La Sauber non sta vivendo un momento particolarmente brillante, anzi: la vettura è costantemente l’ultima della griglia ed i pacchetti di sviluppo portati in pista fin qui non hanno generato il salto in avanti cronometrico atteso. La squadra è in un momento di rifondazione ed evoluzione, che diverrà team ufficiale Audi nel 2026, con la costruzione della propria Power Unit oltre che di tutti gli elementi che compongono l’auto, come il telaio, la meccanica e la filosofia aerodinamica. Nella scorse ore è stato annunciato il secondo pilota Sauber 2025, quel Gabriel Bortoleto subito corteggiato da Mattia Binotto sin dal suo insediamento nell’organico Sauber/Audi di agosto. L’ingegnere italo svizzero ha comunque già spiegato che portare in alto il colosso tedesco non sarà un processo semplice e soprattutto veloce, con la reale ambizione di essere competitivi solo “per il 2030”, prendendo un po spunto dalla Ferrari di Todt, con il francese che si insediò nel 1993 e vinse il primo mondiale nel 1999. Tuttavia, questo è chiaramente anche un modo per tenere basse le aspettative verso l’esterno mentre i vertici del colosso tedesco si aspettano di essere competitivi ben prima.
Crisi Audi: l’utile operativo crolla del 91% nel terzo trimestre, -5.5% sul fatturato
Il momento di difficoltà è acclarato e difficilmente si potrà vedere un’inversione di tendenza abissale per la prossima stagione 2025, seppur la squadra svizzera si aspetti un miglioramento delle prestazioni da Las Vegas. Nico Hulkenberg, prossimo pilota dell’Audi, è sicuramente consapevole che lo aspetterà un anno complicato, utile soprattutto per gettare le basi per il futuro. La preoccupazione però va anche oltre l’aspetto sportivo. I risultati deludenti nel mondiale Costruttori porteranno ad un introito inferiore dalla Formula 1 nel 2025, già calate in questa stagione (74M dollari) rispetto alla precedente (92M dollari).
Una cifra che Audi dovrebbe coprire con risorse proprie. Tuttavia, i profitti del marchio premium di Volkswagen sono crollati nel terzo trimestre, con un utile inferiore del 91% mentre il fatturato (15,3 miliardi) è calato del 5,5% rispetto ad un anno fa. A pesare soprattutto il calo di vendite (16%), che potrebbe portare anche alla chiusura definitiva dello stabilimento di Bruxelles, comunicata giorni fa dalla casa automobilistica tedesca ai sindacati, per un impianto che impiega circa 3.000 persone e che produce il Suv elettrico Q8 e-tron. Resta inteso che dei licenziamenti non avverrebbero comunque prima della fine dell’anno e che il marchio tedesco stia trattando la cessione dello stabilimento ad un produttore di veicoli commerciali per evitarli completamente.
Il fondo sovrano del Qatar entrerà in F1 per supportare Audi?
E’ chiaro che l’importante crisi europea dell’automobile mal si associa ai pesanti investimenti da effettuare in uno sport complesso come la F1, ancor di più per quello che è l’ultimo team in griglia. Per questo, starebbe prendendo sempre più importanza la voce che vorrebbe l’ingresso del fondo sovrano del Qatar in soccorso di Audi. Nonostante 50 anni fa rappresentava uno Stato semi-sconosciuto, con un peso politico e diplomatico molto inferiore a quello dei sauditi, con l’avvento degli anni 2000 l’emirato ha puntato forte sui giacimenti di petrolio a largo delle coste ed è diventato uno dei più grandi investitori del mondo. Il patrimonio detenuto dal fondo sovrano è stimato tra i 100 e i 200 miliardi di dollari, con investimenti di alto profilo, come bancarie (Barclays) ed energetici (Shell), passando per marchi di lusso come Chanel e Valentino.
Il fondo qatariota, che nello sport è famoso soprattutto per essere il proprietario della squadra di calcio del Paris Saint Germain (tramite il Qatar Sports Investment), ed anche del Malaga, ha anche una quota di Volskwagen, la casa madre di Audi, nonché di Porsche. E’ chiaro che il possibile e probabile ingresso in F1 del Qatar in Audi tramite una sponsorizzazione pesante, similmente a quanto fatto da Aramco in Aston Martin (il team di Silverstone ha visto cambiare anche il nome in Aston Martin Aramco Formula One Team dopo l’ingresso dei sauditi) o addirittura con l’acquisto di azioni, visto che fonti di alto livello non negano che Volkswagen stia pensando anche ad una vendita parziale del team, porterebbe ad un importantissima entrata economica a supporto del team e permetterebbe al progetto Audi di proseguire senza grossi intoppi di natura economica e ‘sociale’, focalizzandosi così solamente sul preparare al meglio il 2026, teoricamente senza troppe distrazioni esterne nel momento storico più buio per il settore automobilistico europeo, soprattutto tedesco.