La Ferrari arriva a Suzuka con rinnovata fiducia e convinzione, dopo la doppietta di Melbourne e la conferma delle prestazione della SF-24 ad alto livello. Il Giappone rappresenta un ulteriore sfida per via della sua natura tecnica, con curve ad alta velocità e tanto stress sulle gomme che farà del degrado in gara uno degli aspetti fondamentali per la prestazione. Non ci saranno novità rispetto alla monoposto che ha corso questi primi Gran Premi, se non un piccolo aggiornamento di natura aerodinamica sulla sospensione posteriore. In attesa delle importanti novità ad Imola, si cercherò di ottimizzare la SF-24 per le veloci curve di Suzuka e sfruttare il massimo potenziale ottenibile dalla piattaforma a disposizione, sfidando soprattutto Red Bull e McLaren, che appaiono le rivali più ostiche per questo appuntamento.
Vasseur: “Sappiamo di essere competitivi, ma servirà la perfezione”
La pista giapponese richiede importanti doti di carico ed efficienza ed una capacità di gestire l’usura degli pneumatici messi in crisi dalle tante curve in appoggio e le alte velocità di Suzuka. I 5.807 metri di pista vengono percorsi a circa 230km/h di media ed è composta da 18 curve, quasi tutte di media-alta velocità. Il layout è iconico e caratteristico, con una forma ad 8, e tante curve riconoscibili come il primo settore tortuoso con il famoso ‘snake’ che richiederà precisione e rapidità. Un singolo errore, pur minimo, può costare molto tempo e portare anche danni importanti, vista la vicinanza con le barriere e le alte velocità che si raggiungono sin dalla prima curva. Il rettilineo di partenza è anche l’unico tratto di pista dove sarà possibile utilizzare il DRS e tentare il sorpasso, che altrimenti sarà ‘rimandato’ verso curva 11 e il tratto successivo.
Una pista molto stressante e impegnativa che il Team Principal della Ferrari definisce “un banco di prova particolarmente impegnativo per vetture e piloti, che la amano”. Rispetto alla scorsa stagione la SF-24 ha permesso un salto di qualità notevole soprattutto nei tratti di media ed alta velocità. Qui a Suzuka, pochi mesi fa, la Ferrari introdusse l’ultimo aggiornamento della SF-23, ossia un nuovo fondo che diede maggiore fiducia ai piloti e soprattutto un feeling migliore con l’anteriore, che giovò soprattutto a Charles Leclerc. Questo fu anche il momento in cui a Maranello ebbero la conferma che la strada intrapresa dall’Olanda era quella giusta, e questo inizio di mondiale lo sta confermando. Frederic Vasseur pone l’attenzione sulle incognite che possono esserci in Giappone come “le condizioni meteo, che potrebbero fare la differenza. Anche di più quest’anno dal momento che per la prima volta corriamo ad inizio primavera.”. Il francese mostra però determinazione e sicurezza “Ci siamo preparati bene e siamo determinati a giocarci le nostre carte per riassaporare il prima possibile la sensazione della vittoria”.
Callum Frith, Tyre Perfomance Engineer: “La SF-24 ha una piattaforma più consistente che aiuta i piloti nella guida e stressa meno le gomme”
La pista di Suzuka sarà particolarmente impegnativa, come detto, per le gomme. La Pirelli non a caso ha confermato l’utilizzo della gamma più dura degli pneumatici “che vengono utilizzata solo nelle piste più impegnative e a Suzuka ci sono i livelli di energia nelle gomme tra i più alti dell’intera stagione”. La forma del circuito comporta inoltre uno stress uniforme su tutte e quattro le gomme. Anche Callum Frith, ingegnere Ferrari relativo alla perfomance delle gomme, pone l’accento sul meteo “imprevedibile e sul setup che giocano un ruolo importante. A questo aggiungiamo un asfalto molto abrasvio ed è facile aspettarsi una gara da alto degrado e con più soste”. Un weekend sicuramente impegnativo e che potrà avere molte variabili.
Come più volte ripetuto, la SF-24 ha permesso un salto avanti importanti specialmente la Domenica, rispetto alla monoposto 2023. Uno dei motivi che hanno permesso questa progressione è una gestione gomma decisamente migliorata ed i fattori sono molteplici, come spiega Frith “In fase di sviluppo della vettura abbiamo lavorato per mettere a disposizione dei piloti una piattaforma più consistente. Quest’anno la monoposto è più prevedibile e per Charles e Carlos è più facile non stressare eccessivamente le gomme al variare delle condizioni come trovarsi nel traffico, il vento o semplicemente gestire il degrado e la conseguente diminuzione dell’aderenza”. L’ingegnere inglese parla successivamente di un piano elaborato insieme ai piloti che “individua i momenti dove è necessari prestare maggiore attenzione alle gomme per ottenere il tempo migliore possibile, tenendo presente strategia e caratteristiche del circuito. E’ uno strumento che usiamo real time per dare feedback ai piloti via radio”.
Callum Frith è un ingegnere inglese, appassionato di Motorsport sin da piccolo che ha iniziato il suo percorso all’interno del mondo della Formula 1 quando, al liceo, ha avuto la possibilità di fare un esperienza in Williams. “Finita l’università durante un evento di Formula Student ho scoperto il programma Ferrari F1 Engineering Academy per neolaureati”. E’ riuscito a passare la selezione ed iniziare il suo lavoro a Maranello, prima nel team gomme seguendo le gare dal remote garage e poi, tramite l’esperienza, è arrivato nella squadra corse.