A Long Beach fervono i preparativi per la 50^ edizione del Gran Premio, quest’anno terza tappa di una stagione IndyCar iniziata nel segno di Alex Palou. Nella magnifica cornice della costa californiana i 27 piloti della serie a stelle e strisce sono pronti a combattere contro le numerose sfide presentate da un circuito cittadino ricco di insidie e spesso capace di offrire gare tanto spettacolari quanto incerte. Per di più, in occasione del 50° anniversario l’organizzazione ha deciso di estendere la lunghezza della corsa, che passa da 85 a 90 giri, proponendo alle squadre un’incognita in più in riferimento alle strategie.
TUTTI CONTRO PALOU
All’importanza dell’evento stesso, il più longevo in IndyCar dopo la 500 Miglia di Indianapolis, si unisce l’aspetto competitivo: Long Beach, infatti, è molto attesa anche per capire se qualcuno sia in grado di fermare Alex Palou, che sembrerebbe disporre del massimo controllo della categoria. Lo spagnolo classe 1997 ha iniziato la stagione ottenendo due strepitose vittorie tra St. Petersburg ed il Thermal Club, inscenando un primo tentativo di fuga dopo sole due gare svolte. Il pupillo di Chip Ganassi Racing arriva a Long Beach con ben 41 punti di vantaggio sul primo inseguitore, Pato O’Ward, margine non troppo distante dai 54 punti assegnati dalla IndyCar in ogni weekend di gara.
Per tale motivo l’affascinante GP californiano non può che rappresentare un appuntamento cruciale per chi ha iniziato l’anno spinto da grandi ambizioni, scontratesi però con quelle dell’inossidabile catalano, apparentemente imbattibile. Per di più, Palou ha un bel ricordo risalente al 2021, quando la stagione si è chiusa proprio a Long Beach con la conquista del primo titolo della carriera da parte del numero 10.
Ma gli altri non resteranno sicuramente a guardare, consapevoli che non si possano concedere assist al campione in carica e, al contempo, consci del fatto che questo evento spesso sia molto simile ad una lotteria. Lo dimostra Dixon, autore nel 2024 di un’impresa degna di nota vincendo con una strategia apparentemente infattibile, grazie alla quale ha percorso 10 giri in più degli avversari nell’ultimo stint.
PENSKE: VIETATO SBAGLIARE
Ad approfittare della naturale imprevedibilità di Long Beach deve essere il Team Penske, troppo indietro rispetto alle attese, specialmente dopo l’epilogo del Thermal Club, tappa in cui solo Will Power ha fatto capolino nella Top10 (6°), mentre Newgarden e soprattutto McLaughlin hanno raccolto poco e nulla. Le 7 vittorie ottenute a Long Beach, l’ultima nel 2022 con Newgraden, rappresentano il più grande stimolo per dare un segnale, cancellando immediatamente un inizio di stagione non all’altezza di una squadra di tale caratura.
Occasione da non perdere anche per Andretti e Arrow McLaren, team messi meglio rispetto a Penske sì, ma non ancora a livello del binomio Palou-Ganassi. Da non sottovalutare Meyer Shank Racing, forte della collaborazione con Chip Ganassi e di un Felix Rosenqvist – 5° in classifica – ad ora molto costante. Peraltro, lo svedese, arrivato a quota 100 gare, è l’ultimo Poleman del Gran Premio di Long Beach.
NUOVA SFIDA PER PREMA
Da capire, invece, come Prema affronterà per la prima volta un GP dall’alto coefficiente di sfida. La squadra diretta da Piers Philips è stata colpita da qualche problema di gioventù, aspetto fisiologico considerando la poca esperienza in IndyCar, ed ora va alla ricerca di una stabilità che potrebbe risultare utile sia a Callum Ilott che al rookie Robert Shwartzman. Tra l’altro, l’israeliano ha svolto un test nell’ovale di Nashville, superando il primo step richiesto ai debuttanti per partecipare alla 500 Miglia di Indianapolis.
A livello strategico i 5 giri aggiunti potrebbero cambiare un po’ i piani delle squadre, che fino all’anno passato hanno impostato le gare su due pit stop. Con un pieno di carburante si potrebbero raggiungere i 30 giri, ma non si hanno dati sui consumi dei motori ibridi. Occhi anche alla Pace Car, solitamente protagonista a Long Beach. Da comprendere la durata delle gomme, specialmente le più morbide, così come il funzionamento delle dure, sempre difficili da mandare in temperatura.
Inoltre, come da tradizione la pista ospita il GP dell’IMSA (gara in programma sabato alle 23:00, dopo le qualifiche della IndyCar), categoria che utilizza pneumatici Michelin. Da specificare anche il delta time delle soste poiché la pit lane di Long Beach è una delle più lunghe del calendario. Svolgendo un pit stop standard si dovrebbero perdere dai 35 ai 37 secondi.
LE STATISTICHE DEL GP DI LONG BEACH
- Record vittorie piloti: Al Unser Jr. – 6
- Vittorie piloti attivi: Will Power (2008-2012), Alexander Rossi (2018-2019), Scott Dixon (2015-2024), Colton Herta (2021), Josef Newgarden (2022), Kyle Kirkwood (2023)
- Record vittorie squadre: Team Green/Andretti, Chip Ganassi Racing, Team Penske – 7
- Vittorie team attivi: Team Green/Andretti (7), Chip Ganassi Racing (7), Team Penske (7), A. J. Foyt Racing (1), Ed Carpenter Racing (1), Sam Schmidt Peterson (attuale Arrow McLaren, 1)
- Record Pole piloti: Hélio Castroneves – 4
- Pole piloti attivi: Will Power (3), Alexander Rossi (2), Josef Newgarden (1), Colton Herta (1), Kyle Kirkwood (1), Felix Rosenqvist (1)
- Dalla Pole alla vittoria: 11 volte su 49 edizioni
IL PROGRAMMA DEL GP DI LONG BEACH
SABATO 12/04
- Prove 1: 00.00
- Prove 2: 17.30
- Qualifiche: 20.35
- Gara IMSA: 23.00
DOMENICA 13/04
- Warm-up: 18.00
- GARA: 22.40, live su Sky Sport F1, in streaming anche su NOW