Prima giornata di test prestagionali iniziata da qualche ora in quel di Bahrain con le tanto attese vetture 2023. Finalmente anche la Red Bull RB19 ha svelato le sue forme, ma non ha rubato del tutto l’attenzione, perché la curiosità era rimasta anche per sulla Ferrari SF-23 e la Mercedes W14.
Sorpresa Ferrari: confermata l’ala posteriore da medio carico
Una delle prime indicazioni – di cui avevamo già dato conto – era associata alla veste aerodinamica della Ferrari scesa in pista nel Demo day e nel Filming day di Fiorano. La Scuderia di Maranello abbia iniziato i test con i classici rastrelli aerodinamici posti nella zona anteriore della vettura, con l’obiettivo di raccogliere dati sul flusso che investe dapprima l’ala anteriore, muso e sospensione, per poi sportarsi al posteriore. Un lavoro classico che quasi tutte le squadre normalmente svolgono in queste giornate prestagionali.
Tuttavia, tra gli addetti ai lavori più tecnici c’era molta curiosità sulla specifica di ala posteriore con cui sarebbbe scesa in pista la SF-23 visto che presentazione in pista e filming day sono stati effettuati adoperando un’ala da medio carico, molto simile alla specifica che Maranello introdusse in Canada sulla F1-75, con Charles Leclerc, per poi confermarla a Silverstone anche con Carlos Sainz e farne largo uso durante il finale di stagione. Una versione di alettone che conferiva buon carico, senza penalizzare eccessivamente la velocità di punta.
Una scelta particolare già per il debutto della vettura, ma ancor più particolare riproporla in quel del Bahrain su un circuito da medio-alto carico, rear limited e stop&go, che richiede un’ottima trazione e quindi tanto carico per proteggere e esaltare il posteriore, anche per via di un asfalto molto severo. Potremmo definirlo un buon segnale, seppur iniziale e che la pista dovrà confermare, perchè avvicinerebbe la vettura italiana a Red Bull nei livelli di carico e resistenza all’avanzamento indotti dalle ali, con la possibilità di esprimere maggior velocità sul dritto considerando che gran parte del drag proviene proprio dall’alettone posteriore (oltre che dagli pneumatici). Che poi era uno degli obiettivi della SF-23. Non è un caso che Sainz abbia già fatto segnare una velocità di 325 km/h.
Ricordiamo che la SF-23 utilizza un innovativo S-Duct, con lo scopo proprio di migliorare l’apporto del flusso all’ala posteriore e alla beam wing tramite l’energizzazione dell’aria in uscita dalla tante branchie presenti sul cofano motore, ma anche quello di ripulire il flusso d’aria dalle turbolenze che si creano al di sotto dell’ingresso delle pance, con un flusso più pulito intorno alle pance e quindi un maggiore carico sviluppato tra parte centrale e posteriore della vettura.
Ferrari SF-23: il muso ‘flessibile’ era un problema ma ora è stato risolto
Vero che la Ferrari SF-23 è una vettura nata aggressiva in alcune soluzioni, come quella sopra spiegata dell’S Duct, che hanno fatto già parlare molto, con richieste di chiarimento già arrivate alla Federazione. Tuttavia, il naso flessibile visto nella prima ora di questa giornata di test prestagionali non fa parte di queste soluzioni.
Gli occhi degli appassionati più attenti hanno infatti potuto vedere come il muso della SF-23 tendesse a schiacciarsi alle alte velocità, per poi tornare in posizione con il diminuire dei km/h. Una soluzione assolutamente non voluta, e chiaramente illegale poichè il regolamento non concede forme aerodinamicahe cosi mobili, che la Scuderia ha ora risolto.
Autore: Piergiuseppe Donadoni
Co-Autore: Paolo D’Alessandro