Il 2024 della Formula 1 è stato un’annata unica ed irripetibile per appassionati e addetti ai lavori. Un campione del mondo che si è confermato tale pur senza disporre della macchina migliore, un mondiale costruttori rimasto aperto fino all’ultima gara, due nuovi vincitori di GP, una Ferrari che ha vinto due delle grandi classiche, il pilota più vincente che ha lasciato la squadra che lo ha reso tale e molto altro ancora… Queste sono soltanto alcune delle immagini che resteranno impresse ripensando all’ultimo mondiale, che potremmo dire abbia riservato nuovi spunti ‘all’ordine della gara’. Per la stragrande maggioranza della stagione, il leitmotiv è stata la difficoltà nel fare pronostici, proviamo quindi a ripercorrerla in ordine cronologico tracciandone i 10 momenti più significativi.
1. Hamilton-Ferrari: la notizia del decennio
La stagione 2024 verrà ricordata come quella dall’inizio più dirompente della storia. L’alba mondiale è arrivata infatti ben prima dell’appuntamento inaugurale in Bahrain. Il 1° febbraio resterà una data incisa nei libri di storia del Circus Iridato, dal momento che quella che per anni era stata una suggestione di fantamercato, si è trasformata in concretezza. Il trasferimento di Lewis Hamilton dalla Mercedes alla Ferrari ha inevitabilmente scompaginato le carte del campionato ancor prima che iniziasse. Potremmo dire infatti che sia stato un vero e proprio argomento al centro dell’attenzione per l’intera annata, ogniqualvolta si è parlato di futuro, sia per la Ferrari, ma anche per la F1.
2. Si scende in pista: Max riparte da dove era rimasto
Volgendo i riflettori alla pista, con l’avvio del campionato le prestazioni della Red Bull e di Max Verstappen hanno subito dato l’impressione che non ci sarebbe stata storia per nessuno. Dal Bahrain alla Cina, passando per Arabia Saudita e Giappone, l’assolo del podio è stato l’inno olandese. La tappa di Melbourne, con la doppietta Ferrari arrivata anche grazie al problema di affidabilità dell’olandese, è stata l’unica parentesi diversa nell’economia di una prima frazione di mondiale disputata nel segno del dominio del campione del mondo in carica.
3. A Miami cambia la musica: la prima di Norris
Il primo punto di svolta del mondiale 2024 è arrivato in quel di Miami, quando la McLaren ha portato il primo pacchetto di sviluppi della stagione. Possiamo dire anzi che la vera veste della MCL38 sia arrivata alla sesta gara, che ha rappresentato un momento importante su due fronti. Dal punto di vista tecnico, la prima tappa statunitense ha rappresentato l’avvio di una stagione in cui la McLaren ha dimostrato di disporre la vettura complessivamente migliore, ma non solo. Il GP ha infatti segnato un punto focale nella carriera di Lando Norris che, dopo anni in cui era rimasto ‘l’incompiuto’ sul fronte dei successi, ha finalmente messo il suo primo sigillo nella categoria di punta del motorsport.
4. Sulle strade di casa: il successo di Leclerc a Monaco
In termini di sviluppi tecnici anche la Ferrari si è resa protagonista in positivo e lo ha fatto davanti al pubblico di Imola, quando, con il debutto del primo pacchetto evolutivo su quella che è diventata la SF-24 EVO, sono arrivati i riscontri aspirati dai tecnici. I frutti sono arrivati sulle strade del principato di Monaco, quando Charles Leclerc ha spezzato la maledizione che perdurava sin dal suo debutto in F1, vincendo a casa propria. Una gara che, se da un lato è stata la più magra della stagione in termini di azione in pista, dall’altro è stata una delle più ricche sul piano delle emozioni dopo la bandiera a scacchi.
5. Ferrari: ‘odio l’estate’
Quello che sembrava l’antipasto di una risalita rossa, si è trasformato in un vero e proprio incubo nella trasferta oltreoceano in Canada. Il doppio ritiro di Montreal in un weekend in cui nulla è andato per il verso giusto, ha rappresentato per la Ferrari l’inizio di un’estate indigesta. Gli sviluppi introdotti a Barcellona hanno dato parecchio filo da torcere in termini di interpretazione della monoposto. Una serie di problemi che la scuderia di Maranello si è trascinata fino alla sosta estiva perché, se da un lato i tecnici hanno lavorato duramente per ritrovare la quadra, dall’altro ciò ha richiesto inevitabilmente del tempo e in questa finestra la Ferrari ha remato e non poco. I numeri non mentono, dopo la vittoria nel Principato, il team ha raccolto due soli terzi posti nelle sei gare prima della pausa estiva.
