Mercedes: a Sochi è stata portata una nuova ala anteriore in stile Red Bull.
“L’uno-due” Hamilton – Verstappen del Gp di Russia è stato il più imprevedibile di questa stagione, frutto di scelte di pit stop azzeccate nel momento clou della gara di Sochi, quando la pioggia ha letteralmente rimescolato le posizioni negli ultimi giri.
Nonostante il risultato finale sia stato praticamente in linea con quello che abbiamo visto per quasi tutta la stagione, la gara è stata abbastanza difficile per Mercedes e Red Bull.
Entrambi i team hanno messo in evidenza quanto possa essere difficile correre una gara a centro gruppo, e come queste monoposto risentano negativamente il dover seguire da vicino altre vetture nelle zone miste del tracciato.
“L’aria sporca” che investe la monoposto che segue, influisce negativamente sulla corretta fluidodinamica delle vetture, andando a far perdere oltre 60% della deportanza quando si è sotto il secondo di distacco.
Questo aspetto dovrebbe essere in buona parte arginato dalle monoposto ad ‘effetto suolo’ del prossimo anno, le quali riceveranno deportanza prevalentemente dai condotti venturi posti sotto al fondo. L’aerodinamica semplificata del 2022 dovrebbe evitare che si formino, con la facilità vista a Sochi trenini di vetture, nonostante chi segue abbia un passo gara potenzialmente più veloce di 1,5 secondo.
Nel caso di Red Bull e Mercedes, questo aspetto è stato particolarmente penalizzante per la rimonta.
Soprattutto per Lewis Hamilton, che clamorosamente è stato in testa per soli 11 giri negli ultimi sette GP (post Francia insomma), senza considerare il non corso evento di Spa, vincendo comunque due Gp (Gran Bretagna e Russia). Verstappen ben 207, vincendone quattro (Austria, Stiria, Spa e Olanda).
Tornando alla gara del campione del mondo, è stata a due facce; il potenziale reale della W12 è venuto fuori solo nel corso del secondo stint di gara, a pista libera e con gomme Hard. Nella prima fase l’inglese c’ha messo non poco a prendere le misure ai suoi avversari, mettendo in risalto come con queste F1 si faccia fatica a sorpassare nel momento in cui chi ti tira la scia ha DRS aperto.
Il compagno di scuderia Valtteri Bottas invece non è mai riuscito ad accendersi, ed è rimasto relegato per tutta la gara in posizioni di centro classifica. Rispetto a Hamilton, Bottas fa più fatica a performare qualora vi siano da effettuare sorpassi non puramente di DRS, con una W12 che ha patito la scelta di aver adottato un assetto aerodinamico molto carico.
Il team di Brackley nel corso del week end russo ha provato, come spesso gli succede, due configurazioni aerodinamiche, effettuando un lavoro di raccolta dati nel corso del venerdì mattina. L’assetto utilizzato dai due piloti è stato il medesimo, con il team che ha prediletto la soluzione più carica di ala posteriore.
Nelle libere Hamilton e Bottas hanno utilizzato due diverse configurazioni di flap mobile, con l’inglese che ha lavorato col flap dalla corda ridotta.
Il regolamento quest’anno ha vincolato il numero di configurazioni di ali posteriore da poter utilizzare, imponendo l’omologazione di un massimo di due diverse specifiche di flap DRS. Mercedes spesso quest’anno ha svolto un lavoro simile a quello visto a Sochi (come ad esempio Portogallo e Azerbaijan), comparando il flap più ampio e quello dalla corda ridotta, a cui aggiungere un eventuale nolder nel bordo alare superiore.
A causa della pioggia attesa al sabato e dalle alte possibilità di prendersi facilmente la prima fila in qualifica, vista la non presenza (sempre ingombrante) di Max Verstappen, relegato in ultima posizione per il cambio di power unit, la scuderia di Brackley ha optato per delle W12 da maggiore deportanza.
