GP Miami, analisi dati: aggiornamenti e assetto curano la McLaren nel lento

Andrea Vergani
08/05/2024

Alla base della vittoria di Lando Norris al GP di Miami c’è stata una grande prestazione della McLaren MCL38, con un vantaggio prestazionale non insignificante rispetto a Red Bull per tenere a bada Max Verstappen dalla ripartenza fino alla bandiera a scacchi, anche nei tratti più lenti e tecnici del tracciato che fin dallo scorso anno è stato il tallone d’achille forse più importante per le monoposto uscite da Woking. Il tracciato di Miami è un’anomalia, caratterizzato da un asfalto a molto basso grip che punisce molto eventuali mancanze di aderenza offerta dagli pneumatici, e il formato Sprint certamente ha influito sul fine settimana: McLaren ha goduto di un vantaggio complessivo di oltre due decimi rispetto a Red Bull, ma le incognite sul reale potenziale della monoposto campione del mondo in carica derivano sia da un assetto che Verstappen non ha gradito per l’intero fine settimana e da un danno al fondo dell’olandese causato dall’errore alla chicane verso la fine del primo stint. Più indietro Ferrari ha accusato leggeri problemi di riscaldamento degli pneumatici ad inizio stint, per poi pareggiare il passo di Verstappen nella seconda parte degli stint; se le prestazioni di Red Bull, McLaren e Ferrari dovessero rivelarsi così ravvicinate anche a Imola sarà fondamentale essere competitivi in Qualifica come è accaduto al GP di Miami anche grazie alle temperature molto alte. 

GP Miami, analisi dati: sorpresa McLaren nel lento, Red Bull si è persa tra sabato e domenica

Dopo le parole di Lando Norris il sabato sera ci si aspettava una gara in difesa da parte dell’inglese e del suo compagno di squadra, ma come successo in Cina il pilota McLaren ha ‘ingannato’ tutti e le prestazioni di McLaren sono state molto positive in tutti gli aspetti: gli aggiornamenti hanno dato un step in più in termini di efficienza aerodinamica e fatto fare un passo in avanti anche nelle curve più lente del tracciato statunitense, seppur Andrea Stella abbia sottolineato come il team abbia scelto un assetto deliberatamente buono per il lento, sacrificando le parti veloce della pista. Il delta rispetto a Red Bull in questi tratti è difficile da quantificare, ma i dati suggeriscono che del vantaggio ci fosse nel secondo stint, a causa principalmente del danno al fondo che ha limitato per due terzi di gara la RB20 di Verstappen, mentre se si considera il primo stint della gara si vede una Red Bull superiore nel complesso di qualche decimo. In totale la differenza tra Max Verstappen e Lando Norris dopo la ripartenza è stata di 2 decimi e mezzo e appena sopra i 3 decimi rispetto alla Ferrari di Charles Leclerc. 

Dopo il sabato, ci si aspettava una Red Bull dominante nel lento, uno dei principali punti di forza di Red Bull e un aspetto su cui gli ingegneri di Milton Keynes sembravano essersi concentrati per ottimizzare le prestazioni della RB20, tuttavia, dalla seconda metà del primo stint Ferrari e soprattutto McLaren hanno limitato molto i danni nel secondo settore, dove nella Sprint Race Red Bull aveva dominato con un vantaggio di tre decimi rispetto a Ferrari. L’entità dei danni al fondo di Max Verstappen, annunciati da lui stesso al termine del GP di Miami, sono ancora sconosciuti, e l’olandese ha ribadito più volte di non essersi trovato a suo agio sia con l’assetto che con il tracciato, caratterizzato da un asfalto che offre bassi livelli di aderenza. Su due tracciati e asfalti semi-cittadini come Melbourne e Miami, la monoposto di Pierre Wache e Adrian Newey ha sofferto e sono arrivate due sconfitte, prima nei confronti di Ferrari e poi di McLaren. A Imola, Red Bull porterà alcuni aggiornamenti minori e avrà a disposizione tre sessioni di prove libere per ottimizzare l’assetto e ribadire la superiorità rispetto a McLaren e Ferrari, in un appuntamento che potrà dire molto del mondiale.

GP Miami, analisi dati: Ferrari terza forza ma non lontana, a Imola per recuperare Red Bull e McLaren

Rispetto alla Red Bull, la SF-24 vista a Miami ha fatto un passo in avanti, riducendo il distacco nei confronti di Verstappen a meno di un decimo nella gara di domenica, esclusivamente arrivati nei primi giri degli stint quando la vettura campione del mondo riesce sempre ad accendere meglio gli pneumatici, una difficoltà presente per la Rossa nonostante i 45°C di asfalto nella gara domenicale. La Ferrari ha scelto una diversa strada da Red Bull e McLaren, scegliendo un assetto che desse priorità alle sezioni più veloci e in appoggio del primo settore per limitare il degrado degli pneumatici ed è stata la vettura migliore nei tratti a media e alta velocità, perdendo dall’altra parte nelle curve più lente rispetto a McLaren. La MCL38 aggiornata guadagnava circa tre decimi al giro nei tratti tecnici, perdendone poi circa due nelle sezioni veloci, e a parità di gomma tra Sainz e Norris negli ultimi quindici giri si è visto un distacco appena superiore al decimo al giro. 

Gli aggiornamenti di McLaren hanno funzionato bene al GP di Miami e, pur tenendo in mente che senza Safety Car sarebbe stato molto difficile per Norris sorpassare Verstappen e forse Leclerc, considerando un’eventuale battaglia con Sainz, la MCL38 si è confermata davanti a Ferrari per la seconda gara di fila in termini di passo gara. Le temperature di Miami difficilmente verranno replicate molte volte in stagione e da Imola si potrà capire l’entità dei passi in avanti fatti da Maranello sul giro secco e l’eventuale aiuto degli aggiornamenti. Al momento il team di Maranello paga da Red Bull un deficit in termini di efficienza aerodinamica e nel lento, che dovrà essere colmato per lottare per le vittorie costantemente: la gara di casa della scuderia italiana darà molte risposte in vista di una seconda metà di stagione che si prospetta più interessante delle prime cinque gare. Tuttavia i 38 punti di vantaggio di cui Verstappen gode su Leclerc, e i 53 su Lando Norris, al momento congelano il discorso mondiale a meno di grandi colpi di scena.

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