Ferrari F1-75: è ora di introdurre i primi importanti sviluppi

Piergiuseppe Donadoni
25/04/2022

Autori: Giuliano Duchessa e Piergiuseppe Donadoni

Nella tre giorni di Imola abbiamo vissuto condizioni climatiche diametralmente differenti: siamo passati dall’avere tanta acqua e temperature fredde, il venerdì, all’asciutto e i 30 gradi di pista della sprint race del sabato pomeriggio. In (quasi) tutte le condizioni Max Verstappen specialmente – ma poi anche Perez – hanno concretizzato l’alto potenziale della RB18. Red Bull ha fornito ai suoi piloti una vettura che non è mai stata difficile da gestire, diversamente da Leclerc, il quale è sembrato competitivo ma non del tutto a suo agio, o meglio, non in tutte le condizioni nè in tutti i momenti del quarto fine settimana stagionale.

Red Bull: portare gli aggiornamenti (di peso) a Imola è stata una scommessa vinta 

Leclerc ha dato 6 decimi a Melbourne, a Imola ne ha preso poco più di uno. È chiaro che la progressione della RB18 non è stata di 7 decimi. Ci sono state condizioni sfavorevoli a Melbourne, molto favorevoli sul Santerno per la RB18. Secondo le analisi post gara di Ferrari, la seconda posizione era possibile, con un gap di 7-8 secondi da Max Verstappen, 0.13 secondi al giro, se in partenza Leclerc non avesse perso la posizione nei confronti di Lando Norris e soprattutto Checo Perez.

Il team di Milton Keynes ha potuto contare su una finestra di utilizzo migliore, certamente più ampia. Un qualcosa che è sembrata essere la chiave fondamentale per battere la Ferrari. D’accordo anche il team principal Red Bull, Christian Horner. “Questo fine settimana abbiamo semplicemente raggiunto meglio la finestra di lavoro degli pneumatici” – ha affermato il dirigente inglese – “Charles ha avuto un po’ più di problemi con le gomme anteriori rispetto a noi”, ha concluso, di conseguenza, la squadra anglo austriaca non è quasi mai stata troppo sotto pressione. “Dopo la delusione in Australia siamo riusciti ad ottenere uno dei nostri migliori risultati di sempre” ha detto Horner.

Tutto questo, anche grazie a un “fenomenale lavoro di squadra”, poichè Red Bull ha voluto prendersi “qualche rischio” in più ad Imola. La squadra anglo austriaca ha portato infatti in pista alcuni piccoli aggiornamenti sulla RB18. “E’ sempre un rischio valutare un upgrade con solamente una sessione di prove libere prima delle qualifiche”, ha detto il capo della squadra anglo austriaca. Tuttavia, c’erano pochi dubbi sul fatto che il primo pacchetto di alleggerimento avrebbe funzionato.

“Se questo questo aggiornamento ha funzionato? Beh sicuramente non ci ha reso più lenti…” hanno voluto subito chiarire in casa Red Bull. Aggiornamenti di questo tipo, permettono di incontrare alcuni vantaggi indiretti che vanno al di là del guadagno di tempo diretto, che si aggirava solamente attorno al decimo di secondo. La possibilità di poter regolare il bilanciamento dei pesi ha aiutato i tecnici a preparare al meglio la RB18 ed gli ottimi risultati raccolti nei due Gp sono certamente figli di una azzeccata ottimizzazione dell’intero pacchetto, proprio il contrario di quanto visto in Australia.

A Imola, Red Bull ha potuto caricare il posteriore come in Australia, senza sacrificare l’anteriore con un compromesso ideale per tutelare la resa delle gomme, salvaguardando il degrado e limitandone lo scivolamento anteriore. Uno scivolamento che ha messo invece in crisi l’anteriore destra della Ferrari di Leclerc. In definitiva, contrariamente a quanto mostrato all’Albert Park, le vetture di Verstappen e Perez non hanno mai scivolato sull’anteriore, la partenza molto migliore rispetto ad entrambe le Ferrari hanno poi fatto il resto.

Da questo weekend esce una Red Bull in gioco più che mai, non che non lo sia stata nei precedenti tre appuntamenti, questo che evidenza ancor di più l’importanza dell’evitare i due zeri per Max Verstappen.

Entrambe le F1-75 sono entrate in qualifica con modifiche di setup effettuate ‘al buio’

Dopo il via era piuttosto chiaro che il team di Maranello difficilmente avrebbe potuto togliere la vittoria al Campione del Mondo. Con Sainz subito fuori al Tamburello e con Leclerc finito dietro a Norris oltre che Perez, la gara aveva preso una piega un po’ complicata e per il team di Binotto non c’erano più le condizioni per vincere.

Il capo classifica attuale è riuscito a passare abbastanza velocemente Lando Norris, tuttavia una volta arrivato dietro al messicano ha sofferto molto di più la velocità di Checo, che è riuscito a gestire bene la sua RedBull e organizzare una ottima difesa delle posizioni nel due contro uno anche grazie alla mancanza del DRS.

