Power Unit Ferrari: azzerato il gap motoristico nei confronti di Mclaren!
Dopo la Turchia, Sainz l’aveva considerato come un aiuto che “dovrebbe darci la capacità di essere un po’ più vicini a McLaren sulle piste a loro favorevoli, e forse un po’ più in vantaggio sulle piste a noi più congeniali”.
Cauto come tutta Ferrari, almeno da quando in Russia è stata introdotto l’ormai tanto chiaccherato upgrade alla parte ibrida della power unit italiana, che ufficialmente vale 8 CV, ufficiosamente invece qualcuno in più.
Sarà il nuovo motore Ferrari a decidere il duello con la McLaren per il terzo posto nel costruttori?
Ad Austin, “sulla carta un circuito che non doveva adattarsi bene alla nostra macchina” secondo il team principal del team italiano, Mattia Binotto, la Ferrari ha mostrato delle performance importanti nei confronti di McLaren, ad oggi l’unico confronto valido.
Verstappen e Hamilton, soprattutto in gare cosi tirate come il Gp della scorsa domenica, erano e sono chiaramente fuori portata, facendo un campionato a sé.
Su ogni mescola la SF21 è stata superiore alla MCL35M. Leclerc ha potuto spingere in una gara pulita e solitaria mostrando un vantaggio medio di oltre 3 decimi al giro.
Secondo le informazioni raccolte, il deficit sui rettilinei si è drasticamente ridotto. Mclaren è stata superiore nelle qualifica di Austin di solo 1 decimo e mezzo, per “una questione puramente di maggior efficienza della MCL35M nei confronti della SF21 e non più di potenza rispetto alla PU Mercedes (clienti)” ci ha fatto sapere una fonte vicina al team di Maranello.
E’ un dato importante anche perché mostra indirettamente come il motore termico non fosse poi così indietro già da inizio anno. Aveva bisogno di uno step dell’ERS per essere sfruttato al meglio e per recuperare quel gap maggiore che si apriva soprattutto in gara nei confronti della PU Mercedes.
“Tutta la vettura è migliorata grazie all’aggiornamento del motore” è quanto ha detto Mattia Binotto a Sky Sport F1 dopo la gara.
Grazie a questo aggiornamento, Austin ha mostrato in maniera molto chiara l’altro beneficio per la SF21, cioè che Ferrari ha ora una finestra di setup, aerodinamico e telaistico, più larga e importante.
Lo ha confermato proprio Mattia Binotto sul sito ufficiale della F1: “Con il nuovo motore abbiamo ora una spinta sempre disponibile dall’inizio alla fine dei rettilinei. Per quantificare questo aggiornamento, se guardiamo a questo fine settimana, abbiamo potuto sfruttare un assetto aerodinamico da massimo carico, pur eguagliando o quasi la velocità degli altri“. Un qualcosa di impensabile qualche Gp fa, non parliamo nella scorsa stagione.
Mclaren ad Austin ha certamente un po’ sotto performato su una pista in teoria non favorevolissima ma abbastanza amica, almeno in rapporto alla SF21. E’ mancato principalmente Norris, il quale sta iniziando a soffrire l’usura della sua Power Unit, con Ricciardo addirittura più in palla del compagno di squadra. Il pilota australiano può contare su una unità più fresca introdotta nel non positivo weekend di Istanbul.
Tornando a Ferrari, secondo quanto raccolto sul confronto interno, Leclerc ha potuto disporre di un vantaggio sui rettilinei sul compagno di 2 decimi.
Una questione di assetti, con la necessità per Carlos di mantenere sulla sua vettura un carico più elevato per gestire il posteriore. Viceversa, a Leclerc piace avere un posteriore che si muove. E’ anche una questione di stili di guida.
Bottas sacrificato ad Austin per avere un motore fresco in Messico e in Brasile
Maggior downforce per Sainz che poi ha fortunatamente contribuito positivamente nel rendimento sulle soft, discreto e comunque superiore a quanto si aspettavano i tecnici del team italiano nel pre gara.
Peccato l’aver perso una posizione durante il primo giro. La spalla più morbida della C4 con 100 kg di carburante a bordo ha contribuito a muovere molto la vettura, mettendolo un po’ a disagio soprattutto nello snake.
Lo spagnolo si è comunque adattato bene alla situazione dopo aver perso una posizione.
Nella fase finale il contatto con Ricciardo ha sbilanciato l’anteriore, per via della rottura del footplate (la parte esterna orizzontale dell’ala anteriore) costringendolo ad adattarsi sulla difensiva nelle curve a sinistra, infine a cedere inevitabilmente la posizione su Bottas.
Il ferrarista è arrivato dietro Daniel e Valtteri ma ha certamente condotto una buona gara. Avrebbe potuto avere una seconda parte di gara più tranquilla, terminando in quinta posizione, non troppo lontano da Leclerc, senza la perdita di tempo al pit stop.
Qualcosa su cui il team italiano deve migliorare rapidamente per non avere rimpianti in Messico, dove potrebbe arrivare l’occasione più ghiotta da qui a fine stagione per un podio.
Autori: Giuliano Duchessa e Piergiuseppe Donadoni