GP Imola, analisi: dove ha fatto la differenza Red Bull

Andrea Vergani
21/05/2024

L’ennesima vittoria di Max Verstappen ha segnato il settimo appuntamento stagionale, al GP di Imola non sono bastati gli aggiornamenti importanti sulla Ferrari SF-24 per cambiare i valori in campo di due settimane fa, ma è evidente che la Rossa sia migliorata specialmente in gara. Le difficoltà di inizio stagione rimangono le stesse: in Qualifica e nei primi giri della gara Red Bull ha un vantaggio che dovrà essere colmato con futuri aggiornamenti pensati ad hoc, mentre il pacchetto di Imola è stato un passo in avanti principalmente prestazionale. Nonostante tra Verstappen e Leclerc si sia visto un distacco di meno di un decimo in passo totale, è stato Lando Norris a finire in seconda posizione a meno di un secondo dal tre volte campione del mondo dopo aver guadagnato più di cinque secondi negli ultimi 15 giri del Gran Premio, ma il sorpasso sarebbe stato quasi impossibile come dimostrato da Piastri nel primo stint. Dall’anno scorso Verstappen e Red Bull hanno lavorato molto sulla Qualifica, punto debole della RB19 del 2023 e dove Max era stato imperfetto in diverse occasioni, e a Imola – così come sarebbe successo a Miami senza Safety Car – all’olandese è bastato un passo identico a quello di Norris per vincere. 

GP Imola: Ferrari, gli aggiornamenti sono un passo in avanti ma i problemi sono gli stessi

La delusione per la mancata vittoria in casa c’è, specialmente da parte dei tifosi che forse si aspettavano almeno un secondo posto dietro l’imbattibile coppia Verstappen/Red Bull, ma i dettagli che hanno deciso il fine settimana sono quelli dove alla SF-24 manca qualcosa, anche rispetto a McLaren: in primo luogo la Qualifica e i problemi nel primo settore dove Leclerc e Sainz hanno perso qualsiasi possibilità di giocarsi la Pole Position con il trio di testa. Nel giro secco tra il Tamburello e la variante Villeneuve, Leclerc ha pagato quasi un decimo da Verstappen, per poi guadagnare due decimi e mezzo nelle altre curve a media velocità, simili come caratteristiche a quelle presenti nel primo settore. In gara – specialmente nel secondo stint – la Ferrari è stata molto competitiva in tutte le tipologie di curva, anche in quelle lente dove sul giro secco perdeva rispetto ai rivali diretti, mentre il distacco da Red Bull deriva quasi interamente dai rettilinei dove l’efficienza aerodinamica della vettura di Milton Keynes rimane impareggiata. Tuttavia l’impressione è che Ferrari abbia ancora potenziale da estrarre da questo pacchetto, ma Monaco non garantirà risposte in questo senso; come anticipato da Formu1a.uno, nel Principato vedremo alcune nuove parti sulla SF-24, ma si dovrà attendere Silverstone per il prossimo pacchetto importante.

Distacco medio tra Red Bull RB20 e Ferrari SF-24 | Formu1a.uno

Nella prima parte di stagione il ritardo dai campioni del mondo si aggirava intorno ai tre decimi di secondo, ma al GP di Imola abbiamo visto un deficit di poco meno di un decimo al giro tra Verstappen e Leclerc. La maggior parte degli otto secondi di distacco tra i due è maturata nelle prime fasi di gara, altro punto di forza della monoposto progettata a Milton Keynes a cui Ferrari e McLaren non riescono ancora a rispondere. Due dei tre decimi di ritardo accusati nel primo stint sono arrivati nelle curve a media e alta velocità dove l’aerodinamica è fondamentale; una volta montata la mescola più dura per il secondo stint, Ferrari ha cambiato pelle e con meno carburante a bordo e una mescola più dura e rigida, la SF-24 ha invertito il deficit nelle sezioni medio/veloci guadagnando quasi due decimi al giro su Red Bull in quei tratti e rivelandosi più veloce dei campioni del mondo di qualche centesimo. Da McLaren il distacco arriva nelle curve a media velocità e nei rettilinei, dove la MCL38 è molto migliorata anche grazie all’aggiornamento di Miami, ma la vettura papaya continua a soffrire nel lento dopo l’exploit di Miami. 

GP Imola: McLaren continua a soffrire nel lento, ma la vittoria era alla portata

Prima del fine settimana la sensazione è che la vittoria si sarebbe giocata sulla Qualifica e sui dettagli, così è stato e dopo la fortuna di trovare la Safety Car nel momento giusto a Miami, McLaren è stata sfortunata questo fine settimana: senza la scia di Hulkenberg a Verstappen, che ha consegnato la Pole Position all’olandese per pochi centesimi sul duo papaya, staremmo probabilmente parlando di una seconda vittoria consecutiva del team di Andrea Stella. In Qualifica i difetti della MCL38 sono pochi, rispetto a Red Bull si vede una migliore prestazione nelle curve a media velocità mentre la RB20 va più forte nei tratti lenti. In gara la situazione è la stessa, ma i distacchi aumentano e le difficoltà della monoposto di Woking nelle curve a bassa velocità sono molto più evidenti nonostante i grandi passi in avanti fatti grazie al primo pacchetto di aggiornamenti stagionali. 

Come Ferrari, anche McLaren ha sofferto il passo di Verstappen nei primi giri sulla mescola media accusando un ritardo di due decimi al giro nel primo stint. Nella seconda metà di gara Norris è cresciuto molto in particolare nei tratti a media velocità ed è stato il più veloce in pista, ma forse con una strategia non perfetta: l’inglese ha gestito molto nella prima fase dello stint per poi spingere nelle ultime quindici tornate, guadagnando tre decimo al giro sulla Red Bull numero 1. Ad ogni modo il sorpasso sarebbe stato quasi impossibile, come dimostrato da Piastri su Sainz nel primo stint nonostante un vantaggio di passo e di velocità massima, un’ulteriore dimostrazione dell’importanza della Qualifica in questo fine settimana, ma anche in tutti quelli a venire. Da questo punto di vista McLaren non ha mostrato problemi a competere con Red Bull sul giro secco questo fine settimana, e partire davanti all’olandese e alle Ferrari potrà dare grandi benefici e possibilità di vittorie. 

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