Super Mercedes a Las Vegas: ecco tutti i perché che hanno esaltato la W15

Piergiuseppe Donadoni
26/11/2024

Il GP di Las Vegas ci ha consegnato il quarto mondiale di Max Verstappen, nell’aria dopo l’impresa di Interlagos, e soprattutto una Mercedes dominante. I pronostici pre fine settimana (anche degli stessi team) davano Ferrari globalmente favorita a Las Vegas, seppur la qualifica potesse mettere in risalto ancora qualche problemino irrisolto di riscaldamento degli pneumatici. Così è stato, anche se il sabato si è rivelato comunque positivo per il team di Maranello, con Sainz in seconda posizione e Leclerc in quarta, tanto che c’era estrema fiducia per la gara. Tuttavia, la Mercedes ha rovinato i piani del team di Maranello, dominando il Gran Premio. Devo ammettere che li abbiamo sottovalutati perché nessuno se li aspettava così forti.” ha ammesso Charles Leclerc a fine gara.

Super Mercedes: pista liscia, con poco grip e soprattutto fredda hanno esaltato la W15 

La Mercedes W15 può essere considerata anch’essa una Diva, riprendendo una parola spesso usata da Toto Wolff anche con alcune delle auto precedenti. Questo perché performa in maniera eccezionale solo in un piccola finestra di funzionamento, quando per esempio trova determinati asfalti e condizioni atmosferiche. Possiamo dire che a Las Vegas tutti questi fattori si sono incastrati perfettamente: dalla pista liscia, che permette agli ingegneri dell’ex team campione del mondo di abbassare e irrigidire la W15, ad una pista con poco grip e soprattutto fredda, dove serve una vettura che possa mettere velocemente in temperatura gli pneumatici, qual’è la W15. Non è un caso che la Mercedes sia risultata essere di un’altra categoria il venerdì, quando questi fattori erano addirittura esaltati, per poi dominare in maniera sempre meno decisa in gara, man mano la pista andava gommandosi e divenendo sempre meno green.

Contrariamente alle aspettative, la W15 è stata infatti molto più veloce in gara della Ferrari, la vera favorita di Las Vegas. “Anche in gara la Mercedes aveva la macchina e il pacchetto più veloce.” ha ammesso Carlos Sainz al termine della gara. Una gara vinta nel primo stint, sugli pneumatici più morbidi (Medium) utilizzati la domenica, mentre nel secondo e terzo stint c’è stata molta gestione da parte di George Russell. “George avrebbe potuto andare 2 secondi più veloce in quelle fasi se ne avesse avuto bisogno”, ha fatto sapere Toto Wolff a fine gara. E soprattutto, come successe anche a Spa, l’ex team campione del mondo poteva terminare la gara su una sosta con Russell, al contrario di tutti i suoi competitors. Ad incidere in maniera importante sulle prestazioni delle frecce d’argento, c’è stato anche il fatto che l’ala da basso carico della W15 genera più carico e resistenza di quella della Ferrari. Questo fattore ha pagato maggiormente rispetto alle ali da bassissimo carico montate sulla SF-24 e sulla MCL38, riuscendo ad ottenere un equilibrio praticamente perfetto per le condizioni incontrate a Las Vegas.

La Red Bull ha sovraperformato grazie ad una scelta aerodinamica molto particolare e agli aggiornamenti

Un qualcosa che ha premiato anche la stessa Red Bull, ben più performante della Mclaren e poco meno della Ferrari. I campioni del mondo sono scesi sorprendentemente in pista a Las Vegas con il cofano motore più ottimizzato per le piste da alto carico, quello senza i cannoni; per capirci, a Monza ed anche a Baku, la RB20 utilizzò invece la specifica con le ben conosciute protuberanze al posteriore. La risposta del team ad AutoRacer.it era stata chiara il venerdì. “Con il basso grip e le basse temperature che ci aspettavamo a Las Vegas, le nostre simulazioni ci hanno indicato che il miglior compromesso aerodinamico era il cofano da ‘alto carico’ con l’ala da basso carico che avete visto a Monza” ci aveva fatto sapere un portavoce tecnico del team.

Ne è uscito un passo gara non troppo dissimile a quello di entrambe le Ferrari, nel giro di meno di un decimo, anche se il gap chiaramente con le due Rosse poteva essere maggiore se la squadra italiana avesse ottimizzato maggiormente la strategia. Tuttavia, la Red Bull ha trovato un buon ed anche sorprendente equilibrio tra anteriore e posteriore in un fine settimana dove invece era facile perderlo. Ad incidere sull’ottima prestazione dell’unica RB20 veramente da analizzare, quella di Verstappen, c’è anche l’aggiornamento nella parte iniziale del fondo, dove gli ingegneri del team campione del mondo hanno cercato di ottimizzare la generazione del carico tra i due assi, rendendoli meno ‘scollegati’. Questo ha permesso alla RB20 di non soffrire in modo così importante il graining come Ferrari e Mclaren, un qualcosa in cui la RB20 aveva sofferto in altri appuntamenti, tra cui il GP di Monza.

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