GP USA: Verstappen vince di strategia, Ferrari recupera terreno su McLaren
Tutto è più grande in Texas – e dunque va da sé che il Gran Premio degli Stati Uniti oggi avvenga davanti ad un pubblico record di 140.000 spettatori, la quota più alta della stagione.
La Domenica di gara ad Austin inizia con un po’ di pioggia sull’asfalto ed un cielo coperto che non fa presagire il meglio per la gara, ma le nuvole si diradano in fretta e le temperature tornano a salire ad un’ora dalla partenza. In questo lasso di tempo arriva anche una correzione alle Note dei Direttori di Gara che, per motivi di sicurezza, e dopo i problemi riscontrati nella seconda gara della W Series, hanno deciso di rimuovere i dissuasori in Curva 1, aggiungendola alla lista dei punti che saranno monitorati tramite sensori appositi per i Track Limits insieme a Curva 6, 9 e 19.
Dopo qualche giro di ricognizione, le vetture si schierano in griglia – tutte, ad eccezione della Ferrari di Carlos Sainz e dell’AlphaTauri di Yuki Tsunoda, passati al Q3 su gomma Soft, provviste di un treno di Pirelli C3 Medie. Mentre i piloti assistono alla cerimonia dell’Inno Nazionale, i meccanici dell’AlphaTauri lavorano sulla monoposto di Gasly per un sospetto problema ai sensori.
A pochi minuti dalla partenza sono 36 i gradi dell’asfalto, 28 quelli dell’aria – ed il cielo si è aperto scoprendo un sole che scalda la pista. Non una buona notizia per i team che speravano in temperature più basse per favorire la gestione pneumatici, come sempre molto importante su un circuito abrasivo come il COTA.
Dopo un giro di formazione, i semafori si riaccendono e poi si spengono uno ad uno: è arrivato il momento della partenza del Gran Premio degli Stati Uniti.
Al Via
Aggressivo da subito Verstappen su Hamilton, che con uno scatto si era portato avanti già prima di arrivare in Curva 1; il pilota della Red Bull stringe la Mercedes di Hamilton all’altezza dell’uscita della pitlane, ma il campione britannico ha la meglio e conquista la posizione. Dietro, Pérez e Leclerc entrambi decidono di adottare un approccio più cauto in Curva 1, mentre Ricciardo sfrutta la sua buona partenza e attacca subito Sainz, che perde posizione e poi la riconquista nuovamente in Curva 6. Alla battaglia McLaren-Ferrari si aggiungerà anche Norris, che in Curva 12 attaccherà Sainz all’interno, mentre Ricciardo farò lo stesso all’esterno. Sainz andrà fuori pista per evitare il contatto, e cederà la posizione guadagnata su Ricciardo, mantenendo però quella su Norris – che in radio intanto si lamenta del sorpasso avvenuto fuori dai limiti della pista.
Più indietro, Bottas ha cercato di superare Tsunoda in partenza, ma il giovane dell’AlphaTauri si difende bene – così come aveva fatto contro Hamilton in Turchia. Gasly, scivolato dietro il pilota Mercedes, non ha avuto una partenza brillante e resta staccato dalla Top 10. Si gira invece Stroll per un contatto con Latifi in Curva 1, mentre Mazepin è costretto a fermarsi per un problema con il suo headrest, che si è staccato dalla vettura.
Mentre avanti da una parte il confronto Hamilton-Verstappen e dall’altra Sainz-McLaren (con Pérez e Leclerc tranquilli nel mezzo) continua, con ritmi abbastanza vicini tra di loro, al terzo giro si ferma anche Ocon dopo un contatto in partenza con Giovinazzi. L’Alpine del francese esce dai pit su gomma Hard, avendo subito buoni riscontri sulla mescola più dura di questo weekend.
