Lewis Hamilton è un pilota che lascia il segno, non solo grazie alle sue vittorie ma anche nel rapporto che ha creato con il suo team. Dopo 12 anni la sua avventura in Mercedes volge al termine: dalla prossima stagione infatti vestirà i colori della Ferrari al fianco di Charles Leclerc. Al termine dell’ultima gara del 2024 ad Abu Dhabi, il Trackside Engineering Director della Mercedes Andrew Shovlin ha raccontato al podcast ‘Beyond the Grid‘ gli anni trascorsi al box con Hamilton.
“È stato un grande privilegio lavorare con Hamilton”
Una lunga carriera insieme in Mercedes lega Hamilton a Shovlin. Anni coronati con tanti successi, dove però non sono mancati momenti difficili, come le ultime stagioni: “Ci siamo divertiti molto e abbiamo avuto tanto successo. Gli ultimi anni sono stati più difficili di quanto avremmo voluto, ma la Formula 1 è semplicemente una serie di problemi e come ingegnere devi lavorare insieme ai piloti per cercare di superarli. Questo è ciò che ci siamo divertiti a fare e, col tempo, anche gli anni più difficili li guardi come una bella esperienza. È stato un grande privilegio avere questo capitolo con Lewis nella mia carriera.”
“Lewis non aveva punti deboli”
La domanda ricorrente quando si parla di campioni del calibro di Hamilton è sulle qualità che lo rendono unico e che gli permettono di differenziarsi dagli altri. La risposta al quesito però non è semplice: “Se guardiamo ai campioni del mondo o, nel caso di Lewis, ai migliori dei migliori, è difficile scegliere una sola cosa che caratterizza solo lui e che nessun altro ha“, spiega Shovlin, “Ha tutte le qualità in abbondanza, ma se dovessi sceglierne una sarebbe il suo impegno verso la vittoria. Perdere una gara è talmente rivoltante che farà qualsiasi tipo di lavoro per cercare di evitarlo. Questo è sicuramente unico“. Aggiunge: “Poi c’è anche la velocità, la capacità di guida. In particolare la sua abilità in gara, la sua capacità di trovare modi per sorpassare, di farsi strada, di gestire le gomme. Per vincere i campionati devi essere in grado di guidare con equilibri diversi, in condizioni diverse e su circuiti diversi. Lui è arrivato a un punto in cui non aveva circuiti deboli e non aveva punti deboli.”
“Schumacher ha alzato il livello del team. Poi Lewis ha continuato”
Lewis Hamilton non è il primo campione ad aver guidato una Mercedes in Formula 1. Prima di lui anche Michael Schumacher ha corso per le Frecce d’Argento dopo gli anni in Ferrari. Se il successo accomuna entrambi, ciò che li rende unici sono le loro personalità: “Sono molto diversi in termini di personalità, nel modo in cui lavorano e interagiscono col team. Ma se guardi quello che fanno dietro al volante, come si preparano, ciò che danno in termini di feedback, sono piuttosto simili“, spiega Shovlin, “Penso che Michael fosse fantastico in questo. Ha davvero alzato il livello di questo team. Veniva dalla Ferrari, una forza dominante nell’ultimo decennio, e quando l’abbiamo avuto nel nostro team, abbiamo dovuto lavorare molto più duramente. Questo percorso è continuato poi con Lewis. Avevi questo pilota che, se gli davi le informazioni giuste, se mettevi la macchina nel posto giusto, lui semplicemente te la metteva in pole. È stato fantastico poter continuare questo metodo di lavoro con ingegneri e piloti.”
“Lewis è diventato sempre più bravo nel corso degli anni”
Quando è arrivato in Mercedes nel 2013 Hamilton aveva già in bacheca un titolo mondiale, vinto nel 2008 con McLaren. Nonostante fosse già campione, però, ha continuato a migliorarsi, anno dopo anno: “Ogni anno che passava con questo team, lui andava via per l’inverno avendo una grande consapevolezza di dove poteva migliorare sé stesso e tornava a gennaio più forte“, spiega Shovlin, “Potresti dire che era il pilota più completo che potesse essere nel primo anno. Probabilmente no, perché nel corso degli anni è diventato sempre più bravo. Questa è stata una delle cose che ha permesso a Lewis di vincere così tanti campionati: quando vinceva non toglieva il piede dall’acceleratore e non andava a godersi la vita. Durante l’inverno, c’era una concentrazione totale su dove poteva trovare il passo successivo. Per lui tutto nasceva da questa paura di essere superato, la paura di perdere. Voleva semplicemente assicurarsi di tornare più forte, più completo, più efficace, e più imbattibile l’anno successivo.”