Non avendo velocità di punta, l’assetto più carico ha però complicato la rimonta ai due alfieri Mercedes in condizioni di gara.
Anche sull’anteriore era stata provata una differente configurazione tra i due piloti durante le libere del venerdì.
A Sochi è stata infatti introdotta una vera e propria nuova ala anteriore, utilizzata da Valtteri Bottas e poi scartata nelle scelte effettuato nel consueto briefing post FP2.
La nuova specifica va in direzione Red Bull, con una shape centrale meno accentuato di quanto visto finora sulla RB16B, ma con una similitudine nella parte esterna dove l’angolo di attacco torna ad essere più importante rispetto alla vecchia specifica, utilizzata poi in qualifica e gara.
C’è poi il “caso Bottas”, nato nella mattinata di domenica, dopo il secondo cambio power unit in due gran premi (Monza e proprio a Sochi).
Arretramento per una semplice marcatura su Verstappen o derivante da un problema tecnico?
Secondo Mercedes, ufficialmente, per quest’ultima motivazione.
Il tutto parte da un problema tecnico, secondo la ricostruzione ufficiale del team post gara. Dopo le anomalie riscontrate sulla PU di Monza, durante le libere ‘russe’, è stato scelto di portarlo in qualifica con una ‘vecchia’ power unit. Una unità che a detta di Mercedes avrebbe potuto aver problemi a concludere la gara.
Per questo e dopo una qualifica piuttosto deludente, con Bottas classificatosi solo al settimo posto, Mercedes ha deciso di aggiungere elementi freschi, montando i quinti endotermico, turbocompressore e MGU-H sulla sua W12, avendo la possibilità, concessa dal regolamento, di partire comunque davanti a Max Verstappen. Non a caso, prima della gara, Bottas lo ha definito un cambio “strategico”.
Questo la spiegazione ufficiale del team. Tuttavia, seppur Hamilton e Wolff siano stati piuttosto negativi parlando di unità motrici, non sembra esserci un vero e proprio allarme power unit a Brixworth.
Per quanto concerne Red Bull, la scuderia di Milton Keynes ha preventivamente diversificato gli assetti di Verstappen e Perez, optando per una soluzione da meno carico per l’olandese. Di fatto, sapendo anzitempo che Max sarebbe dovuto partire dal fondo, dopo la decisione di implementare la Power Unit numero 4, la scuderia anglo-austriaca ha deciso di implementare sulla monoposto numero 33 un’ala con meno resistenza all’avanzamento.
Il profilo principale usato da Verstappen è più scarico, soprattutto nella zona degli endplate. Rispetto alla versione usata da Perez, sulla RB16B di Max si è scelto di utilizzare un flap mobile con più angolo di incidenza (più carico), provvisto di nolder, per cercare di aumentare la deportanza a DRS chiuso, e di avere nel contempo, pochissima resistenza all’avanzamento in fase di sorpasso (DRS aperto).
La prima parte di gara di Red Bull è stata più efficace, prendendo in considerazione la prestazione di Bottas che partiva poco più avanti di Max. La sua RB16B ha comunque faticato una volta giunta a dover sopravanzare monoposto mediamente più veloci come Ferrari, Alpine e Aston Martin, soprattutto se tutte in DRS. In una pista in cui Red Bull doveva correre in difesa rispetto a Mercedes, il secondo posto finale di Verstappen dopo essere partito ventesimo è da considerarsi come una vittoria.
Aver smarcato le penalità del cambio Power Unit ottenendo un secondo posto finale ha limitato al massimo la perdita di punti in classifica piloti nei confronti di Hamilton, anche grazie ad una chiamata perfetta dell’ingegnere Lambiase per il passaggio alle intermedie che ha portato Max dalle P7 alla P2 in un giro e mezzo.
Autore: Rosario Giuliana e Piergiuseppe Donadoni