“Cosa dire di una stagione così? Abbiamo vinto 17 gare ed entrambi i titoli. Non possiamo essere che contenti”. L’ha riassunta così la stagione Helmut Marko nel post gara di Abu Dhabi. E come dargli torto? Soprattutto dopo un inizio tutt’altro che facile, se confrontato con le prestazioni della Ferrari. “Nei test pre-stagionali pensavamo che sarebbe stata molto dura perché Ferrari era molto forte. Poi ci sono stati i primi GP, dalle quali siamo usciti senza punti.” ha fatto sapere Christian Horner. “Dovevamo reagire e rimontare. Ce l’abbiamo fatta grazie ad un’eccezionale prestazione in particolare di Max, ma in generale di tutto il team.” ha concluso l’inglese.
Red Bull prima forza anche ad Abu Dhabi ma è la Ferrari di Leclerc la vera sorpresa
Per completare l’en plein, Red Bull è arrivata ad Abu Dhabi con l’intenzione di regalare il titolo di vice campione del mondo a Checo Perez. Dopo il caos del Brasile, la squadra, Verstappen incluso, sembrava unita per raggiungere l’obiettivo. Per il messicano bastava chiudere l’ultimo GP stagionale in una posizione migliore rispetto a Charles Leclerc. Tutto sembrava andare in quella direzione, dopo il pessimo venerdì della Ferrari e tutta la prima fila presa dalle RB18 nelle qualifiche del sabato.
Tuttavia, anche l’ultima domenica stagionale non è stata avara di sorprese. La Red Bull e soprattutto la Mercedes sono andate in difficoltà sugli pneumatici, mentre Ferrari si è comportata meglio anche di quanto si aspettassero i due team poco fa citati. “Chi ci ha sorpreso maggiormente è la Ferrari, che è andata molto meglio del previsto in termini di consumo gomme.” ha fatto sapere a fine gara Helmut Marko, facendo riferimento all’impossibilità, secondo i loro calcoli, che la F1-75 potesse concludere la gara con una sola sosta.
Nel team di Maranello hanno concentrato il grosso dei loro sforzi sulla gestione gomme negli ultimi due weekend della stagione. Ad Abu Dhabi è stata addirittura presa la decisione di sacrificare parte delle terze libere, contrariamente a quanto fatto in altri appuntamenti, dopo il pessimo venerdì. Così facendo, è stato limitato il potenziale in qualifica delle F1-75 per essere più competitivi la domenica, anche se ciò non è bastato per battere la RB18 di Verstappen. “Anche qui ad Abu Dhabi, la Red Bull è stata più veloce di noi, con Max, come lo era stata la Mercedes in Brasile.” ha giustamente ammesso Mattia Binotto a Formu1a.uno, tra gli altri. Nell’arco della stagione, ma soprattutto dal Belgio in poi, la squadra italiana ha imparato molte cose sugli pneumatici, sia in termini di assetto che di gestione. Passi in avanti, utili e fondamentali per ritrovare quel delicato equilibrio, perso tra depotenziamento della power unit e soprattutto introduzione della Direttiva Tecnica numero 39. Fanno parte di quel processo di (ri)comprensione della F1-75, di cui abbiamo accennato svariate volte negli ultimi tre mesi.
“Spingendo troppo nei primi giri, si tende a distruggere le gomme, in modo anche irreversibile per tutta la durata dello stint.” ha fatto giustamente notare Mattia Binotto. Quello che spesso è successo a Ferrari, un problema poi corretto con un compromesso ossia riscaldandole più lentamente e senza stressarle immediatamente.
Perez non è stato aiutato da Red Bull nella prima e unica sosta di Verstappen
Per cercare di non fornire a Leclerc la possibilità di attivazione del DRS, Checo Perez ha spinto molto durante i primi giri di gara, andando a surriscaldare il battistrada con lo pneumatico ancora ‘freddo’ nel suo cuore. La conseguenza? Si è iniziato a generare un fastidioso graining sulle ruote anteriori che lo ha portato ad una sosta anticipata. “Perez ha commesso un errore nella prima fase di gara: ha spinto troppo sulle gomme cosi che abbiamo dovuto portarlo ai box prima del previsto.” ha fatto sapere Helmut Marko.
