I nuovi regolamenti tecnici introdotti nel 2022 rappresentavano un occasione per stava inseguendo le tre squadre di vertice. Red Bull e Mercedes si sono contese l’ultimo mondiale del vecchio regolamento, con la Ferrari che è stata poi la squadra che meglio ha sfruttato questo cambiamento, sfidando per metà stagione il team di Christian Horner. La W13 ha invece fatto fare un importante passo indietro alla squadra di Brackley, ma alle loro spalle nessuno è riuscito nell’obiettivo di avvicinarsi ai migliori, con una griglia ancora molto spezzettate in fatti di valori, con Alpine e McLaren a contendersi semplicemente il quarto posto della classifica Costruttori.
Proprio queste ultime due sono state un po’ la delusione del primo anno di questi nuovi regolamenti – peggio di loro solamente Aston Martin con un progetto sbagliato, cambiato in corsa, che però li ha tenuti distante anche dai team di Enstone e Woking. Questo 2023 invece è partito mostrando delle buone potenzialità della AMR23, mentre la A523 è rimasta un po’ nell’ombra, anche se i tecnici si dicono soddisfatti di quanto raccolto fin qui. Un mood sicuramente diverso rispetto a quello che c’è intorno alla McLaren MCL60.
Il ritardo in pista figlio anche di infrastrutture datate e di cambiamenti interni.
Il nuovo direttore tecnico James Key si è insidiato in McLaren nel 2019, poco prima dello scoppio della pandemia e dell’avvento dei nuovi regolamenti tecnici. Al suo arrivo, insieme a quello di Andreas Seidl, è corrisposto l’avvio del progetto di aggiornamento delle nuove infrastrutture nella sede di Woking. La squadra inglese infatti fa ancora affidamento su galleria del vento e simulatore molto datati in quel di Colonia, utilizzabili grazie ad una patnership con Toyota. Molto innovativi al tempo della loro costruzione, quanto datati al giorno d’oggi, risultando tra i più vecchi, se non il più vecchio, della griglia. Purtroppo il progetto della costruzioni di nuove infrastrutture è stato bloccato dallo scoppio della pandemia e dalla crisi economica che ha colpito la McLaren. Il termine dei lavori è stato così rimandato di qualche anno e a Woking contano di rispettare la tabella di marcia che li vedrebbe poter utilizzare i suoi nuovi strumenti sulla vettura 2024, almeno parzialmente, ma soprattutto elaborare interamente il progetto 2025 con nuovi simulatore e galleria del vento.
Parte del ritardo tecnico di McLaren si spiega già così, con lo stesso James Key che puntò subito il dito contro questa area per spiegare il mancato aggancio a team come Red Bull, Mercedes e Ferrari (proprio Maranello ha, da pochi anni, aggiornato le infrastrutture). Un’altra aggravante è che, secondo quanto raccolto, nell’ultimo anno a Woking c’è stato l’addio di diversi ingegneri di primo livello della squadra, che si sono accasati altrove ed hanno così indebolito il reparto tecnico del team, che sta ora cercando anche di ‘rispondere’ con nuovo personale e la valorizzazione di figure interne.
Nuova vettura, stessi problemi? La MCL60 è solo una (piccola) evoluzione della MCL36
Il team capeggiato quest’anno da Andrea Stella è stata certamente la delusione di questa tre giorni di test in Bahrain. L’obiettivo è quello di avvicinarsi ai top team ma soprattutto riprendersi il quarto posto perso ai danni dell’Alpine nel 2022. Non c’era quindi bisogno di una vera e propria rivoluzione tecnica, ma di lavorare sui punti di debolezza emersi la stagione passata per migliorarsi. I primi riscontri in pista però non hanno dato risposte positive, anzi, con problemi già messi in chiaro sin dalla presentazione con dichiarazioni molto oneste.
