Ferrari: non migliorare il trend in Ungheria sarebbe un ‘dramma’ tecnico

Rosario Giuliana
15/07/2024

A Budapest va in scena il penultimo appuntamento prima della pausa estiva, nella fase più difficile di questa stagione sin qui corsa per la Ferrari. A Maranello sono in atto cambiamenti rilevanti, con la figura di Enrico Cardile uscita ufficialmente dalla SF e l’ufficio tecnico che è ora nelle mani, almeno ufficialmente, di Frédéric Vasseur ma con le più importanti figure di ogni macro reparto che hanno il compito di indirizzare lo sviluppo dei correttivi per la SF-24 e prendere scelte fondamentali per il progetto 2025. Ferrari arriverà in Ungheria avendo di fronte un bivio importante per decidere se la nuova veste aerodinamica introdotta in Spagna ha ancora margine di utilizzo o dovrà essere accantonata anche sul circuito magiaro. Come ha detto lo stesso Team Principal, “ci sono diverse soluzioni per il bouncing: alcune ti fanno perdere perfomance altre no, e vogliamo indirizzare noi stessi sulla seconda strada, ma serve tempo. Fino ad allora, dovremo usare questo pacchetto traendo il massimo possibile”.  

Tanto lavoro interno in preparazione di Budapest: priorità al nuovo pacchetto ma ci sarà comunque il “Piano B”.

Lo stop di una settimana prima della partenza direzione Ungheria, dal punto di vista tecnico è stato molto importante. A Maranello serviva del tempo dopo il lavoro di comparazione svolto fra le due configurazioni – pacchetto di Imola vs pacchetto Spagna – che ha visto la bocciatura definitiva a Silverstone delle ultime specifiche. In Ungheria, tracciato da alto carico, l’obiettivo dei tecnici che operano attorno alla SF-24 è quello di provare ad utilizzare ancora il nuovo fondo, accoppiato alle pance più rastremate. Negli ultimi appuntamenti, i due alfieri della rossa sono stati messi in crisi da una vettura che ha perso l’ottimo equilibrio che aveva all’inizio della stagione. Se prima del GP di Silverstone, fù Carlos Sainz a spingere molto per poter riutilizzare i componenti introdotti ad Imola, facendo un passo indietro e aprendo l’opportunità di un importante comparazione, ora anche Leclerc non sembrerebbe più così convinto di ricevere fra le mani la vettura in configurazione Spagna, tuttavia, a Maranello devono ottimizzare quello che hanno a disposizione.

Salvo i tratti in cui il saltellamento è presente, e che è costato circa 20 punti carico nel veloce, gli ingegneri hanno visto in pista come nel lento la Ferrari SF-24 abbia più deportanza col nuovo pacchetto. Se a ciò ci sommiamo il fatto che all’Hungaroring non si dovrebbe arrivare alla soglia critica di innesco del porpoising come invece successo sia in Austria che a Silverstone, sembrerebbe intelligente provare a spingere nuovamente sulle nuove specifiche. Proprio per questo, In Ungheria, il team di Maranello darà priorità di utilizzo alla versione Spagna (con una certa fiducia), tuttavia, il piano B è sempre presente visto che all’Hungaroring verrà portato anche il “pacchetto Imola”, che verrà tenuta pronta in caso il nuovo pacchetto mostri delle criticità anche a Budapest.

A Budapest ci si attende una Ferrari migliore: non migliorare il trend in Ungheria sarebbe un dramma tecnico

In Ungheria ci si aspetta una reazione da parte della Ferrari, con un layout che, secondo certi aspetti tecnici, potrebbe venire incontro alla SF-24. Dare la priorità al pacchetto più aggiornato ha dei perchè tecnici che si sposano bene con l’Hungaroring visto che presenta potenzialmente solo due curve da percorrere oltre i 250 km/h, di cui una, la 4, molto corta e quindi comunque non problematica per il possibile bouncing. E poi perchè il pacchetto Spagna sposta un po’ il bilanciamento a favore del lento, quindi dovrebbe aiutare, almeno parzialmente, a gestire il problema che la Ferrari SF-24 presenta nelle curve lunghe, soprattutto in quelle di bassa e media velocità, presenti sul circuito di Budapest.

Una conferma importante che i tecnici hanno avuto nel back-to-back effettuato tra le due specifiche a Silverstone è che Leclerc, con l’ultima specifica, era molto più veloce per tre quarti del tracciato ad eccezione di Copse e del tratto Maggots-Becketts-Chapel, dove le perdite nei confronti della SF-24 in vecchia versione di Sainz, erano anche superiori ai tre decimi! Il monegasco era risultato invece dominante nei tratti lenti, leggermente più competitivo in quelli medi e appunto molto più lento nei tratti veloci. Ecco perché, se si dovesse avere del saltellamento anche in Ungheria, tale da scartare il fondo più nuovo, sarebbe una sorta di dramma tecnico. L’Hungaroring non è una Monaco ma è comunque una pista dalla quale Ferrari si aspetta di migliorare il trend delle ultime gare.

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