Ferrari: perché la SF-23 è rimasta una diva isterica di cui i tecnici non possono fidarsi

Rosario Giuliana
31/10/2023

La Ferrari è abbonata alla pole del sabato, Max Verstappen alla vittoria domenica. Non cambia la sostanza fra il GP di Austin e quanto andato in scena a Città del Messico perché il fresco tre volte campione del mondo ha mostrato uno strapotere sul passo gara netto. Più di quanto visto una settimana prima sul circuito texano. Al via ha bruciato le due rosse, forse un po’ timide in chiusura, mettendo poi in pratica la solita gara in gestione.

Alla ripartenza dopo la bandiera rossa ha usato il vero passo della sua RB19, gestendo il margine nonostante una mescola di svantaggio dalla Mercedes di Hamilton. Il giro veloce soffiatogli all’ultimo giro proprio da un intelligente Hamilton non sminuisce uno strapotere “RB19-Verstappen” tornato al top in Messico. Senza il contatto al via anche Perez avrebbe potuto lottare per il podio dietro a Max. L’idolo di casa ha buttato via la chance girando sopra la SF-23 di Leclerc. Nella prima staccata il messicano è stato l’unico dei tre a non aver lasciato lo spazio. Red Bull non va a podio con due vetture da Monza, Hamilton peraltro si è portato a 20 punti da Checo.

Ferrari ancora in pole, ma il successo di Singapore resta una eccezione alla regola. Vasseur sembra chiedere maggiore determinazione 

Una Ferrari in grado di fare la pole position ma di non vincere la domenica è un film che siamo abituati ormai a vedere. In Messico è arrivata addirittura una prima fila monopolizzata SF-23, ma le chance di vittoria si sono consumate tutte grazie a una brutta partenza.

Con lo sviluppo di questo progetto Ferrari ha lavorato per bilanciare la monoposto e renderla più equilibrata nelle prestazioni fra qualifica e gara, cercando di trovare stabilità aerodinamica e più durata sulle gomme. Il grip della mescola nuova a serbatoio scarico tiene la rossa in una finestra ideale dove la macchina riesce ad avere quel grip extra, che compensa la instabilità di carico, necessario ad estrarre tutto quello che la piattaforma aerodinamica ha da dare. La famosa “finestra di utilizzo” ha come obiettivo primario quello di allargarsi con la vettura 2024. Gli sforzi del settebello comandato da Enrico Cardile hanno consentito di correggere almeno in parte l’imprevedibilità della SF-23, ciononostante la vettura rimarrà una Diva isterica di cui non puoi fidarti. Il debrief post-gara è stato svolto soltanto internamente, e non è prevista una riunione tecnica in settimana con gli ingegneri che lavorano a Maranello. 

Proprio per questo l’uno-due in qualifica resta una vera sorpresa, un exploit inaspettato. Entrambi i piloti hanno massimizzato il lap-time con due ottimi giri centrando una sottilissima finestra mentre gli altri non hanno migliorato nell’ultimo tentativo del Q3. In condizioni di gara la Rossa, soprattutto con Leclerc, ha messo in mostra un buon passo iniziale con le mescole medie, nonostante il danno all’ala anteriore che è stato valutato 1 decimo. La power unit ha sofferto ancora le temperature in alta quota costringendo i piloti ad alcuni lift & coast. Tuttavia il miglioramento rispetto al 2022 è stato evidente, quando la F1-75 di un anno fa dovette rinunciare a 20 cv per finire la gara. 

Hamilton sente “più sua” questa Mercedes dopo l’aggiornamento al fondo di Austin

Max Verstappen con strada libera ha dunque potuto accelerare il passo per porre subito un freno alle aspettative degli inseguitori. Nemmeno Lewis, che al contempo hanno adottato la strategia più aggressiva montando le medie, poteva prendere l’olandese sulla lunga corsa.

