Il GP del Qatar è entrato veramente nel vivo quando uno specchietto retrovisore si è staccato dalla Williams di Alexander Albon al 29esimo giro, andando a finire nella parte destra del rettilineo di partenza, ossia in quella zona dove i piloti hanno la possibilità di effettuare un sorpasso ma anche dove si posiziona chi ha esposto una bandiera blu e deve obbligatoriamente lasciar passare la vettura dietro. Il grosso detrito è rimasto lì per ben sei giri, finché è stato colpito dalla Stake F1 Team di Valtteri Bottas che si era spostato dalla traiettoria ideale per lasciar passare la SF-24 di Charles Leclerc. La presenza di piccoli ma taglienti detriti anche in traiettoria, accoppiata al fatto che le gomme medie utilizzate da moltissimi piloti nel primo stint di gara erano ormai molto usurate (seppur il degrado non fosse elevato proprio per la particolarità della pista di Doha), ha portato alla foratura dell’anteriore sinistra sulla Ferrari di Sainz e la W15 di Hamilton.
FIA: “La Virtual Safety Car non era la soluzione”
Durante e soprattutto al termine della gara, il neo direttore di gara Rui Marques è stato molto criticato per come ha gestito questa situazione poiché non ha fatto nulla per evitare che il grosso detrito venisse colpito, se non esporre una doppia bandiera gialla. La FIA ha rilasciato il giorno dopo della gara una dichiarazione per chiarire alcune delle decisioni prese durante il Gran Premio del Qatar, tra cui proprio il comportamento del direttore di gara in quel frangente. “È normale prassi non far intervenire una safety car se c’è solamente una piccola quantità di detriti, anche vicino alla traiettoria ideale di gara.” – ha fatto sapere la FIA in una nota – “La quantità di detriti è divenuta molto maggiore quando un’auto è passata sopra allo specchietto e le forature che si sono verificate poco dopo hanno richiesto l’impiego della safety car”.
In molti tra appassionati e addetti ai lavori si sono chiesti del perchè Rui Marques non abbia utilizzato una Virtual Safety Car (VSC) invece di esporre la bandiera gialla, con quest’ultima che non permetteva di certo l’eliminazione del grosso detrito in pista. Secondo quanto dichiarato dalla Federazione, una VSC non sarebbe stata un qualcosa di risolutivo poiché “le auto rimangono sparse e non c’è abbastanza tempo per un commissario di pista per rimuovere i detriti”. Questa dichiarazione ha lasciato certamente perplessi poiché la VSC, accoppiata all’obbligo per le auto di passare in Pit Lane, o una safaety car immediata avrebbero risolto al 100% il problema ma soprattutto non si capisce come la direzione gara avrebbe risolto il probema. Lasciando forse la bandiera gialla fino al termine della gara? La Federazione ha comunque riconosciuto che potrebbero esserci lezioni da imparare dopo la gara in Qatar: “La FIA esamina continuamente le proprie procedure e i propri metodi. Analizzeremo ulteriormente questo scenario specifico e lo discuteremo con i team per vedere se le azioni dovrebbero essere intraprese diversamente in futuro”.
Le penalità inflitte a Norris e a Hamilton sono molto dure ma corrette
A far discutere molto nel post gara sono state anche le penalità inflitte a Lando Norris e a Lewis Hamilton, con il primo reo di non aver rallentato in regime di doppia bandiera gialla (l’unico, da Max al duo Ferrari hanno tutti alzato il piede), pagando una penalità di dieci secondi stop and go che gli ha distrutto la gara, facendolo retrocedere dalla seconda alla decima posizione. Hamilton è stato invece penalizzato per eccesso di velocità in pit-lane. Partendo dall’analisi di quanto successo con Norris, di certo più importante dal punto di vista sportivo per via della lotta nel costruttori tra Mclaren e Ferrari, con quest’ultima staccata di 21 punti dal team di Woking, la penalità è corretta. La Federazione afferma che “la penalità è stata inflitta in conformità alle linee guida comunicate alle squadre il 19 febbraio 2024” e che “una infrazione con doppia bandiera gialla è considerata una grave compromissione della sicurezza, motivo per cui tali infrazioni comportano una sanzione così severa”. È importante sottolineare che le sanzioni vengono inflitte dagli steward della FIA mentre la decisione di esporre una bandiera gialla, far entrare una Safety Car, etc, è di competenza del direttore di gara.
I 10 secondi di Stop & Go sono la penalità standard per aver ignorato le doppie bandiere gialle durante una gara. Questo anche analizzando i precedenti negli ultimi 10 anni dove vi sono almeno tre casi di violazione. Parliamo del GP d’Austria 2021 dove Mazepin e Latifi hanno ricevuto una penalità di 10 secondi di Stop & Go nel post gara, che si sono quindi tradotti in 30 secondi aggiuntivi sul tempo di gara. C’è poi il GP del Belgio del 2017, dove Raikkonen ricevette la stessa penalità proprio per aver ignorato le doppie bandiere gialle. Fa quindi assolutamente strano che uno come Andrea Stella, sempre piuttosto preciso, abbia affermato che gli stewards abbiano perso “ogni senso della proporzione” con la penalità inflitta al proprio pilota, pur ammettendo che l’errore è al 100% di Norris.
Anche analizzando il caso di Lewis Hamilton, possiamo dire con certezza che la penalità inflitta è stata corretta, seppur dura. Il regolamento parla di diverse possibili penalità in base a quanto un pilota va a superare la velocità massima di percorrenza della Pit Lane, infrangendo l’articolo 34.7 del regolamento sportivo. Il sette volte campione del mondo l’ha percorsa ad una velocità media di 92.5 km/h, ossia ben 12.5 km/h più veloce di quanto permesso dal regolamento. Una differenza molto importante che ha fatto scattare la penalità del drive–through rispetto ai classici cinque secondi di penalità utilizzati quando il delta è molto minore e di soli pochi km/h.