La Mercedes W13 ‘mangia’ le gomme a causa del porpoising
Mercedes ha approfittato dei problemi altrui, uscendo dal Bahrain con un bottino insperato alla vigilia del primo weekend stagionale. Il doppio ritiro delle Red Bull ha infatti consegnato a Lewis Hamilton e George Russell un fondamentale terzo e quarto posto, seppur la W13 non sia mai stata concretamente in lotta per queste posizioni.
Tuttavia, in una stagione cosi lunga e di completa rottura tecnica, che potrebbe mostrare anche importanti recuperi prestazionali tra una macro fase e l’altra, “non è importante arrivare primo o secondo nella prima gara, l’importante è raccogliere punti” per dirla alla Verstappen. Come nella passata stagione, Mercedes è scesa in pista per massimizzare il risultato e ha portato a casa l’obiettivo.
Il porpoising non permette di estrarre il potenziale della W13
La squadra anglo tedesca è convinta che la W13 abbia un enorme potenziale, ma che per il momento non sia possibile esprimerlo in pista. Il porpoising (per saperne di più) è chiaramente il maggior male che affligge questa vettura, poichè non permette agli ingegneri di poter utilizzare assetti ottimizzati.
Questo particolare effetto, causato intrinsecamente da come lavora l’effetto suolo, anni fa era stato risolto tagliando alcune parti laterali dei fondi o inserendo dei fori che fungessero da valvole di sfogo in modo che l’aspirazione verso il suolo si riducesse. Sono le stesse soluzioni, diversamente contestualizzate per via di macchine completamente diverse, che hanno intrapreso tutti i team nelle scorse settimane. Anche Mercedes, che in Bahrain ha fatto debuttare un nuovo fondo, ‘tagliato’ nella parte esterna. Non ha funzionato e per questo dovuti tornare alla vecchia specifica.
Insieme al feedback dei piloti, gli ingegneri hanno lavorato molto sugli assetti della W13 ma la coperta è ancora piuttosto corta. La nuova arma di Lewis Hamilton e George Russell non può permettersi di correre troppo vicina al suolo, pena un porpoising troppo accentuato, non solo in rettilineo bensì anche nelle curve veloci. I tecnici del team anglo tedesco hanno quindi alzato la vettura, perdendo molto carico aerodinamico. “Alla fine, è una questione di carico aerodinamico; a causa del porpoising, non abbiamo il carico aerodinamico di cui abbiamo bisogno” – ha commentato Lewis Hamilton – “Red Bull e Ferrari hanno la loro macchina in una posizione molto migliore e stanno estraendo – forse non tutto il carico aerodinamico – ma certamente più di noi”.
Hamilton ha ragione. Ferrari ha spiegato che le soluzioni utilizzate finora sono dei palliativi per limitare il porpoising, un qualcosa che ci “serve per fermare l’oscillazione ma che ci ha fatto perdere un pò di prestazione”. Il team italiano è già al lavoro su una nuova specifica di fondo che avrà l’obiettivo di far esprimere la vettura al suo picco di prestazione senza limitazioni indotte dal saltellamento.
La Mercedes ‘mangia’ le gomme perchè manca carico aerodinamico
“Per cinque giri sono riuscito a seguire la Ferrari di Sainz, ma poi è volata via…” ha fatto sapere Lewis Hamilton. La gomma nuova e un ritmo non cosi brillante di Carlos Sainz avevano in parte mascherato il deficit tra le due vetture. Ma dopo pochi km, la F1-75 è riuscita ad incrementare il passo, mentre le due Mercedes hanno iniziato a rallentare in modo vistoso. Lewis Hamilton è stato il primo pilota ad effettuare il pit stop, al giro 12, montando gomme Hard, scelta sorprendente ma che Mercedes ha giustificato facendo riferimento appunto all’eccessivo degrado che li stava colpendo. In quel momento la vetta era distante ben 12 secondi, il che si traduce in un distacco di 1 secondo al giro da Charles Leclerc.
