Ecco perchè tanta differenza tra le prestazioni di Leclerc e Sainz

Piergiuseppe Donadoni
03/10/2022

Checo Perez ha vinto meritatamente il GP di Singapore per quanto mostrato in pista mentre la Federazione ha fatto nuovamente infuriare gran parte degli appassionati, dopo il pasticcio di Monza, valutando in maniera differente la stessa infrazione commessa dal messicano al giro 10 e al giro 36 e soprattutto dando la propria valutazione sull’accaduto ben tre ore dopo la fine della gara quando il pubblico europeo stava ormai cenando.

Il messicano ha infatti infranto l’articolo 55.10 del regolamento Sportivo in ben due occasioni. Sotto il regime di Safety Car, il leader della gara deve mantenersi entro, e non oltre, le dieci lunghezze dalla vettura che guida il gruppo. Ferrari si aspettava almeno 10 secondi di penalità per le due infrazioni come affermato da Mattina Binotto nel post gara. Tuttavia, nel primo caso sono state concesse delle attenuanti, date dalle condizioni molto scivolose della pista che comportavano delle difficoltà nel rimanere a quella distanza. Da qui la reprimenda. Alla seconda identica infrazione, vista la recidività del pilota messicano seppur la pista non era troppo dissimile in termini di condizioni, i commissari hanno deciso di imporre al pilota una penalità di 5 secondi che non ha di fatto intaccato l’esito del GP.

Leclerc non ha commesso alcun errore in partenza

“Questa vittoria è davvero speciale per me, perché ho avuto tanti momenti di difficoltà nelle ultime gare, ha affermato nel post gara Checo Perez. Che non ha poi impiegato molto a togliersi qualche sassolino dalle scarpe nei confronti della stampa. “I media hanno descritto il mio momento di difficoltà in modo molto più grande di quanto fosse. Questo forse perchè sono messicano. Se per due gare di fila non sono sul podio, allora sto vivendo la peggiore stagione di sempre e la Red Bull dovrebbe appiedarmi”.

Checo ha vinto la gara in partenza, non facendo nulla di strepitoso ma sfruttando la sfortuna capitata a Leclerc. “Charles ha avuto un buon tempo di reazione e le procedure sulla vettura hanno funzionato correttamente. Ma in seguito le sue ruote posteriori hanno perso aderenza per via di una zona dell’asfalto più umida., ha affermato Mattia Binotto nel post gara. Lo scatto di Leclerc era infatti stato migliore di quello di Perez ma quella zona più umida gli è costata la posizione sul messicano. Anche Lewis Hamilton, partito appena dietro a Leclerc, ha avuto lo stesso identico problema.

Successivamente, Perez ha potuto comandare la gara grazie ad una RB18 che si è dimostrata anche a Singapore una vettura più completa della F1-75. Senza l’errore nel calcolo del carburante, Verstappen avrebbe infatti fatto segnare la Pole Position con una gestione gomma della vettura anglo austriaca in gara certamente migliore. Ma di certo, la posizione guadagnata al via ha facilitato il lavoro del pilota messicano, considerando la difficoltà nell’effettuare i sorpassi fuori traiettoria e la possibilità di utilizzare un potente overcut per difendersi dalla strategia più aggressiva attuata da Ferrari.

Da non sottovalutare il fatto che in questo weekend anche la sua RB18 ha potuto utilizzare l’ultima versione di fondo portata in pista negli scorsi appuntamenti solo da Max Verstappen, ulteriormente aggiornata nell’ingresso dei tunnel Venturi proprio a Singapore. Il team anglo austriaco ha prodotto per Checo quest’ultima versione di fondo risparmiando budget con la produzione di un secondo fondo ‘intermedio’.

Leclerc aveva un assetto misto, Sainz completamente da asciutto

Come scritto nell’analisi delle prove libere dello scorso venerdì, il monegasco aveva optato per un assetto piuttosto diverso da quello del compagno di squadra. Un setup più neutrale in termini di altezza da terra e di meccanica in generale, non totalmente da asciutto per essere piu chiari, che gli ha permesso di essere più aggressivo sugli pneumatici. Tuttavia, la Red Bull le ha conservate meglio, guadagnando terreno nelle seconde parti degli stint similarmente a quanto abbiamo già visto dal GP del Belgio in poi. Una questione principalmente di temperature. La Ferrari di Leclerc ne generava molta fin da subito sulle anteriori, non pagando eccessivamente dazio su una caratteristica tecnica solitamente molto a favore della RB18. Il problema è che la vettura italiana non è riuscita poi a tenerle sottocontrollo, tanto da generare un deleterio surriscaldamento, ancor più accentuato a causa dell’overdriving di Charles necessario per tentare il sorpasso su Checo.