6. Verstappen-Norris: la nascita di una nuova rivalità
L’emblema di una McLaren a caccia dei dominatori di Milton Keynes è stato il GP d’Austria, quando per la prima volta dopo tanto tempo, Max Verstappen si è ritrovato sotto pressione. Ad insidiare la posizione dell’olandese, un Lando Norris galvanizzato da una monoposto in piena ascesa, a discapito di un avversario stizzito invece da un mezzo in fase calante. Il denominatore comune è stato però la fame di successo, che ha condotto verso quello che è stato il primo di diversi duelli al cardiopalma fra i due. Dopo la lotta pulita nella Sprint del sabato, nella domenica di Spielberg i due sono arrivati al contatto mentre lottavano per la vittoria, siglando l’inizio di una rivalità sportiva che sarebbe riemersa poi anche in altre occasioni, come ad Austin e a Città del Messico.
7. La parentesi Mercedes: Hamilton emoziona e torna al successo
Dopo due annate di buio, anche il 2024 per la Mercedes era cominciato nel segno delle difficoltà. Per tutto il primo terzo di campionato la stella a tre punte ha faticato nel trovare la giusta finestra di utilizzo della W15, con evidenti ripercussioni sui risultati. Ma con l’arrivo dell’estate qualcosa è cambiato. Dopo il successo di George Russell in Austria, maturato grazie al contatto fra Verstappen e Norris, a Silverstone Lewis Hamilton è tornato al successo dopo due anni e mezzo. Una vittoria colma sia sul fronte del carico emozionale, ma ricca di significato anche per la stessa Mercedes, che si è poi replicata anche in Belgio. I tre successi in quattro gare restano però soltanto una parentesi nell’economia del campionato, visto che fino al GP di Las Vegas le fatiche sono tornate a prevalere.
8. A casa nostra: la Ferrari torna a brillare davanti ai propri tifosi e si rimette in lotta
La fotografia più bella della stagione Ferrari non può che essere la marea rossa sotto al podio di Monza, dopo la vittoria di Charles Leclerc. Il GP d’Italia ha rappresentato per la rossa non solo una carica e una spinta emotiva per lo sprint finale del campionato, ma ha siglato anche il superamento delle difficoltà che hanno tediato la squadra per tutta l’estate. Il pacchetto portato a Monza dall’equipe di Frédéric Vasseur ha dato alla SF-24 una nuova veste, rimasta tale per gran parte dell’ultimo capitolo del campionato. La stessa forza è stata infatti dimostrata anche dopo la pausa autunnale, con il successo di Leclerc nella gara di Austin e l’ultima vittoria di Carlos Sainz in rosso al GP del Messico. Una serie di successi che hanno rilanciato la Ferrari nella lotta per il titolo costruttori.
9. Verstappen: il capolavoro che vale il quarto titolo
Con il rientro dalla sosta estiva il fil rouge della stagione ha raccontato di un Norris che, gara dopo gara, ha continuato a rosicchiare punti su un Verstappen in affanno, arrivando ad un passo dal riaprire la questione per il titolo piloti, quantomeno numericamente. Le speranze del pilota McLaren si sono spente però sul bagnato in Brasile, quando l’olandese ha inscenato una delle prove più brillanti della carriera, vincendo la corsa partendo dal fondo della griglia, a discapito del rivale che scattava dalla pole. Un capolavoro che ha messo in luce la classe del pilota olandese, che nella tappa successiva a Las Vegas si è assicurato la certezza matematica del quarto titolo.
10. McLaren VS Ferrari: un duello deciso dai dettagli
I 14 punti che hanno deciso la partita per il titolo costruttori dimostrano quanto i dettagli abbiano fatto la differenza. Guardando al box di Maranello, la Ferrari rimpiangerà episodi della seconda parte di campionato come la brutta qualifica di Singapore o l’incidente di Sainz all’ultimo giro in Azerbaijan. Al tempo stesso anche la McLaren non è stata esente da errori nel corso della stagione, sia strategici, che nella gestione piloti. Un fazzoletto così ridotto è la prova di come, nell’economia di un intero campionato siano tanti i frangenti in cui si potrebbe individuare un episodio potenzialmente decisivo, in positivo o in negativo. Il risultato rimane quello di un testa a testa che ha riportato al vertice due squadre storiche che, dalla prima fila della griglia dei valori in campo, si rimandano l’appuntamento al 2025.