I tecnici Ferrari non si sono fidati della SF-23 per adottare una scelta più aggressiva o per diversificare. La vettura di Maranello non è una campionessa in fatto di  consumo degli pneumatici e nemmeno di fortuna. Il tempismo della safety car e la bandiera rossa hanno distrutto i piani di base. Leclerc con più potenza avrebbe potuto tenere dietro Hamilton ma solo a parità di mescole.

Con DRS a favore sul rettilineo principale Verstappen ha passato Sainz con +29 km/h, Hamilton ha passato Leclerc con soli +20 km/h. Entrambi i Ferrari – nei rispettivi episodi – erano più deboli in trazione. Con l’auto 2024 Mercedes deve recuperare 10 km/h di efficienza dal top per far felice Hamilton, tuttavia, sembra ora in una posizione migliore dello scorso anno per tradurre la comprensione in progressi più reali. Il nuovo fondo introdotto ad Austin sulla W14 è servito a rendere la vettura piu stabile aerodinamicamente, aiutando soprattutto lo stile di guida di Lewis Hamilton.

I quasi venticinque secondi di ritardo accusati da Leclerc al traguardo, nonostante la ripartenza dovuta alla bandiera rossa di metà gara, sono eloquenti. Il passo Mercedes è stato migliore di quello Ferrari come gli ingegneri sapevano sin dal venerdì, nonostante un Russell non sia mai riuscito ad attaccare Sainz con una W14 troppo lenta nelle sue mani.

L’eliminazione di Norris in Q1 è (forse) costata un podio a McLaren. 

Protagonista mancato nelle posizioni di vertice sicuramente Lando Norris, che ha mostrato un passo gara con le Hard migliore di quello Ferrari, e della Mercedes di Russell. Il pilota inglese si dimostra ancora una volta in grado di estrarre più potenziale in gara, specialmente negli stint finali, rispetto al più inesperto Piastri. La rimonta di Lando evidenzia come McLaren abbia pagato pesantemente l’eliminazione in qualifica, interrompendo la striscia di podi consecutivi.

La MCL60 ha confermato i suoi punti forti in Messico, in grado di generare tanto carico nelle curve veloci nonostante l’aria più rarefatta. Per guadagnare qualcosa in termini di velocità in rettilineo il team di Woking ha deciso di non correre con la specifica di ala posteriore vista in piste come Monaco e Ungheria, utilizzando una configurazione leggermente più a cucchiaio e con le orecchie dell’endplate allungate.

L’ala posteriore della McLaren in Messico

Aston Martin sembra in un mare di guai. Ricciardo sembra invece il giovane Daniel

Aston Martin ha vissuto uno dei week end più neri di questa seconda parte del 2023, non ripetendo la rimonta di Austin. Mixare componenti del nuovo fondo con il vecchio (nello specifico diffusore nuovo ma con fondo vecchio) non ha prodotto nessuno step anche per via del danno sulla vettura di Alonso. Non è una situazione tecnicamente semplice, la AMR23 non risponde più agli aggiornamenti, il che causa una perdita di tempo significativa a tutti i livelli di progettazione e sviluppo. Sembra quasi che l’ufficio tecnico debba ricostruire una base solida, in retrospettiva è qualcosa di impensabile fino a Miami.

Il target che si prospetta da qui a fine stagione è quello di riuscire a sfruttare ogni kilometro di sessione restante per raccogliere dati in vista del prossimo anno e ritrovare la correlazione fra pista e simulazioni. Di segno opposto il trend prestazionale di Alpha Tauri, perché è chiaro che gli upgrades di chiara ispirazione Red Bull stanno funzionando e il ritorno di Ricciardo a Faenza ha dato una grande spinta di far bene. Il team ha lasciato l’ultima posizione in classifica, l’australiano in una gara ha già quasi ripreso il compagno Tsunoda in graduatoria piloti.

Autori: Rosario Giuliana e Giuliano Duchessa

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