Tre giri più tardi si fermerà anche Latifi, che dopo il contatto con Stroll decide di cambiare la sua ala anteriore e montare gomma Hard. All’uscita dai box si ritroverà ruota a ruota con Ocon, ma il pilota della Williams riesce a mantenere la posizione.
Verstappen, nel frattempo, non ha mollato la lotta per un secondo – ma accusa da subito surriscaldamento delle sue gomme Medie; il pilota della Red Bull è rimasto vicino ad Hamilton, e nel settimo giro si ritroverà nel suo DRS, ma non avrà modo di sferrare un attacco. Deciderà dunque, al giro 11, di fermarsi per provare un undercut – strategia molto efficace su questo circuito dati i ridotti tempi di transito in pitlane.
Fatica nella gestione gomme anche Sainz, che su gomma Soft riesce a malapena a tenere dietro la McLaren di Norris, ora all’attacco. I due si scambiano posizione più volte nel giro, anche per un’imposizione della Direzione Gara successiva all’incidente del primo giro. Alla fine però Sainz riuscirà a restare avanti, restando sul ritmo di Ricciardo. Più avanti, la Ferrari di Charles Leclerc gira su tempi che non sono al passo dei primi, ma comunque più veloci delle vetture dietro – ed inizia così a montare un gap importante su Ricciardo, che si amplia di circa 6 decimi con ogni tornata.
Verstappen, che dopo la sosta torna in pista alle spalle di Ricciardo, si libera in fretta della McLaren di quest’ultimo, e dopo due giri di Leclerc; nel frattempo rientrano ai pit anche Norris e Gasly, e al giro dopo Ricciardo e Sainz, tutti per montare gomma Hard. Ricciardo riesce a tenere la posizione su Sainz, ma il gap con Leclerc si è allargato ulteriormente; quando il Monegasco si ferma, due giri dopo, tornerà in pista comodamente davanti a Ricciardo, e dietro a Bottas – di cui però si libererà già in Curva 6.
Pérez, fermatosi al giro prima, e tornato in pista in terza posizione, monta gomma Media usata; in questo frangente di gara sarà più lento di Leclerc, invece su Hard, dando modo al monegasco di accorciare il gap sulla terza posizione mentre dietro di lui si allarga fino a 10 secondi il gap su Ricciardo.
Hamilton, ancora in testa, riceve una comunicazione sui tempi di Verstappen, su mescola dura, e rientra ai box al giro 14, quasi toccando il muro della pitlane per la foga. Al suo ritorno in pista, però, l’amara sorpresa: l’undercut di Verstappen è stato più efficace del previsto, e così la Mercedes di Hamilton si vede costretta alla rincorsa ancora una volta.
Nelle retrovie, Räikkönen e Alonso si fanno battaglia in Curva 1, finendo per toccarsi; Alonso lamenta che l’Alfa Romeo del finlandese lo abbia superato fuori dai limiti della pista, mentre Räikkönen fa notare che la sua vettura ha subito danno dopo il contatto. Problemi intanto per Pierre Gasly, costretto al ritiro per un problema alle sue sospensioni – forse causato dai bump presenti nel primo settore di Austin.
Dopo la sosta, Bottas si ritrova nel traffico della zona di mischia, a due secondi da Tsunoda che è incollato ad entrambe le Aston Martin – le uniche due vetture nella Top 10 a non aver ancora effettuato una sosta. Vettel si fermerà solo al giro 18 per montare un secondo treno di gomme Medie. Al giro dopo Stroll, passato sia da Tsunoda che da Bottas, farà lo stesso.
Davanti la lotta è diventata di strategia: quella di Red Bull, che ha avuto la meglio sulla Mercedes di Hamilton – che però torna a chiudere il gap su Verstappen; dietro, Pérez e Leclerc continuano a girare in fotocopia, con Leclerc nettamente più veloce del gruppo dietro McLaren-Ferrari – un ottimo riscontro per la Power Unit Ferrari, soprattutto su un circuito che, su carta, avrebbe dovuto favorire McLaren.
