I dati Pirelli del 2024 tra chilometraggi, mescole, stint più lunghi e record

Mattia Barzaghi
30/12/2024

La stagione appena conclusa si è trattata della più lunga della storia della Formula Uno, con ben ventiquattro appuntamenti, due in più rispetto all’anno scorso. Di conseguenza, in casa Pirelli si sono raggiunti numeri di produzione da record. Il fornitore esclusivo di pneumatici ha emanato anche i dati sulle mescole adottate e non dai team e sulle temperature registrate in tutto l’arco della stagione.

Utilizzo degli pneumatici: il bilancio tra slick, intermedie e full wet

La casa Italo-cinese fa sapere che i 5298 set di pneumatici utilizzati dalle squadre hanno coperto una distanza totale di 334.942,175km, 27.016 in più rispetto alla scorsa stagione, in quanto non ci furono i GP di Imola e di Shanghai. La maggior parte dei chilometri percorsi è stata coperta dalle gomme slick, per il 93,59% – dato quasi invariato rispetto alla scorsa stagione. È in leggero incremento invece il chilometraggio su gomma intermedia, essendo passati dal 5,67% dello scorso anno al 5,84% del 2024. Ancora in calo, invece, l’utilizzo della gomma full wet, in cui si è passati dallo 0,64% dello scorso anno allo 0,57%. La casa Italo-cinese ha fornito ben 8.016 set di pneumatici nel corso della stagione, ma 2.718 di questi non sono mai stati utilizzati.

Per questo, con il processo ‘strip and fit’ Pirelli ha potuto rimettere a disposizione delle squadre coperture montate ma mai utilizzate. Questo processo ha permesso di risparmiare la produzione di circa 3.500 coperture aggiuntive. I set di slick mai utilizzati sono stati infatti 935 (11,66%) mentre quelli ad aver percorso massimo tre giri sono stati 948 (11,82%). A causa di ciò, da tempo si discute già una modifica in questo ambito, al fine di migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle gomme nei weekend di gara.

 

Mescole: domina ancora la C3, sorpasso della C5 sulla C2. C1 in fondo alla classifica.

Pirelli questa stagione ha eliminato la mescola C0, mettendo a disposizione una scala di coperture che va dalla C1 alla C5 (per la prossima stagione si ragiona anche sull’introduzione dell C6). La mescola preferita dalle squadre è stata ancora una volta quella situata in centro alla scala, la C3, per il 32,06% dei chilometri percorsi, in calo però dall’anno scorso di circa 4pt percentuale. La seconda copertura più impiegata dalle squadre è stata la C4 (23,47%), stessa posizione della scorsa stagione. Cambia la classifica, invece, per il gradino più basso del podio, il quale viene aggiudicato dalla C5 (16,84%), sorpassando la C2 (14,97%). Questo sorpasso è dettato dal cambiamento della gamma delle coperture scelta da Pirelli per Melbourne e Interlagos, in cui si è passato da avere C2-C3-C4 nel 2023 a C3-C4-C5 quest’anno. La mescola più dura in assoluto rimane al quinto posto, con solo il 5,56% dei chilometri percorsi. In calo risultano i chilometri percorsi con i set prototipi, circa 2.306km, a causa del loro utilizzo limitato ad una sola sessione di prova libera in Città del Messico, al contrario della scorsa stagione che avevano effettuato diversi chilometri anche a Barcellona e a Suzuka.

Stint più lunghi: Primato per Gasly sulla C3 a Baku

Con 50 giri, Pierre Gasly su Alpine si è aggiudicato il primato per la porzione di gara più lunga effettuata con lo stesso treno di pneumatici. A Baku, il francese ha percorso 300,15 km con la C3, la mescola più dura di quel weekend. Sulla C2, il chilometraggio più alto è stato quello di Charles Leclerc su Ferrari a Jeddah, con 43 giri, mentre sulla C4 il record è stato di George Russell a Monaco, con 256,949 km in 77 giri. Sulla mescola più dura in assoluto, il primato spetta a Nico Hulkenberg su Haas, che ha percorso 242,763 km (57 giri) nel GP di Zandvoort. Infine, Yuki Tsunoda su Racing Bulls ha dominato con la mescola più morbida, percorrendo 141,820 km a Singapore. La Racing Bulls è protagonista anche nel settore delle gomme da bagnato: Tsunoda ha percorso 191,844 km su gomma intermedia a Montreal, mentre Liam Lawson ha coperto 81,871 km con le Full Wet nell’ultima parte di stagione.


Ungheria e Imola i gp più caldi in termini di asfalto. Silverstone e Las Vegas i più freddi. 

Per ciò che concerne il meteo, Interlagos ha registrato la più alta temperatura dell’aria alla domenica con ben 35.6 gradi. D’altra parte, la temperatura più bassa è stata rilevata da Silverstone, con soli 13.9 gradi. Passando all’asfalto, il massimo assoluto di temperatura è stato registrato all’Hungaroring, venerdì, con 58.6 gradi, mentre alla domenica il picco é stato è stato a Imola con 52.5 gradi. Il primato del manto stradale più freddo in assoluto va al circuito di Silverstone, in cui si sono raggiunti soli 12.8 gradi, mentre quello in gara va Las Vegas con 16.8 gradi, agevolata anche dal periodo stagionale e dall’orario.

A Suzuka il maggior numero dei pit stop. Montecarlo fanalino di coda con solo sette soste.


Nonostante il tempo avverso di Interlagos e Montreal, secondo Pirelli la gara in cui sono stati effettuati più pit stop è stata quella di Suzuka, con 46 soste. Quasi tutti i team avevano optato per le due soste, ma c’è stato anche chi, invece, ne ha fatti addirittura tre o chi solo uno, come per esempio Charles Leclerc. Il weekend in cui si è vista meno azione in pit lane alla domenica è stato quello di Montecarlo. Nel GP del Principato, infatti, dopo il caos in partenza è stata esposta la bandiera rossa. Questo ha portato inevitabilmente ad un pit stop ‘gratis’ per tutti, per procedere poi così fino alla bandiera a scacchi. In quel fine settimana sono stati effettuati solo sette soste totali.

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