A questo punto, non c’era alternativa per il team campione del mondo di considerare per il proprio secondo pilota una strategia a doppia sosta, ossia pareggiare ciò che pensavano dovesse fare anche Ferrari con Leclerc. Tuttavia, sulla F1-75 del monegasco, gli pneumatici anteriori stavano funzionando egregiamente. Così il box rosso ha potuto valutare il passaggio al piano C, ossia una strategia a singola sosta, provando comunque a giocare l’esca dell’undercut. Con un gap di poco meno di 1.5 secondi, Ferrari ha comunicato al monegasco di fare l’opposto di Perez ossia di rimanere in pista se il messicano fosse entrato,. La Red Bull ha quindi reagito montando un nuovo set di gomme dure, quindi proteggendosi dall’undercut, mentre Leclerc restava in pista per provare ad attuare il Plan C.
Lato Verstappen, Red Bull lo ha chiaramente mantenuto sul piano strategico originario, ossia la singola sosta, anche a causa del solo set di gomme dure a disposizione dell’olandese. Tuttavia la sua unica sosta non ha aiutato il proprio compagno di squadra visto che, una volta rientrato in pista, è finito pochissimi secondi davanti proprio a Checo Perez. Tuttavia, l’obiettivo dei due era completamente diverso in quel momento. Verstappen doveva accendere gli pneumatici con cautela, cercando nella prima parte dello stint di risparmiare le gomme per arrivare a fine gara, mentre Perez stava cercando di spingere per massimizzare il tempo sul giro ad ogni suo passaggio, essendo su una strategia a doppia sosta.
Sarebbe servito un ordine di scuderia per non far perdere terreno al messicano, mai arrivato, così che Perez ha iniziato a seguire il compagno di squadra ad una distanza tale per cui non ci fossero turbolenze aerodinamiche dannose per le sue gomme. “Nel secondo stint ero dietro a Max, che era su una strategia a singola sosta. Io invece ero su un piano diverso [due soste], quindi non sono riuscito a massimizzare quello stint perchè non potevo spingere come avrei voluto. In questo stint ho perso probabilmente due secondi per questo.” ha fatto sapere Perez a fine gara. Se consideriamo che nei giri precedenti alla comparsa di Max davanti ai suoi occhi, Checo aveva girato in 30.5 e 30.6 mentre nei due giri successivi ha fatto segnare 31.3 e 31.1, per poi copiare i tempi dell’olandese, possiamo dar ragione alla seconda guida Red Bull.
Leclerc e quel ‘regalo’ ottenuto da Pierre Gasly, un suo grande amico
Nonostante ciò, il titolo di vicecampione del mondo è rimasto in bilico sino all’ultimo giro. Tuttavia, alcuni problemi inattesi, non hanno permesso a Perez di scendere sotto il secondo nei confronti di Leclerc per poter utilizzare il DRS. Un grande amico del monegasco, Pierre Gasly su AlphaTauri ma già con la testa in Alpine, ha fatto perdere secondi preziosi mentre era in lotta con Alexander e stava sopraggiungendo dietro a loro Perez. “Sicuramente ho perso tempo, un secondo o forse di più. Le bandiere blu erano chiare, ma Gasly stava lottando e quindi non mi ha dato facilmente la posizione” ha fatto sapere a fine gara il messicano. “Ho cercato di sorpassarlo il prima possibile ma ho rischiato di finire fuori gara. Fortunatamente sono riuscito a frenare in tempo. In circostanze normali, Pierre era da penalità ma questa è l’ultima gara. Sono contento di poter tornare a casa senza dover discutere” ha concluso il messicano.
Senza contare che la seconda sosta gli aveva fatto perdere due posizioni. Soprattutto recuperare quella nei confronti di Lewis Hamilton è costata altri secondi, visto che gli ci sono voluti due giri per superarlo. Insomma, per la squadra non è stata quindi la strategia il problema del messicano, nè tantomeno il mancato ordine di scuderia. “In termini di strategia, in realtà abbiamo fatto tutto bene.”, ha affermato Helmut Marko. “Il sorpasso su Hamilton gli ha fatto perdere tempo, altrimenti sarebbe arrivato in seconda posizione, sia in gara che nel Mondiale”. Una posizione voluta fortemente e ottenuta meritatamente da Charles Leclerc.
Autore: Piergiuseppe Donadoni