Indietro, Alonso si rende protagonista di un teatrino che coinvolge anche Michael Masi in una comunicazione tra Alpine e la Direzione Gara; dopo aver richiesto più volte la posizione persa contro Räikkönen, che lo ha superato fuori pista e nel frattempo ha superato anche il compagno di squadra Giovinazzi, Alonso attacca in maniera simile l’Italiano – che subito si lamenta di esser stato superato oltre i limiti della pista. Ad Alonso viene dunque chiesto di restituire la posizione a Giovinazzi, che porterà Alpine a contattare Masi per chiedere se “sia diventato legale superare fuori pista, perché a Räikkönen non è stato intimato di restituire la posizione”.
Mentre Alonso cede comunque la posizione a Giovinazzi (che poi verrà costretto dal suo stesso team a dargliela nuovamente), più avanti Sainz è riuscito a prendere la scia di Ricciardo, ma non riesce a superarlo; dietro di lui resta staccato di 4 secondi Norris, più lento rispetto al compagno di squadra.
Nel giro 28 ci sarà una breve Virtual Safety Car per pulire detriti dalla pista – ma i gap resteranno perlopiù inalterati; Verstappen, ancora saldo in testa, ha circa 3 secondi di vantaggio su Hamilton, mentre resta staccato di 15 secondi Pérez, con Leclerc a 9 secondi dal messicano. Dietro, Ricciardo ha da colmare un gap di 16 secondi dalla Ferrari del monegasco, mentre quella di Sainz resta incollata ad un 1,5 secondi da lui.
Al giro 30 Verstappen decide di giocare di nuovo di strategia, fermandosi per montare un nuovo treno di gomme Hard – mentre Hamilton contempla l’idea di allungare il suo stint e fare una gara da una sosta. Più dietro si ferma anche Sainz per tentare l’undercut su Ricciardo, ma un problema alla gomma posteriore destra vanificherà la strategia: pit stop di 5.6 secondi per lo spagnolo, che così si vede costretto a mettersi nuovamente a caccia di Ricciardo (che si fermerà insieme al compagno di squadra al giro dopo, reagendo all’errore in casa Ferrari), cercando il sorpasso in pista.
Il double-stack di McLaren produce una sosta lenta per Norris, che uscirà con un gap di 6 secondi dalla Ferrari di Sainz, perdendo due secondi con il pit. Al giro 33 si ferma anche Leclerc per un ultimo stint su gomma Hard, ed il monegasco uscirà nuovamente dietro Bottas – e nuovamente se ne libererà già in Curva 1.
I doppiaggi stanno rendendo l’impresa di Hamilton più difficile del previsto, e mentre Wolff si apre in radio per comunicargli che stanno lottando per la vittoria (Hamilton gli risponde di non disturbarlo), Verstappen si avvicina sempre di più, così come la consapevolezza di doversi fermare una seconda volta.
Si ferma intanto Bottas, rientrato dietro alla battaglia Ferrari-McLaren, mentre dietro Vettel combatte con Tsunoda per uno spot nella Top 10 – ma Tsunoda si difende bene. Ricciardo, a cui il team ha comunicato di spingere, gira in fotocopia con Sainz, che non riesce ad avvicinarsi abbastanza per l’attivazione del DRS. Intanto dietro si avvicina anche Bottas, che ha passato Norris senza troppi problemi e ha iniziato ad infastidire la Ferrari di Sainz.
La lotta Hamilton-Verstappen viene interrotta dal pitstop di Hamilton, che monta Hard nuova e torna in pista ad 8 secondi da Verstappen, intenzionato a chiudere il gap tra i due prima della fine della gara. Da subito il pilota della Mercedes inizia a martellare con un ritmo fremente, guadagnandosi il giro veloce.
Aumenta il ritmo in questa fase anche Leclerc, che diventa il secondo pilota più veloce in pista dopo Hamilton: il monegasco ce la mette tutta per afferrare Pérez ed il podio, ma sebbene il gap tra i due arrivi a ridursi fino a 5 secondi, i doppiaggi in pista presto renderanno ancora più difficile l’impresa.
