Il GP di Spagna è sempre stato uno degli appuntamenti più interessanti dal punto di vista sportivo e tecnico, perché la pista del Montmelò è conosciutissima dalla squadre, visto che venivano effettuati i test pre stagione sino a pochi anni fa, e soprattutto è molto completa per una chiara valutazione delle varie vetture. La Ferrari è arrivata sul circuito catalano con il secondo importante pacchetto di novità, che riguardavano le pance e soprattutto il fondo come componenti pensati per incrementare le prestazioni, oltre ad una nuova ala posteriore da medio alto carico come adattamento al circuito. “Questo pacchetto non era programmato per essere introdotto in Spagna ma Barcellona è un circuito fantastico per valutare la vettura. Quindi, se puoi anticipare un pacchetto qui, cercherai di fare di tutto per farlo.” – ha confermato Jock Clear – “Abbiamo così tanta esperienza qui al Montmelò che ci permetterà di fare una buona analisi sulle novità e sull’intero pacchetto”.
Corsa agli sviluppi: Mclaren super ma la Ferrari ha recuperato terreno alla Red Bull
Il GP di Spagna ci permette di tirare una riga e provare a valutare come le varie vetture di testa si siano evolute, soprattutto paragonandole al GP del Giappone che quest’anno è posizionato al quarto appuntamento nel calendario. Dal GP di Miami, gara in cui la Mclaren ha portato in pista il primo e unico aggiornamento sin qui, la MCL38 si è dimostrata come la macchina mediamente più veloce e soprattutto più completa. “Credo che attualmente la miglior macchina sia la McLaren”, ha confermato Carlos Sainz al termine della gara del Montmelò. Gli uomini di Stella hanno portato in pista nel primo appuntamento americano della stagione un pacchetto da ben 4 decimi, che ha però dato dei risultati migliori del previsto in determinate aree, soprattutto nel lento, permettendo così alla MCL38 di performare mediamente e complessivamente addirittura 6 decimi meglio rispetto alla specifica di inizio stagione. “Il secondo settore di Barcellona ci ha mostrato ancora una volta il miglioramento che abbiamo fatto alle medie e basse velocità e ora la nostra macchina funziona bene anche in un range di velocità che dodici mesi fa era il nostro punto debole.“ ha fatto sapere Andrea Stella. Se si considera che i passi in avanti della Red Bull, secondo un team rivale, sono quantificati intorno ai 2 decimi di secondo, si capisce ben presto come il team di Woking abbia ora un auto che possa giocarsela contro la RB20 di Max Verstappen.
Passando alla Ferrari, anche se gli ultimi risultati potrebbero offuscare le analisi, i due importanti pacchetti che il team di Maranello ha portato in pista tra Imola e la Spagna hanno portato dei miglioramenti, tuttavia, minori di quello che il team stesso di aspettava ma migliori complessivamente rispetto a quelli del team di Milton Keynes. Stiamo parlando infatti di un miglioramento che gli ingegneri Ferrari hanno valutato in tre decimi e mezzo sinora, quando invece avrebbero dovuto essere mediamente attorno al mezzo secondo. Manca insomma almeno un decimo e mezzo, oltre a quel decimo da sommare che si può trovare ulteriormente grazie alla comprensione del pacchetto, come affermato anche dallo stesso Leclerc nel pre Canada. All’appello manca principalmente qualcosa legato soprattutto all’ultimo pacchetto di aggiornamenti portato in pista a Barcellona, che il bouncing ha limitato nei guadagni effettivi a causa delle scelte di compromesso in termini di setup che non hanno fatto performare al meglio la SF-24 al Montmelò.
Corsa agli sviluppi: Ferrari è fortemente limitata dalla mancata risoluzione del problema in qualifica
Insomma, gli sviluppi Ferrari non sono da considerarsi (per ora) cosi negativi, tutt’altro; potrebbero essere valutati in quel modo quanto portato in pista da Aston Martin per esempio, che ha raddoppiato il gap tra Giappone e Spagna mentre la Ferrari ha concluso le due gare con un gap piuttosto simile ma con un passo che, soprattutto, a Barcellona è stato limitato notevolmente dalla posizione di partenza. Ecco, proprio collegandosi a ciò, è importante sottolineare come i due pacchetti di aggiornamento erano update pensati per incrementarne le prestazioni generali della SF-24, anche tramite un cambio della mappa aerodinamica per trovare maggiore performance nel lento, ma non per risolvere i problemi più importanti relativi a certe tipologie di curve (soprattutto quelle lunghe) e soprattutto in qualifica.
La Ferrari non ha infatti portato in pista aggiornamenti specifici per correggere i problemi più importanti emersi sin dall’inizio stagione, che ora rendono chiaramente maggiormente vulnerabile la vettura italiana, soprattutto in qualifica e dove anche la Mercedes sembra essere della partita, come ha dimostrato in Canada e al Montmelò. Il problema del team italiano non è tanto l’efficacia degli aggiornamenti, piuttosto la tipologia, per questo non possono considerarsi così determinanti come quelli portati in pista da Mclaren e soprattutto Mercedes, propriamente mirati per risolvere i punti negativi della MCL38 e della W15. Risolvere il ‘problema’ della SF-24 in qualifica significherebbe poter gestire la gara in maniera più agevole, permetterebbe di mostrare veramente che gli aggiornamenti hanno migliorato la vettura italiana, mantenendola al passo della Red Bull e più vicina ad una Mclaren che inizia davvero a far paura. Qualche idea a Maranello ce l’hanno, lo ha detto anche Leclerc non molto tempo fa, tuttavia, c’è da capire se veramente il problema sarà totalmente risolvibile quest’anno o è collegato anche alla parte telaistica e meccanica, considerando che nella SF di Maranello stanno sorprendentemente rivedendo il telaio per la macchina 2025.