“È nei momenti decisivi che Hamilton dà il meglio di sé”
“Non è un pilota emotivo nel senso che non lascia che le sue emozioni influenzino la sua guida in modo negativo. Ci sono piloti che quando le cose non vanno come vogliono o quando sono sotto pressione commettono errori e vanno più lenti. Certamente, non è questo il caso, ma Lewis è una persona emotiva. È qualcuno che esprime i suoi sentimenti“, racconta Shovlin, “Penso che questo faccia parte di ciò che è e, senza dubbio, è stato uno degli aspetti che lo ha reso così vincente. Però ci sono stati momenti in cui ha dovuto davvero scavare a fondo. È in grado di farlo, non crolla in quei momenti. Quando si tratta di fare ciò che serve per vincere le gare, per chiudere i campionati, è in quei momenti che dà il meglio di sé.”
“Siamo diventati il team che siamo grazie a Lewis“
In 12 anni sono tanti i momenti che si condividono all’interno di un team. E sono tanti i ricordi e i legami che si creano: “Se guardi al contributo di Lewis a questo team è impossibile dire esattamente cosa mi mancherà di più, perché ha ridefinito la direzione del team. È in qualche modo intrecciato nel tessuto del team in un modo che non puoi nemmeno immaginare senza di lui“, rivela Shovlin, “Siamo diventati il team che siamo oggi proprio grazie a Lewis che è stato una parte fondamentale di tutto ciò.”
“Ci mancherà quel senso di identità nel team”
“È una grande personalità, un leader fenomenale, difende ciò che pensa sia giusto, il che è fantastico. Quando non è in macchina, promuove lo sport, in particolare la diversità all’interno dello sport. Mi piace il fatto che abbia un forte senso di cosa è giusto e sbagliato e che metta un sacco di impegno nel cercare di fare la differenza, non solo in pista ma anche fuori. Quindi, sarà diverso. È stato un capitolo fenomenale nella storia del team e ci mancherà. Tutte le cose belle arrivano alla fine e gli auguriamo il meglio per il futuro, ma credo che quella leadership, quel senso di identità nel team, sarà sicuramente la cosa che ci mancherà di più.”
“Ad Abu Dhabi 2021 ha fatto capire quanto sia unico”
Tra i tanti aneddoti che descrivono al meglio il tempo passato con Hamilton in Mercedes, Shovlin ne racconta uno accaduto sul finale di stagione del 2021. Mancavano quattro gare al termine e Lewis era in lotta per il campionato con Verstappen. “Sono stato invitato in un gruppo WhatsApp che si chiamava ‘we will do this’ (ce la faremo). Lewis aveva messo alcune persone dentro. Dovevamo vincere tutte le gare rimanenti. Quando ho visto che era stato lui a creare il gruppo, ho avuto la sensazione che ce l’avremmo fatta davvero, perché ‘se lui ci crede, lo farà’. Noi eravamo lì per supportarlo“, racconta, “Ha questa sorta di convinzione così forte che quasi riesce a far accadere le cose e a cambiare le situazioni. A quel punto, la dedizione, l’impegno e il livello di dettaglio con cui si stava preparando per assicurarci di poter vincere quattro gare consecutive è stato incredibile.
“Abu Dhabi 2021 ha fatto capire che lui è unico”
“Sappiamo tutti cosa è successo negli ultimi giri di Abu Dhabi. È difficile trovare soddisfazione nel modo in cui quella stagione si è conclusa, se non nel fatto che abbiamo fatto quello che dovevamo fare, raggiungendo gli obiettivi che dovevamo raggiungere. Abbiamo messo la macchina dove doveva essere, era veloce quanto serviva, ma eventi fuori dal nostro controllo hanno fatto sì che non succedesse. Ma è proprio quel tipo di cosa che ti fa capire che lui è unico, ed è per questo che è il migliore dei migliori.”