Mercedes sta cercando di anticipare alcuni aggiornamenti a Miami

Paolo D’Alessandro
28/04/2022

Autore: Paolo D’Alessandro

Co Autore: Piergiuseppe Donadoni

Il weekend di Imola è stato un mezzo disastro per Mercedes. A mitigare un po’ la delusione è stato il quarto posto di George Russell, massimizzando un potenziale della W13 che attualmente non è da podio o quarta posizione. Lewis Hamilton, invece, ha vissuto un fine settimane terribile anche se ha voluto subito calmare le acque nelle ore successive alla gara. “La McLaren del 2009 è stata la peggiore auto che abbia mai guidato. Mi fido del mio Team, la W13 ha molto potenziale e possiamo tornare al vertice” ha affermato il sette volte campione del mondo. I prossimi appuntamenti saranno cruciali per Mercedes, soprattutto in ottica 2023, ne abbiamo parlato nelle scorse ore.

Mercedes: si vede la luce in fondo al tunnel? Da Miami, una serie di appuntamenti cruciali!

Oramai non è più un segreto: la W13 soffre terribilmente il fenomeno del rimbalzo aerodinamico e questo ne limita parecchio il suo potenziale. A Imola, il fenomeno ha addirittura portato George Russell a soffrire di importanti dolori alla schiena.

A Brackley si lavora intensamente per mitigare e addirittura eliminare questo male dalla W13. “Non ci aspettiamo di risolvere questo problema dall’oggi al domani, ma se riusciamo a capire che stiamo andando nella giusta direzione saremo già piuttosto soddisfatti” ha fatto sapere nel classico Debrief social di Mercedes, Andrew Shovlin, Track Engineer Director del team campione del mondo

Dopo i problemi emersi in Bahrain, i tecnici si sono solamente concentrati sul comprendere il rimbalzo aerodinamico, per provare a trovare una soluzione. Proprio per questo sono stati freezati e ripianificati tutti gli aggiornamenti previsti. A Melbourne, per esempio, Hamilton è sceso in pista per tutto il fine settimana con una W13 ulteriormente in sovrappeso poichè dotata di molti sensori a bordo, questo per raccogliere più dati possibili.

Mercedes W13: è sbagliato il concetto aerodinamico?

Quella luce in fondo al tunnel ora sembrerebbe poter accendersi, sentendo le parole di Andrew Shovlin, che ha confermato alcune nostre anticipazioni: “Non possiamo far funzionare l’auto dove l’abbiamo progettata per funzionare. Dobbiamo farlo ad altezze da terra più elevate e, correndo ad altezze più elevate, abbiamo molte meno prestazioni. Certo, questo potrebbe essere vero per quasi tutte le auto sulla griglia, molte persone soffrono di questo problema e sappiamo che alzare la macchina è un modo per alleviarlo.” “– ha detto il tecnico inglese – Stiamo però vedendo dei segnali incoraggianti e speriamo al più presto, forse già a Miami, di poter introdurre aggiornamenti che possano farci capire se stiamo andando nella giusta direzione!”.

Durante lo scorso weekend, Wolff era già stato piuttosto chiaro. “Abbiamo una direzione che pensiamo ci possa aiutare a sbloccare il pieno potenziale della vettura e che ci avvicinerebbe molto a Ferrari e Red Bull, ma al momento non abbiamo la chiave”. Shovlin ha provato a spiegare che cosa intendeva il suo team principal. “Quando Toto parla di trovare la chiave, intende dire: c’è una soluzione aerodinamica che ci permetta di eliminare il porpoising sulla nostra macchina?”. Senza stravolgere il concetto aerodinamico ‘zero sidepods’ si intende.

La risposta la avranno tra poche settimane. Il nuovo veloce tracciato di Miami, infatti, sarà il primo di una serie di appuntamenti cruciali per il futuro del team campione del mondo. In ballo infatti non c’è solo il proseguo della stagione 2022, ma anche il progetto del prossimo anno.

