In attesa che le monoposto scendano in pista per l’ultimo round della prima tripletta di gare del 2025, il Responsabile delle Comunicazioni Mercedes, Bradley Lord, ha offerto alcune delucidazioni su quello che è stato il caso del DRS che ha coinvolto George Russell nel finale di gara in Bahrain. Un’apertura anomala dell’ala posteriore causata da un sistema di ‘backup’ presente sulla W16. L’uomo della stella a tre punte ha poi tracciato le prospettive in vista del weekend in Arabia Saudita. Una tappa che nasconde numerose insidie sul fronte della guida, con un tracciato cittadino che non ammette sbavature e che quindi può rivelarsi più complesso da interpretare per i piloti con meno esperienza. Da questo punto di vista, Lord ha disegnato uno specchietto della crescita di Andrea Kimi Antonelli, che nei primi quattro GP ha ben risposto alle sfide che ha dovuto fronteggiare.
Il retroscena sull’apertura del DRS di Russell in Bahrain: “abbiamo un sistema di riserva che svolge due compiti”
Prima di focalizzarsi sugli aspetti che team e piloti dovranno affrontare in Arabia Saudita, a valle dello scorso GP in Bahrain il Responsabile delle Comunicazioni Mercedes ha chiarito quanto accaduto a George Russell nel finale dello scorso GP. Il pilota britannico è stato infatti colto con il DRS aperto in un frangente in cui non sarebbe dovuto accadere. Una situazione che però non gli è costata nessuna penalità dal momento che si è trattato di una noia connessa ad alcuni problemi accusati dalle centraline della Federazione. “Dalla televisione sembrava che problema ci fosse stato negli ultimi giri, in realtà lo abbiamo avuto da circa metà gara,” ha rivelato Bradley Lord. “Fra le parti che abbiamo riesaminato in fabbrica, abbiamo trovato un trasponder FOM carbonizzato. Come effetto a catena è successo che perdendo il meccanismo che interagisce con il DRS, abbiamo dovuto ricorrere ad un sistema di backup. Ne abbiamo parlato con la FIA e abbiamo ottenuto il permesso di attivarlo manualmente.” In contemporanea, sulla W16 di Russell si è verificata un’altra problematica, che ha ulteriormente complicato la situazione. “In parallelo abbiamo avuto anche un problema al brake-by-wire e quindi George doveva entrare e uscire dalla cosiddetta modalità passiva, in cui ci si affida soltanto ai freni idraulici. Penso che negli ultimi 10 giri abbia fatto fra le 20 e le 30 modifiche in quel senso.”
Il britannico ha dunque rilevato una serie di problematiche che hanno complicato una fase delicata della sua corsa dal momento che stava difendendo una seconda posizione d’oro per il team, mentre Norris stava cercando di chiudere il gap. “Non sapevamo quali ulteriori effetti avrebbe potuto avere il problema al DRS e la nostra più grande paura era che si spegnesse l’intero display sul volante. Fortunatamente abbiamo dei sistemi che ci permettono di continuare a guidare e cambiare marcia.” L’apertura indesiderata dell’ala mobile è stata causata da un sistema di riserva che coinvolgeva la radio. “Abbiamo un sistema radio di backup che si trova in basso nell’abitacolo che, a quanto pare, è anche il backup manuale del DRS. George stava facendo una prova per passare alla radio di riserva e inavvertitamente ha aperto anche il DRS, perché svolge due compiti allo stesso tempo.” Perché non è arrivata la penalità? “C’è un precedente che risale al GP di Baku del 2018, in cui un certo numero di vetture ha dovuto attivare manualmente il DRS perché c’erano delle anomalie ai trasponder. In realtà credo ci fosse un filmato in cui anche Leclerc ha avuto un problema simile e ha avuto il DRS aperto in curva 12.”
Il ritmo del Bahrain ha confermato la giusta direzione del lavoro Mercedes
Archiviata la pratica Sakhir, è il momento di focalizzarsi sulla tappa in Arabia Saudita, dove la Mercedes ha l’obiettivo di confermare il ruolo di seconda forza alle spalle della McLaren. “Sono chiaramente al vertice del gruppo,” ha affermato Bradley Lord in merito all’avversario di Woking. “In base a quello che avevamo osservato nei test, avevamo previsto un gap di circa un secondo nei long run, ma con le condizioni molto più calde che abbiamo avuto il gap è stato molto più piccolo. Vedere che la vettura in quelle condizioni era performante come a Suzuka o in Cina dove era molto più fresco, è stato rassicurante, perché era uno dei punti deboli su cui abbiamo cercato di lavorare durante l’inverno.” Un dato dunque più che positivo che si rispecchia in quello che è stato il percorso della Mercedes in questo inizio di stagione, con piazzamenti a podio in tutte le gare da parte di un Russell in grande spolvero. “Siamo secondi in campionato e mediamente abbiamo la seconda macchina in griglia, il che è davvero incoraggiante.”
Verso l’Arabia Saudita: “Jeddah premia le vetture di cui i piloti possono fidarsi, per cui siamo ottimisti”
A dare ottimi segnali di fiducia, non solo la concretezza di Russell nell’estrapolare il massimo della performance dalla W16, ma anche la crescita di Kimi Antonelli, che sta confermando le attese di Toto Wolff e della brigata di Brackley. “Quando prima di Melbourne avevamo cercato di calibrare gli obiettivi per il primo quarto di stagione, credo che nessuno potesse immaginarsi qualifiche fra i primi cinque e una P4 all’esordio in una gara molto complicata. La compostezza con cui Kimi è entrato in F1, ma anche la determinazione e l’umiltà, sono stati incredibilmente impressionanti.” Dunque un quadro incoraggiante su più fronti, che il Responsabile delle Comunicazioni Mercedes ha completato con le prospettive con cui il team approccia il round a Jeddah. “Pensiamo che la macchina possa funzionare bene, è una pista che premia una vettura di cui i piloti possono fidarsi, stabile e bilanciata ad alta velocità, soprattutto nelle curve davvero veloci del primo settore. Siamo molto fiduciosi di ciò che Jeddah potrebbe offrirci questo weekend.”