Si avvicina invece, finalmente abbastanza per tentare il sorpasso, Sainz su Ricciardo che dopo un primo tentativo fallito in Curva 11 ci riprova in Curva 12 – ma vede chiudersi la porta da Ricciardo con una mossa che lo Spagnolo, in radio, giudicherà “incorretta”. Il contatto tra i due, inevitabile, causa danni all’ala anteriore della SF21 numero 55, e così Sainz inizia a perdere ritmo, mentre dietro si è ormai avvicinato Bottas, pronto a superarlo.
Più avanti, Hamilton gira con un vantaggio di fino ad 8 decimi al giro più veloce della Red Bull dell’olandese, ma entrambi dovranno vedersela anche con i doppiati in questa fase, e così il piano di attaccare a cinque giri dal termine della gara viene rimandato a tre, forse addirittura due.
Al giro 45, Hamilton è a 3.7 secondi da Verstappen, mentre Pérez si stacca di 22 secondi, con Leclerc in coda a 9, ma con 21 secondi di vantaggio sulla McLaren di Ricciardo. Sainz, che a causa del danno alla bandella laterale della sua front wing, che sui rettilinei tocca l’asfalto, ha perso il DRS sull’Australiano e viene attaccato da Bottas, che però commette un errore in Curva 5 che lo allontana di qualche decimo.
A sei giri dalla fine giunge la notifica del ritiro per entrambe le Alpine, dovuto a danni riportati all’ala posteriore a causa sia dei dislivelli in pista che dei cordoli. Hamilton riesce a portarsi sotto i due secondi nella sua rincorsa estrema alla Red Bull di Verstappen, che però nel frattempo ha aumentato il ritmo.
Sarà solo nel penultimo giro che Hamilton riuscirà ad ottenere il DRS su Verstappen, iniziando la fase più serrata della caccia – spesso terminata, nel corso di questa stagione, con un contatto tra i due. Dietro combatte anche l’altra Mercedes, quella di Bottas, intenzionato a prendersi la posizione su Sainz, che si è difeso come ha potuto nella sua vettura danneggiata, ma alla fine deve arrendersi alla superiorità del passo della W12.
L’ultimo giro si completerà come il precedente: Hamilton non avrà mai una vera opportunità di sorpasso, e Max Verstappen con un ultimo colpo di reni vince il Gran Premio degli Stati Uniti – con una strategia aggressiva, certo, ma che alla fine ha pagato.
Dietro i due contendenti al titolo sfilano Pérez, con un distacco di 42 secondi, Leclerc staccato di ulteriori 10, e a ben 25 secondi dalla Ferrari del monegasco la McLaren di Ricciardo, seguita da Bottas e Sainz, rispettivamente a 4 e 3 secondi di distanza. Chiude in ottava posizione Norris – per una gara in sordina rispetto alla prima fase di stagione – poi Tsunoda e Vettel in nona e decima posizione.
RISULTATI USA GP
Una gara importante per i confronti in entrambe le classifiche, con Verstappen che stacca Hamilton di 12 punti nella lotta per il titolo, e Ferrari che guadagna altri 4 punti nella lotta contro McLaren e porta il gap a 3.5 punti, per giunta su un circuito che, su carta, sembrava favorire il team di Woking.
Torna a guadagnare anche Sergio Pérez, che in classifica piloti supera Norris piloti, scivolato in quinta posizione con 149 punti. Guadagna anche Leclerc, in sesta piazza davanti con 128 punti, appena davanti a Sainz in settima con 122.5 punti – mentre Ricciardo sale a 105 con la P5 conquistata oggi.
CLASSIFICA PILOTI
CLASSIFICA COSTRUTTORI
Autore: Paolo D’Alessandro
Editing: Sara Esposito