Come altrove, anche a Imola Ferrari ha manifestato una difficoltà nell’accensione delle gomme con basse temperature oltre che del solito porpoising molto accentuato, seppur solo in rettilineo. Il setup della F1-75 per qualche ragione è stato buono ma non eccezionale. Questo sin dalle primissime libere, tant’è che entrambe le F1-75 sono scese in pista nelle qualifiche con delle modifiche di setup ‘al buio’, partendo da un’ala anteriore di diversa specifica rispetto a quella utilizzata nell’unica prova libera a disposizione.

L’auto vista a Imola era piuttosto forte almeno con il bilanciamento sulle gomme Wet (che richiedono basse temp di utilizzo), il che è una buona notizia se paragonata agli anni passati. Su intermedie leggermente meno, costringendo i tecnici a conservare un bilancio lievemente più morbido di quanto in realtà sarebbe servito.

La F1-75 ha dovuto affrontare una (stretta) finestra di utilizzo certamente più ostile rispetto ai precedenti appuntamenti; non può essere una causalità che sia successo nell’unico weekend con il venerdì ‘corto’ e dopo essere scesa in pista nelle qualifiche senza testare i cambiamenti di setup decisi dopo le FP1. In più, è stato deciso di utilizzare in ‘safe mode’ il motore di Leclerc, il che gli è costato quasi 1 decimo al giro, ufficiosamente “per preservarla”, anche se lascia pensare il fatto che la decisione sia stata presa dopo i problemi emersi nel post Australia GP all’unità di Carlos Sainz. Sarebbe stato molto interessante poter analizzare anche la gara Sainz, dotato della power unit n.2 più fresca ed efficiente, tuttavia l’incidente con Ricciardo ha impedito di raccogliere dati significativi che a Maranello avrebbero potuto comparare.

Il setup della F1-75 è stato corretto – per quanto consentito in regime di parco chiuso – ma non poteva essere modificato troppo. Per far lavorare meglio le anteriori, con un setup anche meno morbido, poteva essere una idea caricare ulteriormente la macchina? Non proprio, perchè si sarebbe nuovamente accentuata la differenza negli allunghi oltreche avrebbe accentuato il saltellamento aerodinamico (porpoising). Il porpoising mostrato in un rettilineo nemmeno troppo lungo, non è stato cosi dannoso ma certamente eloquente rispetto alla scelta meccanica fatta. Il compromesso è stato quello di avere velocità in allungo e sui cordoli tramite una monoposto molto morbida. Di contro la F1-75 ha pagato una minor reattività al Tamburello e alla Villeneuve.

“Il tempo è stato poco per testare altri setup, in definitiva non è stato il carico a limitarci quanto il setup meccanico, se avesse piovuto di più sarebbe andata meglio a noi” ci ha fatto sapere una fonte qualificata. Leclerc era abbastanza impressionante alla variante alta rispetto alle Red Bull, a cui recuperava tra 1 e 2 decimi di secondo in ogni passaggio. L’errore è avvenuto per un eccesso di confidenza. Charles aveva infatti capito che era quello l’unico punto per avvicinarsi molto a Perez.

Imola ha mostrato perché è ora di introdurre i primi sviluppi sulla F1-75

RedBull ha mostrato una efficacia importante nelle curve medio veloci e superiori in termini di velocità, soprattutto tra ingresso e prima metà di curva mentre nella seconda a comportarsi meglio è la F1-75. La vettura di Verstappen e Perez, con la riduzione di peso può dotarsi di un bianciamento aerodinamico migliore soprattutto per l’anteriore, senza pagare troppo nei primi allunghi e diminuendo la distanza dalla Ferrari nel lento. La F1-75 continua a percorrere le curve lente con più velocità e usando meno metri, lo abbiamo potuto vedere piuttosto bene da bordo pista proprio nel fine settimana di Imola.

Comparazione @JunaidSamodien_

I tecnici di Maranello devono far progredire la vettura nei cambi veloci e in generale nell’efficienza aerodinamica. Non nella stabilità in curva che è ottima, piuttosto nella velocità di percorrenza diminuendo la resistenza dove le curve sono a medio-alta, alta e altissima velocità, badando però a non perdere carico.

Red Bull proseguirà a Barcellona il suo importante upgrade attraverso la cura dimagrante, con benefici diretti e indiretti. Ferrari risponderà a Miami con l’ala posteriore di nuova specifica, come anticipato da Formu1a.uno, e alcuni affinamenti aerodinamici propedeutici per un circuito da medio-basso carico come quello statunitense e soprattutto la Power Unit 2 rinforzata per entrambi i piloti. A Barcellona poi – come confermato dallo stesso Binottoil primo aggiornamento aerodinamico per limitare il porpoising e che riguarderà anche altre macro parti come le pance.

La F1-75 e la RB18 sono grandi, grandissime vetture, molto simili in questo inizio di mondiale, seppur molto diverse sia come comportamento in pista che come concetti aerodinamici tant’è che Melbourne e Imola hanno mostrato due facce della stessa medaglia, due auto che funzionano benissimo ma in maniera del tutto diversa. In casa Red Bull hanno osato per stare al passo della F1-75, a volte osando troppo, come in Bahrain, a volte vincendo la propria scommessa come a Imola. Ora starà a Ferrari controbattere, estraendo l’ulteriore potenziale della comunque ottima Rossa 2022.

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