Velocità di punta e warm-up degli pneumatici due importanti problemi 

Dopo l’appuntamento italiano, molti hanno puntato il dito contro il campione del mondo visto il deludente tredicesimo posto che stride molto rispetto al quarto del suo compagno di squadra. Il primo ad aver preso le sue difese è stato il team principal, Toto Wolff, che aprendosi inradio a fine gara si è scusato con il suo pilota.

Andrew Shovlin ha rivissuto un po’ il weekend del Santerno, parlando di alcuni dei punti deboli della W13 che hanno complicato il lavoro dei piloti. “Quest’anno, e in particolare in questo weekend di Imola, abbiamo avuto un problema di riscaldamento degli pneumatici. La nostra vettura impiega diverso tempo per portare in temperature le gomme e questo ci è costato molto soprattutto in Qualifica, costringendoci a partire dietro nella Sprint Race del sabato”. A complicare la situazione, le tantissime bandiere gialle/rosse che hanno spezzettato la sessione, disputata con condizioni miste, e impedendo cosi ai due piloti del team campione del mondo di poter effettuare stint più lunghi che avrebbero mandato in temperatura le gomme.

Questo è stato il motivo principale anche per cui in Mercedes non hanno azzardato un pit stop anticipato come ha spiegato Shovlin: “Sappiamo bene quanto Lewis Hamilton sia bravo in queste condizioni, ma proprio per il problema di riscaldamento degli pneumatici che abbiamo con questo macchina, e che stiamo cercando di comprendere e risolvere, non abbiamo voluto anticipare la sua sosta, mettendolo in pista con gomme Slick su una pista piuttosto scivolosa”.

Una situazione che non ha aiutato quindi il campione del mondo, rimasto poi bloccato nel traffico, nonostante la possibilità di utilizzo del DRS. Oltre ai problemi di drag e alla mancata superiorità della power unit Mercedes, a cui eravamo abituati e che abbiamo già analizzato su queste pagine, in sfavore di Lewis nel GP di Imola è giunto anche il ‘trenino DRS’.

“Il problema avuto da Lewis è quello che è successo anche durante la Sprint Race ad entrambi i piloti. Ad Imola l’utilizzo del DRS, combinato con l’effetto scia, vale circa mezzo secondo di vantaggio su chi sta davanti. Se però la vettura che ti precede, gode anch’essa di questi benefici, il tutto si annulla e questo ha fatto sì che Lewis rimanesse bloccato alle spalle di Gasly
ha concluso l’ingegnere della Mercedes.

Retroscena: ecco qual’è stato il problema che non ha permesso la regolazione dell’ala anteriore di Russell

Solitamente, passando da pneumatici da bagnato, o intermedi, a quelli di asciutto si modifica la regolazione dell’ala anteriore per ottenere un miglior bilanciamento della vettura. Ciò che voleva fare Mercedes nel momento che George Russell ha cambiato il set di Intermedie, che aveva da inizio gara, con uno di Medium.

“Il problema che abbiamo avuto riguarda le pistole che usiamo per fare queste operazioni” ha spiegato Shovlin, parlando dei sofisticati strumenti che il team utilizza. I pit stop oramai sono velocissimi ed è impossibile eseguire manualmente l’operazione di settaggio dell’ala, per questo molte squadre utilizzano delle pistole che possono memorizzare al loro interno dei programmi preimpostati con i giri che la pistola dovrà compiere per regolare l’incidenza dell’ala.

“Le pistole, urtando i grandi endplate dell’ala anteriore, si sono resettate. Un qualcosa che non ci era mai successo nel passato e nelle prove di Pit Stop ma che dovremo analizzare anttentamente per evitare che succeda ancora”. Un retroscena sfortunato per un George Russell che quindi, ha dovuto stringere i denti nella seconda parte di gara, con una W13 che avrebbe potuto avere un potenziale maggiore. Per questo, Shovlin ha sottolineato come grazie soprattutto ad una sua guida eccellente, siano riusciti ad ottenere una buonissima quarta posizione.

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