynes separano le loro strade ad inizio 2025.
L’arrivo nel 2006 in una nuova realtà e l’addio da campione del mondo e genio indiscusso della F1
La storia di Adrian Newey parte ben prima che la Red Bull nascesse. Il team guidato da Christian Horner non era nemmeno un’idea quando il genio di Stratford-upon-Avon ebbe il suo primo approccio con il mondo del motorsport a quattro ruote. La prima curiosità a suo riguardo è che condivide il luogo di nascita con William Shakespeare, due geni delle loro rispettive mansioni e passioni. Newey nasce nel 1958 e frequenta la Repton School ottenendo poi una laurea in ingegneria aeronautica e aerospaziale all’Università di Southampton nel 1980.
Il suo primo approccio con il mondo della F1 avviene subito dopo la conclusione degli studi con il team ‘Fittipaldi Automotive‘, per poi entrare nel gruppo March. Prima di occuparsi di F1 l’ingegnere ha lavorato nelle categorie minori ed in altre serie, come l’americana CART con risultati sorprendenti ed anche vincenti nei quali il contributo della sua mano era già rilevante. Il suo nome in F1 divenne importante con i progetti delle ultime March, prima di divenire Leyton House nel 1990, dove Adrian Newey venne subito nominato Direttore Tecnico. Visti i grandi risultati e le innovazioni a livello aerodinamico portate nel motorsport, l’interessamento dei team di vertice si fece subito forte e così la Williams lo portò a Grove ingaggiandolo come Chief Designer, per un periodo durato dal 1991 al 1996. Da lì è seguita l’esperienza in McLaren durata 8 anni, prima dell’avvento del team Red Bull Racing, guidato da Christian Horner, che lo convinse a sposare una nuova avventura, con un salto nell’ignoto che si dimostrò poi trionfale.
Nel corso della sua lunga carriera in F1, le vetture disegnate da Adrian Newey hanno conquistato ben 12 titoli mondiali Costruttori: 5 con la Williams, 1 con la McLaren e 6 con il team di Milton Keynes. In tutti questi casi si sono aggiunti anche i titoli del mondiale Piloti, a cui si aggiungono i due conquistati singolarmente nel 1999 con Mika Hakkinen e nel 2021 con Max Verstappen. Il suo apporto a questi risultati è riconosciuto a livello globale, sia internamente che al di fuori della squadra e negli anni più volte Christian Horner ha dovuto lavorare per confermare il suo ingegnere di punta all’interno del team. Lo stesso Adrian Newey ha parlato delle varie offerte ricevute negli anni, tra cui quella della Ferrari a cui è stato vicino in due casi, ma è stato sempre lui stesso a declinare sia per l’impossibilità a trasferirsi a Maranello, volendo rimanere vicino alla propria famiglia con figli allora più piccoli, sia perché in Red Bull aveva trovato la sua dimensione.
Oggi finisce però definitivamente questa loro era insieme di successo, in attesa di scoprire quale sarà il prossimo passo del ‘genio della Formula 1’.
La guerra in Red Bull e il colloquio della scorsa settimana
Mercoledì scorso, 24 aprile, Newey era a Milton Keynes e ha avuto un colloquio con Horner. Il giorno dopo, hanno cominciato a circolare le prime indiscrezioni sull’addio del progettista alla Red Bull che hanno poi trovato sempre più conferme a livello non ufficiale. Come noto, a portare il progettista britannico verso questa drastica decisione sono state in particolare le tensioni esplose all’interno del team a partire dallo scorso febbraio, quando è emersa la vicenda dell’inchiesta interna per presunta condotta “inappropriata” di Horner nei confronti di una dipendente. Sebbene l’indagine si sia chiusa con la respinta della denuncia presentata dalla donna, le due fazioni createsi all’interno della squadra dopo la scomparsa di Dietrich Mateschitz avvenuta nell’ottobre del 2022 – quella tailandese schierata con Horner e quella austriaca – hanno reso sempre più senza esclusione di colpi la loro guerra interna. L’ambiente tossico che si è creato, incredibilmente in contrasto con gli eccellenti risultati ottenuti in pista, hanno spinto Newey a mettere la parola fine alla sua lunga esperienza in Red Bull.
Queste le parole di Adrian Newey nel comunicato ufficiale di addio, pubblicato da Red Bull: “Fin da ragazzino volevo diventare un progettista di auto veloci. Il mio sogno era diventare un ingegnere in Formula 1 e ho avuto la fortuna di trasformare quel sogno in realtà. Per quasi due decenni è stato per me un grande onore aver giocato un ruolo chiave nel progresso della Red Bull Racing, da esordiente a Team plurivincitore. Tuttavia, sento che ora è il momento opportuno per passare il testimone ad altri e per cercare nuove sfide per me stesso. Nel frattempo, siamo nelle fasi finali dello sviluppo di RB17 di cui faccio parte, quindi per il resto del mio tempo con il team la mia attenzione sarà concentrata su questo. Vorrei ringraziare le tante persone straordinarie con cui ho lavorato alla Red Bull nel nostro viaggio negli ultimi 18 anni per il loro talento, dedizione e duro lavoro. È stato un vero privilegio e sono fiducioso che il team di ingegneri sia ben preparato per il lavoro che porterà all’evoluzione finale della vettura nell’ambito del periodo di quattro anni di questo regolamento. A livello personale, vorrei anche ringraziare gli azionisti, il compianto Dietrich Mateschitz, Mark Mateschitz e Chalerm Yoovidhya per il loro incrollabile sostegno durante la mia permanenza alla Red Bull, e Christian, che non è stato solo il mio socio in affari ma anche un amico delle nostre rispettive famiglie. Inoltre, grazie a Oliver Mintzlaff per la sua gestione e a Eddie Jordan, il mio caro amico e manager.”
Fanno seguito anche le parole dell’Oracle Red Bull Racing Team Principal & CEO Christian Horner: “Tutti i nostri momenti più importanti degli ultimi 20 anni sono arrivati con la mano di Adrian sul timone tecnico. La sua visione e la sua genialità ci hanno aiutato a conquistare 13 titoli in 20 stagioni. La sua eccezionale capacità di concettualizzare oltre la F1 e di portare un’ispirazione più ampia per la progettazione delle auto da Gran Premio, il suo straordinario talento nell’accettare il cambiamento e nel trovare le aree delle regole più gratificanti su cui concentrarsi, e la sua incessante volontà di vincere hanno aiutato la Red Bull Racing a diventare una forza più grande di quanto, penso, anche il defunto Dietrich Mateschitz avrebbe potuto immaginare. Inoltre, gli ultimi 19 anni con Adrian sono stati enormemente divertenti. Per me, quando Adrian si è unito alla Red Bull, era già un designer superstar. Due decenni e 13 campionati dopo se ne va come una vera leggenda. È anche mio amico e qualcuno a cui sarò eternamente grato per tutto ciò che ha portato alla nostra partnership. L’eredità che lascia echeggerà nelle sale di Milton Keynes e la RB17 Track Car sarà un’adeguata testimonianza ed eredità del tempo trascorso con noi”.