La Mercedes W12 lavora in una finestra operativa più piccola rispetto alla Red Bull RB16B
PARTE 2 – Un’altra occasione sprecata per Max Verstappen. Pole a Lewis Hamilton, poi Sergio Perez, solo terzo Verstappen che aveva la possibilità di centrare la seconda pole position stagionale. Ottima seconda fila per Charles Leclerc e la sua SF21, quarta forza quest’oggi in pista considerando la forza di Red Bull, Mercedes e la McLaren di Lando Norris, solo settimo per una questione di centimetri (track limits alla Piratella). Solo ottavo Vallteri Bottas. Sainz delude, undicesimo.
Soffermiamoci su Red Bull e Mercedes (qui l’analisi Ferrari).
Verstappen ha perso la pole position al Tamburello. Ma Red Bull ha un vantaggio strategico.
Con una RB16B che non ha deluso le attese, l’olandese arrivava ad Imola da favorito ma un errore al Tamburello, costatogli due decimi, non gli ha permesso di far segnare la seconda pole position stagionale e di perdere addirittura la posizione anche nei confronti del compagno di squadra. Era da Montreal 2019 che Max non partiva in una posizione peggiore rispetto al compagno di squadra.
Ma per Red Bull c’è la nota positiva di Checo Perez e del vantaggio strategico di avere un due vettura contro una da giocarsi per il team anglo austriaco. Ciò che ha (anche) aiutato Lewis Hamilton a vincere il primo Gp stagionale.
“Se la partenza andasse abbastanza bene, dovremmo avere due vetture davanti contro una Mercedes.” – ha affermato Helmut Marko a fine qualifica – “Speriamo che Valtteri non sia troppo veloce a recuperare posizioni poiché vogliamo usare questa posizione in modo aggressivo”.
“La domanda è quanto durerà la Soft e se dopo il primo Pit Perez uscirà nel traffico“, ha detto Wolff (Mercedes). “Perez gestisce bene la gomma ma crediamo comunque che dovrà effettuare la prima sosta presto. Comunque la strategia non è molto peggiore che partire con le medie”.
Perché Red Bull ha differenziato la strategia in Q2?
È stata una decisione presa dal pilota messicano insieme al team. La Soft, secondo Red Bull ma anche la stessa Ferrari, potrebbe non comportarsi in maniera così negativa come la scorsa stagione ed essere un “ottimo compound per la gara”. Da capire comunque quanto durerà la mescola, soprattutto se la pista dovesse essere più “fredda” del previsto con un deleterio graining (Pirelli se lo aspetta un po’ sull’anteriore anche se dipenderà molto dalla temperatura) che potrebbe colpire maggiormente il compound più morbido. Una fermata anticipata, considerando i tanti secondi di percorrenza della Pit (25 secondi + sosta), potrebbe creare problemi di traffico per una certa parte di gara rispetto a chi, partendo oltre la decima posizione, deciderà di partire su Medium o addirittura Hard.
Oltre a ciò, Red Bull ha voluto dare alla sua seconda guida la possibilità di adattarsi al meglio al compound Soft, al contrario di Max Verstappen che usando la Medium in Q2, come Bottas, ha perso un po’ di feeling man mano la pista evolveva.
Ancor più importante su una pista come Imola dove il feeling, soprattutto per piloti che stanno ancora cercando di estrarre il massimo da una (nuova) vettura, come Perez, Ricciardo, Sainz o Vettel, è tutto. E considerando quanto successo in Bahrain, con il pilota messicano out dalla Q2 Perez proprio per la scelta di tentare il passaggio a tutti i costi con la Medium, è stata la scelta giusta.
Le “rosse” saranno poi un importante aiuto per il messicano domani in partenza. “Perez parte con le gomme morbide, Max e Hamilton sulle medie. Questo può essere decisivo su questo rettilineo relativamente lungo”, ha commentato Helmut Marko.
La Mercedes ha recuperato performance?
Il recupero c’è ed è reale, seppur ingigantito dall’errore di Verstappen al Tamburello. Secondo Mercedes se l’olandese non avesse fatto quell’errore, avrebbe preso la pole per 0.2 secondi. Si sarebbe quindi passati dai quasi 4 decimi del Bahrain (100,44%) ai “soli” 2 decimi di Imola (100,27%).
Ma non basta, ancor di più considerando il van[1]taggio dello scorso novembre. “Qui eravamo sei decimi davanti; ora il margine si è ridotto se non addirittura scomparso”, ha detto Wolff. Che poi ha aggiunto che la W12 paga ancora del gap in tutte le macro aree tecniche rispetto alla RB16B. Wolff e in Mercedes esagerano, questa strategia la usano spesso quando devono rincorrere; quel che c’è di certo è che la W12 lavora in una finestra operativa molto più piccola rispetto alla RB16B.
Di certo chi pensava che oggi la W12 potesse perdere ulteriore terreno, per via delle tante curve veloci presenti nel circuito Enzo e Dino Ferrari, si sbagliava. Per tre questioni, con le prime due che si legano pure: la diversità di layout, le condizioni ambientali e gli sviluppi/miglioramento nella comprensione della W12.
Imola è un tracciato completamente diverso, che necessita di un assetto, meccanico soprattutto, notevolmente diverso rispetto al Bahrain. La gestione delle posteriori non diviene più così un problema e se si hanno problemi di bilanciamento, si ha più margine di manovra pur senza mettere troppo in difficoltà gli pneumatici. Senza contare che le condizioni ambientali del weekend aiutano ulteriormente Mercedes.
Ci sono poi le tre settimane di intenso lavoro nella comprensione della W12 da parte dei tecnici del team campione del mondo che, a quanto capito, hanno inciso maggiormente rispetto alla piccola novità su due delle sei derive verticali del diffusore.
Per Bottas problemi di temperature gomme e ingresso curva con le Soft.
Niente a che vedere con i problemi del Bahrain, almeno nei dettagli, lo ha confermato il pilota finlandese stesso che questa volta è stato “qualcosa di diverso” a rallentarlo. Riguarda sempre la parte posteriore della W12, poco bilanciata e ottimizzata sul compound Soft (non verrà utilizzato nella giornata di domani, salvo Safety Car negli ultimi giri) in tutto il weekend. Ma più l’ingresso curva e non, come in Bahrain, la parte centrale o di uscita dove il posteriore si muoveva molto.
“Nel primo tentativo della Q3 sono entrato in curva 3 e improvvisamente ho perso il posteriore. Nel secondo tentativo è successo un qualcosa di simile, seppur in maniera minore”. Un problema che riguarda il riscaldamento degli pneumatici, il DAS aiutava, ora non c’è più, quindi il duo Mercedes deve gestire al meglio entrambi gli assali quando lo scorso anno gli sforzi erano dedicati principalmente al posteriore.
Questo non gli ha nemmeno permesso in Q3 di eguagliare almeno il tempo fatto segnare in Q1 che gli sarebbe valsa la quarta posizione davanti a Charles Leclerc.
di Piergiuseppe Donadoni e Giuliano Duchessa