Anche il weekend di Suzuka è stato avaro di soddisfazioni per la Mercedes, al momento inchiodata al ruolo di quarta forza dietro a Red Bull, Ferrari e McLaren. Il team che ha dominato i primi anni dell’era ibrida sta attraversando un momento difficile, nel quale si riflette già sul medio lungo termine sia in termini di sviluppi sia in termini di decisioni relative alla line-up piloti.
La superiorità di Max Verstappen rispetto ai rivali
Dopo appena quattro gran premi, secondo il boss della Mercedes Toto Wolff è già chiaro che nessuno sarà in grado di impensierire Max Verstappen e la Red Bull e la lotta sarà solo per le posizioni di rincalzo: “Nessuno prenderà Max quest’anno. Sta guidando in modo incredibile e la macchina è semplicemente spettacolare. Si vede da come gestisce le gomme. E fondamentalmente questa stagione la lotta sarà per essere il migliore degli altri. Questa è la lotta in corso. Speriamo di poter raggiungere la McLaren e la Ferrari e lottare per la seconda posizione. Questo è quello che è quest’anno e quello che è stato anche l’anno scorso“.
Le possibilità di recupero della Mercedes
La Mercedes W15 al momento rimane una monoposto difficile da interpretare e in questo senso anche il GP Giappone ha dato delle conferme. A Suzuka sono arrivati un settimo e un nono posto sia in qualifica sia in gara, confermando la quarta posizione nelle gerarchie tra scuderie. Il quadro attuale è dunque poco esaltante per la Mercedes e la tentazione di guardare lontano al 2026, quando esordirà il nuovo regolamento tecnico relativo alle power unit, può fare capolino già ora. Wolff ammette che non lottare per i titoli ha minor fascino, ma l’idea di tirare i remi in barca per quasi due stagioni intere viene respinta: “Se la tua aspettativa è quella di correre per vittorie e campionati, allora puoi dire che siamo un po’ in una terra di nessuno, perché Max e la Red Bull sono molto più avanti. Non è soddisfacente per nessuna delle squadre che sta lottando per le altre posizioni. Se dovessi guardare da un punto di vista puramente sportivo, la prima posizione è ciò che conta, non le successive. Ma questa è la realtà che ci troviamo ad affrontare in questo momento e stiamo cercando di trarne il meglio, cioè battere i nostri rivali diretti, pur riconoscendo che qualcuno sta semplicemente facendo un lavoro migliore. Se saremo in grado di soddisfare la nostra ambizione di vincere gare quest’anno non vorrei lasciarla andare, certamente non l’anno prossimo. Nel 2026 ci sarà un grande reset, che sicuramente fornisce l’opportunità più realistica per qualsiasi altra squadra di battere la Red Bull, ma prima c’è ancora una stagione e tre quarti e non voglio soffrire ancora di più nei prossimi 18 mesi“.
La speranza di fare un grosso passo in avanti rimane, soprattutto guardando a ciò che hanno fatto in tempi recenti i rivali diretti: “La Ferrari non era molto competitiva a inizio stagione 2023, ma alla fine ha ribaltato la situazione ed è stata la seconda forza nella fase successiva del campionato – ha ricordato Wolff – Abbiamo visto lo stesso con la McLaren, ed è stato un cambiamento ancora più grande. Non riuscivano a passare la Q1 e alla fine erano regolarmente tra i contendenti al podio. Quindi penso che queste oscillazioni continueranno a verificarsi, al momento non siamo in grado di combattere con loro, ma lo faremo. Questo è certamente un obiettivo realistico, molto più realistico di sfidare Max“.
Il dopo Hamilton: Antonelli o un pilota d’esperienza?
In questo quadro non esaltante, si aggiunge la necessità di trovare il sostituto di Lewis Hamilton. L’impossibilità di lottare per i titoli iridati potrebbe spingere la Mercedes a scegliere di portare al debutto nel 2025 il giovanissimo Andrea Kimi Antonelli, ma Wolff non l’esclude la possibilità di ingaggiare invece un pilota con grande esperienza: “Penso che tu possa guardarlo da diverse prospettive. Credo che siamo in una fase di ricostruzione e bisogna riconoscere che, dopo tre anni dall’introduzione di questi regolamenti, dobbiamo fare le cose in modo diverso rispetto al passato, senza esagerare. Ciò che riterremo buono nel modo in cui operiamo e ricostruiamo potrebbe significare scegliere un giovane pilota e dargli un’opportunità con meno pressione rispetto a lottare per la vittoria immediatamente, oppure mettere un pilota più esperto in macchina che potrebbe aiutarci a uscire dai problemi di performance che abbiamo“.