Tuttavia, per una W13 dal poco carico aerodinamico non è stata una scelta cosi saggia. Ferrari e Red Bull intanto puntavano su Soft e Medie. Dopo altri 16 giri il successivo pit stop per l’ex pilota campione del mondo, con un distacco dal leader di 28 secondi, pagando sempre quel secondo al giro da Leclerc che è stato una certezza in Bahrain. Anche sulla Medium, la perdita di performance è stata ben visibile dopo 9-10 giri.
Lewis Hamilton riusciva a estrarre qualcosa di più dalla sua W13 nei primi giri di stint, accusando però poi un forte degrado su ogni tipo di mescola. Russell era leggermente più costante di lui nei tempi, ma al tempo stesso pagava un gap dal compagno di squadra che non lo ha mai portato ad impensierirlo.
Mercedes ultima nella media dei pit stop effettuati
Non solo terza forza in pista, con il problema del porpoising da risolvere in fretta, bensì anche un problema ‘pit stop’. I campioni del mondo sono arrivati ultimi nella particolare media dei pit stop effettuati da tutte le squadre. Davanti a tutti Ferrari, come al traguardo.
La squadra anglo tedesca non vuole parlare troppo di questa situazione, adducendo il rallentamento ai nuovi pneumatici a basso profilo con cerchi da 18 pollici, molto più pesanti, e per via dei nuovi copricerchi che non permettono un facile inserimento dell’avvitatore. Per tutti però.
I numeri parlano chiaro: mentre la fermata più veloce della gara, ad opera della RB18 di Sergio Perez, ha richiesto solo 24,2 secondi se consideriamo la percorrenza della pit lane insieme ai secondi del cambio gomme vero e proprio, la Mercedes di Lewis Hamilton ne ha avuto bisogno di 25,5. Se questi numeri li confrontiamo alla passata stagione, Red Bull ha perso 4 decimi nell’effettuare i pit stop, Ferrari solo uno mentre Mercedes addirittura un secondo.
Hamilton: “In Arabia avremo gli stessi problemi” ma in maniera minore?
“Quello di cui stiamo soffrendo non è sicuramente un problema specifico di una o dell’altra pista, perché lo abbiamo avuto anche a Barcellona che è un circuito certamente meno sconnesso del Bahrain”, ha detto Lewis Hamilton. Anche la pista dove si correrà il secondo gran premio stagionale, in Arabia Saudita, è una pista meno sconnessa, oltre a richiedere assetti più rigidi rispetto al Bahrain. Questo secondo il team campione del mondo permetterà forse di nascondere un pò i problemi. “Nella prossima gara avremo lo stesso problema a meno che non riusciremo in qualche modo a risolverlo. Mi fido della squadra, ci sono tantissime persone, incredibilmente intelligenti, che lavorano 24 ore su 24 per trovare le giuste soluzioni” ha detto il sette volte campione del mondo.
Tuttavia, una soluzione immediata sarà difficile da trovare per il team campione del mondo. Anche considerando le limitazioni nello sviluppo in termini di ore e corse in galleria del vento e come fluidodinamica computazionale (CFD). “In tempi di budget cap e aumento dell’inflazione, non è intelligente lanciare aggiornamenti nella galleria del vento e aspettare di vedere quali di loro funzionano e quali no. In questa stagione le risorse devono essere pianificate con attenzione” ha fatto sapere Toto Wolff. “Nel brevissimo periodo dobbiamo capire esattamente come estrarre le massime prestazioni della W13 cosi com’è, estraendone i suoi punti di forza” – ha fatto sapere Toto Wolff – “Successivamente porteremo in pista degli aggiornamenti che ci potranno fare un passo in avanti importante e non nuove parti sviluppate a caso”. Risolvere il porpoising potrebbe sbloccare un bel quantitativo di decimi per Mercedes che, come avevamo anticipato su queste pagine, può valere anche la bellezza di 7 decimi di secondo, come confermato lo scorso weekend da Aston Martin. Non tanto in termini di giro secco, piuttosto sul passo gara.
Intanto, nessuno in casa Mercedes vuol parlare di vettura B durante l’anno. “Ci siamo impegnati su questo concetto [zero sidepods] e siamo fermamente convinti di aver scelto la strada giusta”, ha chiosato Toto Wolff.
Autore: Piergiuseppe Donadoni
Co Autore: Paolo D’Alessandro