In F1 si è creato un fronte compatto che si sta battendo contro le nuove regole relative al budget cap previste a partire dalla stagione 2026. In quell’anno esordiranno i nuovi regolamenti tecnici e anche il tetto di spesa subirà importanti modifiche. Una di questa potrebbe favorire in particolar modo Audi, che da quell’anno renderà ufficialmente la Sauber il proprio team con base sempre a Hinwil, in Svizzera. Di conseguenza, la scuderia della casa dei quattro anelli sarà l’unica ad avere la propria sede di lavoro fuori dal Regno Unito o dall’Italia, dove operano le altre 9 scuderie.
Il “fattore di considerazione” che aiuterebbe Audi
Nel 2026 il budget cap per i team di F1 salirà dagli attuali 135 milioni di dollari (oltre 128 milioni di euro) a 215 milioni di dollari (quasi 205 milioni di euro). Un aumento importante, ma per il quale bisogna tenere in considerazione sia l’alta inflazione degli ultimi anni sia il passaggio a una nuova serie di regolamenti che per essere affrontato richiede importanti investimenti economici.
L’aspetto che fa storcere il naso ai team che non si chiamano Audi è però un altro. Si chiama “fattore di considerazione” ed è stato pensato dalla FIA per permettere a chi opera in paesi con stipendi medi più alti – dunque la Svizzera – di avere a disposizione un budget superiore per proporre contratti in linea con la propria collocazione geografica, garantendo parità di condizioni tra le squadre. Questo fattore sarà calcolato dividendo la retribuzione annuale media di un team di F1 con la retribuzione annuale media ponderata del paese in cui la scuderia ha sede. Per realizzare questo calcolo, si utilizzeranno dati economici indipendenti. Audi aveva sottolineato come, con le attuali regole sul budget cap, aveva meno spazio da spendere per lo sviluppo della monoposto a causa degli stipendi più alti del suo personale.
Komatsu spiega le ragioni dei team rivali
Alla vigilia del GP Las Vegas, sulla questione è intervenuto il team principal della Haas, Ayao Komatsu. Il manager giapponese ha spiegato così le perplessità degli altri team: “Perché un team con sede in Svizzera ha un’esenzione? Ognuno sceglie dove allestire il team. Tra Londra e Oxford e il nord dell’Inghilterra, i prezzi sono diversi. Quindi dove ci si ferma? Dove tracciare il limite? Se guardi a queste cose, devi guardare a tutti i benefici sociali e tutto il resto, anche alle persone che vivono in Svizzera, e il ragionamento può essere diverso. Ricordo che molto tempo fa ho provato ad assumere qualcuno dalla Sauber, ma questo ragazzo amava sciare, amava le montagne, quindi non voleva venire in Inghilterra“.
Komatsu ha poi spiegato come all’ultima riunione della F1 Commission sia stata evidente l’opposizione del 90% della griglia di partenza, anche se al momento la FIA non sembra voler cambiare idea: “È molto pericoloso guardare un aspetto e dire, ‘Ok, qui è più costoso’. Puoi semplicemente guardare il prezzo di una birra o qualcosa del genere e poi dire, ‘Ok, è più costoso, quindi dovremmo concedere l’esenzione’. Nella riunione della F1 Commission, abbastanza buffo, a parte Sauber tutti erano contrari. Quindi non so perché la FIA stia semplicemente spingendo per questo“.
Le ragioni della FIA per promuovere la norma
Sul tema era intervenuto Nikolas Tombazis, Direttore delle monoposto FIA, durante il weekend del GP Stati Uniti ad Austin: “Prima di tutto, dirò che in una democrazia in cui ci sono nove lupi e una pecora, penso che si possa immaginare chi sarà sul tavolo per i nove lupi. Vogliamo ovviamente avere consenso, democrazia e coinvolgimento, ma è nostra responsabilità anche cercare di essere equi. Ci è diventato chiaro che gli stipendi in alcuni paesi sono molto molto più alti, così come il costo della vita. Lo vedo io stesso, vivo a Ginevra, quando vado al supermercato ci penso. Abbiamo pensato che con un budget cap uguale, un team con sede in un paese con costi elevati come la Svizzera avrebbe finito per avere circa il 30% o addirittura il 40% in meno di persone che lavoravano sulla vettura e lo abbiamo ritenuto fondamentalmente ingiusto“.
L’ingegnere greco ha poi aggiunto: “Non si tratta solo di dati OCSE. Abbiamo prove schiaccianti e convincenti anche da ciò che i team stanno pagando ai loro aerodinamici o ai loro progettisti o ai loro operai o qualsiasi cosa e tutto ciò punta nella stessa direzione. Pertanto, penso che questa regolamentazione sia completamente equa. Dirò anche che abbiamo intenzione di migliorarla un po’ di più; abbiamo intenzione di renderla un po’ più trasparente in modo che i team che sono preoccupati che stia succedendo qualcosa, non so, di losco, ne siano convinti“.