Sono passate pochissime settimane dall’annuncio e relativo insediamento ufficiale di Mattia Binotto a capo del progetto F1 di Audi. In questo lasso di tempo è stato reso noto l’arrivo di Jonathan Wheatley a partire dal prossimo anno, nelle veci di Team Principal, lasciando all’ex Ferrari tutto il controllo della parte tecnica e di coordinamento tra le due fabbriche di Hinwil e di Neuburg. A Monza c’è stata la prima uscita ufficiale nel nuovo ruolo dell’ex TP Ferrari ed è stata occasione anche per un breve incontro con la stampa per fare il punto della situazione.
Audi non si può permettere i risultati attuali, serve migliorare: mancano almeno 400 persone per poter competere con i top team
Non è semplice per una squadra sviluppare due progetti in parallelo. La F1 vive spesso delicate fasi di equilibrio, quando un progetto dell’anno futuro viene avviato in corso d’opera, visti i lunghi tempi di sviluppo e progettazione. Attualmente le squadre stanno portando avanti una stagione 2024 molto serrata, con un 2025 che impegna molta forza lavoro in fabbrica, poiché da gennaio la maggior parte di tecnici ed ingegneri saranno focalizzati sul cambio regolamentare del 2026. Per quanto riguarda la Audi, ancora rappresentata come Stake F1 Team Sauber, oltre questa mole di lavoro, c’è una trasformazione da fare e la preparazione al debutto ufficiale del costruttore tedesco, un impegno non da poco. “Dobbiamo cercare di bilanciare quello che è lo sforzo per i risultati nel breve termine e quelli sul medio-lungo termine. Non possiamo però permetterci i risultati attuali. Eravamo ultimi a Zandvoort e lo siamo ancora qui a Monza. Non possiamo ignorare questo.” ha dichiarato Binotto in modo molto diretto.
L’obiettivo è quello di trasformare la squadra svizzera in una base che possa in un futuro non troppo lontano diventare una concorrente seria e credibile per McLaren, Red Bull, Mercedes e Ferrari. Un processo non semplice come si può vedere dall’Aston Martin o dalle difficoltà della Williams dopo anni di sofferenza. Mattia Binotto vede questo periodo di transizione come un’occasione da sfruttare per migliorarsi e crescere, anche attraverso il mercato. “Qui c’è brava gente e c’è entusiasmo. Dobbiamo migliorare e farci i muscoli, però è indubbio che servirà anche andare a cercare nuove persone. Rispetto ai top team, banalmente, ci mancano almeno 400 persone” ha rivelato l’ex Ferrari. Proprio da Maranello, come anticipato, l’ingegnere italo-svizzero ha provato subito a prendere un pezzo grosso come Enrico Gualtieri, da mettere alla guida del Reparto motori, ma l’italiano ha declinato l’offerta, decidendo di rimanere in quel di Maranello.
Con l’ingresso di Binotto, Audi ha cambiato i piani. I nuovi tempi di sviluppo permettono la possibilità di valutare un Rookie al fianco di Hulkenberg
Nelle sue dichiarazioni, Mattia Binotto ha fatto un elenco di cose in cui Audi dovrà crescere. Chiaramente, in primis, c’è la volontà di migliorare le attuali prestazioni dello Stake F1 Team, anche in vista del prossimo anno. Ma sul medio termine, oltre al mercato, servirà migliorare “le strutture, l’organizzazione, i processi e le metodologie. In un paio di settimane non si può vedere tutto, ma ci sono molte aree in cui possiamo migliorare”. Il lavoro comprende anche quello di costruire una nuova mentalità, un qualcosa che non è abitudinario in Sauber e che richiede un processo lungo, come quello che sta affrontando ora la McLaren, sotto la guida di Andrea Stella. E la competizione non renderà questo compito più facile. “Sfidiamo squadre più attrezzate e che da molti anni sono in F1, tra alti e bassi” ha detto Binotto.
Una delle cause principali che ha portato al recente ribaltone, è stata una ‘lotta’ interna tra Seidl ed Hoffmann, ma anche la poca incisività sul mercato tecnico e dei piloti. Inoltre, come avevamo riportato mesi fa, rispetto ai competitors l’Audi accusa un ritardo in tempistiche e sviluppo della nuova Power Unit; segnali che non fanno pensare ad un debutto troppo positivo, seppur ci sia ancora tempo per rimediare. E’ stato l’amministratore delegato di Audi in persona, Gernot Doellner, a svelare che i tempi di sviluppo del progetto sono cambiati, comprendendo le difficoltà e le complessità del mondo della F1. “Il nostro è un progetto a lungo termine. Dopo le riunioni avute da settembre scorso in poi siamo arrivati alla struttura che abbiamo oggi, ricalibrando un po’ quelle che sono le tempistiche del nostro progetto per renderlo più realistico”.
Proprio questa rivalutazione è il motivo principale per il quale, da qualche settimana, al sedile libero dell’Audi non vengono più accostati solamente nomi esperti. Sfumato il sogno Carlos Sainz, per il quale Binotto ha potuto fare ben poco viste le tempistiche, la scelta più logica e probabile sarebbe quella di Valtteri Bottas. Tuttavia, reimpostando gli obiettivi e fissandoli più avanti nel tempo, si è aperta la possibilità di puntare anche un pilota più giovane al fianco di Nico Hulkenberg, dandogli tempo anche di crescere e fare esperienza, in parallelo allo sviluppo della squadra. “Theo Pourchaire è già il nostro pilota di riserva, ed è senza dubbio nella lista, come altri” e tra questi Binotto ha confermato anche il nome lanciato in esclusiva da Formu1a.uno di Gabriel Bortoleto, con cui l’ingegnere di Losanna ha avuto più di un colloquio a Monza. “Gabriel sta facendo molto bene in F2 ed ha dimostrato di avere grande talento”. Tra i nomi papabili, confermati dall’ex Team Principal Ferrari, anche quello di Mick Schumacher, con soprattutto Toto Wolff che spinge sempre per provare a trovargli un sedile in F1, ed è un nome noto allo stesso Binotto che lo ha visto crescere nella FDA. La scelta del nome sarà valutata anche in base alla scelta degli obiettivi, mettendo sulla bilancia ciò che sarà utile nel breve-medio e lungo termine.