Dopo due tappe positive, su circuiti che esaltavano la SF23 o, meglio, celavano i molti difetti della vettura progettata a Maranello, la Ferrari è tornata quarta forza a Miami: nonostante non sia stato un fine settimana perfetto per la scuderia italiana, il trend negativo partito dall’Agosto scorso si conferma. La vettura non è capace di generare carico in maniera stabile in gara, soprattutto alle alte velocità, dove la mancanza di spinta sulla monoposto sembra essere sempre accentuata da un comportamento imprevedibile che mette in difficoltà i piloti.
Lo stesso Charles Leclerc ha ammesso che “non solo da una curva all’altra, addirittura nella stessa curva possiamo avere un enorme ribilanciamento del sovrasterzo e poi un enorme bilanciamento del sottosterzo” e questo si è visto soprattutto nella sezione ad alta velocità del primo settore, tratto in cui i due piloti della Rossa perdevano più di mezzo secondo dai rivali.
Ferrari disastrosa: ecco i numeri, 20 km/h persi dalla Qualifica alla Gara
Dopo le prime gare post-direttiva si erano capiti i problemi che la nuova regola sulla flessione della tavola sotto il fondo aveva generato: nonostante l’immenso carico aerodinamico di cui disponeva la F1-75, la vettura non riusciva a sfruttare il proprio potenziale con un alto quantitativo di carburante. Nei primi mesi della stagione Ferrari e Red Bull avevano un distacco simile in qualifica e in gara, da Spa in poi il distacco era costantemente intorno ai 4 decimi; tuttavia dopo l’inverno speso dietro le quinte il gap tra qualifica e gara non è diminuito, ma addirittura è aumentato e la SF23 perde mezzo secondo in più rispetto a Red Bull tra il sabato e la domenica!
Se in Qualifica la SF23 si difende piuttosto bene, anche grazie ad alcuni ottimi giri da parte di Charles Leclerc come successo a Baku, le perdite in gara sono sotto gli occhi di tutti: prendendo come esempio il primo settore del circuito statunitense, perfetto per la nostra analisi vista l’importanza di un buon livello di carico aerodinamico e la stabilità della vettura, la SF23 perde, tra qualifica e gara rispetto agli altri ‘top team’, 2 decimi in più rispetto a Red Bull e Aston Martin e addirittura 4 decimi in più di Mercedes! In termini di velocità media le altre squadre perdono dai 13 ai 15 km/h tra sabato e domenica, il dato della Ferrari arriva ai 20 km/h persi, un dato che mette in prospettiva la mancanza di carico aerodinamico e l’instabilità della Rossa in gara.
Anche alle basse velocità il problema rimane lo stesso, seppur in maniera molto meno pronunciata nello specifico caso del Gp di Miami, dove Ferrari ha optato per un assetto piuttosto morbido: Mercedes e Aston Martin hanno perso di meno tra Qualifica e Gara (attorno ai 5 km/h di velocità minima), mentre Red Bull (7 km/h) e Ferrari (quasi 8 km/h) hanno perso di più rispetto alle altre due. Nel secondo settore questi numeri si traducono in 2 decimi in più persi rispetto a Red Bull e Aston Martin, e circa 3 decimi in più da Mercedes in media!
La finestra di funzionamento della SF23 è troppo piccola e poco stabile, qualcosa di già visto l’anno scorso con la W13 – che dall’altra aveva problemi a fare lavorare la vettura sul giro singolo per poi sfruttare meglio il potenziale la domenica. Risolvere tutti i problemi del progetto 675 solamente con gli aggiornamenti previsti tra Imola e Barcellona sarà impossibile, ma sarà cruciale vedere passi in avanti sotto questo punto di vista per verificare che la strada intrapresa sia quella giusta oppure se sarà necessario uno stravolgimento del concetto in vista del 2024, e un ulteriore passo indietro rispetto a Red Bull.
Il concetto della Ferrari SF23 è il problema? Anche Haas perde oltre mezzo secondo tra sabato e domenica.
Anche la VF23, vettura di chiara ispirazione al concetto adottato a Maranello, soffre dello stesso problema di perdita di prestazioni tra la Qualifica e la Gara: la scuderia americana subisce un ritardo medio di 1.2 secondi il sabato, per poi perdere oltre 1.7s al giro rispetto alla dominante RB19. Il deficit è pressoché identico a quello della SF23 e corrisponde al più alto in griglia insieme alla Williams FW45.
Dall’altra parte l’unica squadra che si migliora tra il sabato e la domenica, sempre prendendo come riferimento il distacco dalla Red Bull di Max Verstappen e Sergio Perez, è l’Aston Martin: come si può osservare dai dati mostrati sopra, i delta tra qualifica e gara sono molto simili tra le due vetture, tuttavia alla buona AMR23 manca ancora carico aerodinamico (5 km/h pagati nelle sezioni ad alta velocità) e velocità in rettilineo (3 km/h di differenza) nonostante il passo in avanti fornito dalla nuova ala posteriore sul fronte dell’efficienza totale e del sistema DRS.
Autore: Andrea Vergani