“Ci eravamo fissati dei target di sviluppo durante l’inverno che non siamo riusciti a raggiungere. Non siamo quindi dove pensavamo di essere.” aveva ammesso in modo molto onesto il CEO, Zak Brown. A lui ha fatto poi seguito anche Andrea Stella che però si è concentrato maggiormente su ciò che la squadra può fare per migliorare la loro posizione “Dovremo essere aggressivi con gli aggiornamenti. In F1 anche questa è una sfida tra tutti; la quantità e il tempismo con cui arrivano gli sviluppi. Noi stiamo lavorando su alcuni pezzi che aiuteranno tanto la prestazione, ma non sarà una vettura B. Dovremo lottare per essere tra le prime quattro vetture in griglia e quindi dovremo essere aggressivi nello sviluppo della macchina”.
La MCL60 al momento è una evoluzione piuttosto ‘minimal’ della vettura della passata stagione e quindi non stupisce che ne condivida anche alcuni limiti. Il più grande rimane quello del drag che limita le prestazioni in rettilineo – e per questo renderà Bahrain e Jeddah due piste piuttosto complesse dove iniziare la stagione. La MCL60, dai primi riscontri usciti dai test, risulta infatti patire di un drag piuttosto elevato, specie se confrontata con gli altri motorizzati Mercedes, per un confronto diretto. La W14 ad esempio pagava sul dritto la scelta di un’ala eccessivamente carica, cosa che McLaren non aveva e pagava ugualmente dei km/h di troppo nei vari rettilinei.
Un altro problema piuttosto sorprendente è quello dell’affidabilità di alcuni componenti. Se l’anno scorso furono i freni anteriori a fermare il lavoro della squadra in pista, quest’anno – dopo un problema iniziale sempre in quella zona – sono state le ali di gabbiano sulle ruote anteriori a complicare l’azione in pista. Un eccessiva flessibilità di quell’elemento infatti risultava ‘pericoloso’ con il movimento della vettura e degli pneumatici. Il team ha lavorato per poter rimettere la MCL60 in pista, ma soprattutto ha comunicato che una soluzione definitiva sarà adottata già nel Gran Premio del Bahrain, con aggiornamenti in arrivo da Woking.
MCL60: sviluppo invernale insoddisfacente, attesa per il primo pacchetto di aggiornamenti
In fase di progettazione e sviluppo i tecnici non hanno ottenuto le risposte desiderate al CFD e gallerie del vento in termini di perfomance generale e soprattutto di efficienza, uno dei loro deficit della passata stagione.
I numeri in uscita dai simulatori non erano ciò che James Key e i suoi uomini si aspettavano e questo ha bloccato lo sviluppo iniziale, costringendo i tecnici a trovare una nuova via di lavoro per migliorare la MCL60. Questo ha portato ad un importante ritardo nei piani della squadra che, originariamente, prevedevano il debutto di un pacchetto di sviluppi già in Bahrain, un po’ sulla falsa riga di ciò che farà Alpine, che invece è stato posticipato, e sul quale la squadra conta molto per fare un salto di qualità. “Sappiamo dove siamo. Non siamo arrivati in Bahrain con grandi aspettative per i test. Siamo realistici al riguardo e sappiamo che il nostro piano è più basato su come possiamo migliorare o durante la stagione” ha commentato il TP, Andrea Stella.
La McLaren MCL60 messa in pista durante i test è solo una versione embrionale di ciò su cui a Woking hanno lavorato. Non è un caso che parti come l’ala anteriore sia molto simile a quella vista la passata stagione, ma ancor di più il fondo – parte fondamentale per la prestazione della vettura – che mantiene molti dei concetti visti nel 2022 non solo sopra (e quindi visibili) ma anche sotto, nei tunnel Venturi. Anche per questo motivo, al momento, la MCL60 non rappresenta un salto in avanti importante come invece altre vetture promettono di fare.
Le aspettative dunque non sono molto elevate per questo inizio di stagione che potrebbe costringere Lando Norris e il debuttante Oscar Piastri a lottare nella seconda metà della griglia, non certo ciò a cui loro e tutta McLaren aspirava per questo 2023. Un inizio difficile è in programma, non inatteso, con le aspettative che si sono spostate tutte sul primo pacchetto di novità a cui Woking lavora con massimo sforzo tecnico ed economico e che – al momento – è previsto per il GP di Baku.
Autori: Paolo D’Alessandro
Co Autore: Piergiuseppe Donadoni