Essere figlio di un pilota che ha fatto la storia nel suo sport non sempre può rivelarsi semplice. Da un lato, sei immerso nella cultura agonistica fin da bambino, vivendo ogni giorno con una figura da cui prendere esempio e su cui poter fare affidamento, ma dall’altro i paragoni sono sempre all’ordine del giorno e c’è chi pensa che la strada sia stata facilitata dal grado di parentela. Il cognome illustre può finire per schiacciare il giovane debuttante, oscurato dagli innumerevoli successi del padre. La Formula 1 è costellata da esempi di figli che seguono le orme paterne, come Antonio e Alberto Ascari agli albori, passando per Gilles e Jacques Villeneuve, Graham e Damon Hill e infine Keke e Nico Rosberg e Michael e Mick Schumacher. Ma c’è anche chi ha scelto di correre in una categoria differente. È quello che è successo nella famiglia Sainz: il padre Carlos senior è una leggenda nel mondo del rally, mentre il figlio Carlos ha debuttato in F1 nel 2015, guidando per Ferrari dal 2021 fino a questa stagione.
La famiglia Sainz
Per Carlos junior risulterebbe difficile eguagliare le imprese del padre. In primo luogo perché richiederebbe un cambio di percorso di carriera, che pochi piloti hanno intrapreso, solitamente concluso in maniera deludente. In secondo luogo la carriera di Carlos Sainz senior è talmente lunga e ricca di successi che risulterebbe difficile anche solo provare ad avvicinarsi. “È una forza della natura che non si ferma mai“, dice il figlio, “Ti spinge continuamente ad alzare sempre l’asticella. È uno che, quando ha smesso di fare rally, ha deciso di passare ai rally raid ed è riuscito a vincere l’evento più duro di tutti, il rally Dakar, tre volte”.
La carriera di entrambi i Sainz non si è ancora conclusa. All’età di 59 anni Carlos senior ha iniziato una nuova avventura in Extreme E a bordo di SUV elettrici, mentre Sainz junior ha appena concluso l’ultima stagione in Ferrari; dall’anno prossimo infatti guiderà in Williams al fianco di Alex Albon. “Il mio rapporto con lui è sempre stato molto intenso“, afferma il madrileno 27enne. “Mio padre non sa stare fermo e, per me da bambino, questo significava essere sempre spinto a fare di più. Quando ho iniziato ad appassionarmi al karting, lui mi ha sostenuto e motivato e non ha avuto problemi con il fatto che non avrei seguito le sue orme“.
Carlos junior: “Il cognome Sainz un onore, ma all’inizio è stato un peso”
Portare il cognome Sainz “è sempre stato un onore“, afferma Carlos, “ma all’inizio della mia carriera è stato anche un peso“. Del mondo delle corse dice, “Gli addetti ai lavori e i media possono essere cinici e all’inizio della mia carriera c’erano molte persone che insinuavano che fossi lì solo perché ero figlio di un campione di corse. In quel periodo mio padre mi ha spronato e aiutato a dare il massimo. È così che sono riuscito a dimostrare, attraverso i miei risultati, che meritavo la carriera che mi stavo ritagliando”. Ora Carlos junior ha concluso la sua decima stagione in Formula 1, quattro delle quali con Ferrari: “Direi che da allora ho imparato a stare in piedi sulle mie gambe“, dice, “Ma è ancora importante per me sapere che mio padre è al mio fianco“.
La firma con Ferrari
Guidare per la Ferrari è un sogno per molti piloti, Carlos Sainz compreso. Il pilota spagnolo è arrivato a Maranello nel 2021, prendendo il posto di Sebastian Vettel al fianco di Charles Leclerc. Nel 2024 la sua avventura in rosso si è conclusa, ma lui ricorda esattamente il giorno in cui hanno chiuso l’affare. “Come sempre, abbiamo dovuto lavorare su diverse bozze del contratto, fare un sacco di riunioni e con e-mail che andavano avanti e indietro tra Madrid e Maranello. Inoltre, tutto doveva essere fatto tramite videochiamata perché il Covid ha reso impossibile viaggiare. Quella mattina, mi sono alzato alle otto e mio padre mi ha detto: ‘Prendi una penna, è arrivato il contratto Ferrari. E devi firmarlo’. Ero ancora in pigiama”, ride Carlos. “Ma ho firmato lì e in quel momento“.