Claire Williams: “Mi fa impazzire pensare che Stroll era con noi”

Luca Manacorda
06/10/2024

Sotto la guida di James Vowles, la Williams ha iniziato un percorso di riorganizzazione e di crescita che ha l’obiettivo di riportare la scuderia di Grove ai fasti del passato, dopo alcune annate veramente complicate. Con il passaggio di proprietà dalla famiglia Williams al fondo Dorilton Capital, avvenuto nel luglio 2020, la situazione dal punto di vista finanziario è andata migliorando e con essa anche i risultati in pista, culminati per ora con il settimo posto tra i Costruttori ottenuto nel 2023. Per il futuro le aspettative sono più alte e le basi sono state messe con l’ingaggio di numerosi tecnici di alto profilo nonché con quello di Carlos Sainz: dopo anni in cui uno dei due sedili era destinato per questioni di bilancio a un pay-driver, dal 2025 il team potrà schierare una line-up di assoluto livello formata dallo spagnolo e dal confermato Alex Albon.

Claire Williams: “Nel 2020 siamo rimasti senza soldi”

A ricostruire i momenti più difficili della storia recente della scuderia britannica è stata Claire Williams, figlia del fondatore sir Frank nonché team principal al momento del passaggio di proprietà a Dorilton Capital. Ospite del podcast Business of Sport di Bloomberg, l’imprenditrice 48enne ha ricordato con amarezza la difficilissima situazione che si è trovata a fronteggiare nel 2020.

Russell Williams 2019

Parlando di quell’anno il pensiero corre subito alla pandemia di Covid-19 che ha stravolto le vite di tutti, non solo dal punto di vista economico. I guai per la squadra erano cominciati per un’altra causa, ossia la decisione del title sponsor ROKiT di ritirarsi a maggio dall’accordo stipulato: “Eravamo rimasti senza soldi, per essere diretti e sinceri – ha esordito Claire – Succede quando perdi un title sponsor, quando non paga. Li abbiamo portati in tribunale e abbiamo vinto. Ci devono circa 30 milioni di sterline, che è la metà dei soldi che ci dovevano effettivamente. Hanno avuto la sentenza del tribunale a dirlo. Ovviamente non hanno pagato e questo ha lasciato un enorme buco nel nostro budget per il 2020. Siamo stati molto fortunati perché c’era qualcuno che è arrivato e ha colmato quel vuoto per noi, così siamo stati in grado di iniziare la stagione“.

Ovviamente a ciò si sono aggiunte le complicazioni legate al Covid che hanno portato la stagione di F1 a ritardare il debutto fino al mese di luglio: “Non abbiamo corso fino a luglio quell’anno, e quando non lo fai non guadagni soldi. Quello è stato l’ultimo chiodo sulla nostra bara, quindi è stata una cosa completamente fuori dal nostro controllo, sfortunatamente, per come si sono svolti gli eventi“.

Il dolore per la cessione e la riconoscenza verso Dorilton Capital

La Williams, intesa come scuderia, è presente in F1 sin dal 1977 e per la famiglia di sir Frank rappresenta ovviamente qualcosa dal valore affettivo inestimabile. La necessità di vendere il gioiello di casa per questioni economiche ha ovviamente avuto un peso emotivo elevatissimo: “Vivrò con il dolore di averla persa ogni singolo giorno – ha ammesso Claire – Quella di vendere non è stata una decisione che abbiamo preso come famiglia perché ne avevamo abbastanza della F1 o volevamo fare cassa. Volevamo tutti rimanere. Era la nostra vita per sempre, questo era il piano. Volevo gestire la squadra per mio figlio o per i miei nipoti“.

Williams

Dorilton Capital si è preso questo tesoro della famiglia Williams, ma verso il fondo d’investimenti americano non c’è risentimento, anzi. Claire Williams ammette però che un piccolo rammarico per come è stata condotta la trattativa le è rimasto: “Dorilton rappresenta il tipo di persone a cui volevamo vendere. Sono abbastanza delusa dal fatto che come parte dell’accordo non ho semplicemente detto che volevamo mantenere il 5%. Tuttavia sono grata che Dorilton si sia preso cura del team, dell’eredità e delle persone che amavamo e che erano la nostra famiglia. Siamo stati molto fortunati perché il 2020 è stato un periodo orribile per tutti. Le persone non acquistavano aziende e di certo non acquistavano team di F1 in difficoltà. Siamo stati molto fortunati che queste persone siano arrivate e abbiano fatto esattamente questo, e quindi questo è stato il risultato migliore che potessimo avere“.

Il rammarico per il rapporto con Stroll

Le difficoltà del 2020 sono giunte pochi anni dopo la fine del rapporto con Lawrence Stroll e con il figlio Lance, che proprio al volante della Williams aveva debuttato nel 2017. Il magnate canadese era già alla ricerca di un team su cui investire pesantemente per la carriera di Lance. Con la Williams l’occasione non si concretizzò e già a metà del 2018 una cordata guidata da Stroll acquistò l’allora Force India da Vijay Mallya, mettendo le basi per quell’evoluzione che ha portato all’attuale Aston Martin.

Gli investimenti da parte dell’uomo d’affari canadese non sono mai mancati in quest’anni e sono ora culminati nell’apertura di una nuova struttura tecnica che verrà guidata nientemeno che da Adrian Newey. Il geniale progettista inglese in passato era stato fondamentale per lo sviluppo delle Williams in grado di dominare la F1 negli anni ’90 e Claire ritiene che il suo ingaggio, costato un importante investimento economico, sia assolutamente corretto: “Penso che ne valga la pena. Adrian è un genio assoluto. Ha trascorso molto tempo alla Williams e ha portato molti dei nostri titoli mondiali, insieme al team più in generale. Avete visto il successo che ha avuto in seguito. Quella è stata una mossa geniale da parte di Lawrence Stroll. I soldi che derivano dalla vittoria del campionato valgono qualsiasi cosa stia pagando. È così bravo“.

Proprio ripensare al fatto che Stroll avesse iniziato la sua avventura in F1 con la Williams rappresenta un altro, grande, rammarico per Claire: “Mi fa impazzire, perché Lawrence era con noi“.

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