Al contrario di Leclerc, Sainz non è mai stato in gara. La scelta di optare per un assetto completamente da asciutto, comunque molto diverso meccanicamente rispetto al compagno di squadra, lo ha messo parecchio in difficoltà e solo negli ultimi 10 minuti di gara ha fatto segnare crono più interessanti. Quando insomma la traiettoria si stava cominciando davvero a gommare, vista la difficoltà dell’asfalto ad asciugarsi per via della tanta pioggia caduta nel pre gara e dell’asfalto e a condizioni ambientali notturne con tanta umidità e poco vento.

Ne è uscito un passo globale peggiore di 6 decimi dal compagno di squadra. Una eternità. “Semplicemente quest’oggi non avevo il ritmo”, ha ammesso Sainz. “Soprattutto sul bagnato, avevo qualche problema con la parte posteriore della macchina. La cosa buona è che non ho commesso errori e per questo credo che il podio me lo sono meritato”, ha concluso lo spagnolo.

“Per quanto riguarda il campionato costruttori è stato un buon fine settimana”, ha spiegato Mattia Binotto a Sky. “Nel complesso, la macchina ha funzionato bene sul bagnato e sull’asciutto“, dice soddisfatto, spiegando che alcuni problemi incontrati a Spa e Zandvoort sono stati risolti. La F1-75 era effettivamente più vicina alla RB18 a Singapore, con una differenza di passo gara tra Perez e Leclerc valutabile in poco più di un decimo, ma ci sarà da capire se è anche una questione di caratteristiche della pista, di una DT39 in parte attenuata (nella sola parte della metrica mentre per quanto riguarda la flessibilità del plack è rimasta identica all’originale) e della mancanza del riferimento solitamente imposto da Max Verstappen. Suzuka è certamente una pista molto interessante da questo punto di vista per comprendere nuovamente i valori.

Mercedes si aspettava più caldo. Hamilton in difficoltà con le temperature degli pneumatici anteriori.

La squadra che maggiormente ha deluso in gara è certamente Mercedes. La squadra campione del mondo non si aspettava una gara cosi umida e soprattutto sperava in qualche grado in più dell’asfalto. Un pò come Ferrari con Sainz, il team campione del mondo non ha centrato il giusto assetto per la gara. La W13 di Lewis Hamilton era ‘over’ bilanciata e, nelle condizioni umide incontrate, mancava di temperatura soprattutto sull’anteriore con il passare dei giri.

Il seguire un lento Carlos Sainz non ha certamente aiutato, con un sorpasso reso impossibile dalle condizioni della pista e dall’impossibilità di utilizzo del DRS per gran parte della gara, che hanno portato a quasi 2 secondi il gap di passo necessario per poter pensare ad un sorpasso tra le varie vetture. “E’ stata una partenza difficile e sono finito dietro a Carlos. Non so perché lui fosse così lento. Ma non ero abbastanza veloce per superarlo in queste condizioni e quindi non poteva far altro che seguirlo. Fossi stato davanti, penso che avrei potuto fare tempi simili a quelli di Checo e Charles.” ha affermato il sette volte campione del mondo.

Il team campione del mondo è ora a 66 punti dalla Ferrari e con sole cinque gare rimaste, centrare un obiettivo impensabile nella prima parte di stagione, è certamente più complicato. La più grande delusione oggi è che non siamo riusciti a mostrare i segnali positivi che avevamo visto nella seconda sessione di prove libere e nelle qualifiche”, ha affermato a fine gara Toto Wolff. “Andiamo a Suzuka sapendo che la P2 nel Costruttori, dopo questo risultato, è molto complicata”. 

Autore: Piergiuseppe Donadoni

Co Autore: Giuliano Duchessa

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