Dopo i primi due eventi stagionali i punti di forza e debolezza delle vetture di testa sono conosciute: Red Bull sarà la favoritissima e solo l’affidabilità toglierebbe una doppietta al team di Milton Keynes nel Gp d’Australia, Aston Martin potrà seguire le orme della F1-75 (a cui somiglia moltissimo come comportamento e caratteristiche) per ottenere il terzo podio di fila in Australia, Mercedes spera di fare altri passi avanti e restare davanti a Ferrari, che non porterà ulteriori aggiornamenti dopo quelli visti a Jeddah.
Il tracciato semi-cittadino di Melbourne è piuttosto veloce dopo i cambiamenti effettuati prima della scorsa edizione, la velocità media in Qualifica è una delle più alte nel calendario ma servirà tanto carico per affrontare alcuni tratti del primo settore e l’ultimo settore. L’anno scorso Red Bull ha sofferto specialmente la domenica a causa del sottosterzo dovuto al sovrappeso, sarà essenziale avere una vettura bilanciata specialmente in vista della gara di domenica.
Gp d’Australia: si riprovano le quattro zone DRS, importante non soffrire di sottosterzo
Gli organizzatori del Gran Premio d’Australia ritenteranno di utilizzare le quattro zone DRS dopo averci provato per l’edizione del 2022: tra il venerdì e il sabato, tuttavia, la zona DRS alla fine del secondo settore è stata rimossa per motivi di sicurezza. Se vogliamo trovare quelli sfavoriti da questa decisione tra i ‘top team’, sono Mercedes e Aston Martin: la AMR23 e soprattutto la W14, come l’anno scorso, non riescono ad essere efficienti a DRS aperto, e potrebbe costare ai due motorizzati Mercedes alcuni centesimi di secondo in più sul rettilineo che porta alla velocissima chicane del terzo settore. In gara si spera che la quarta zona DRS possa facilitare i sorpassi che anche nell’ultima edizione, nonostante i cambiamenti alla pista, non sono stati tanti.
Il circuito di Albert Park prevede solamente tre curve da percorrere sotto i 150 km/h, in particolare la più lenta è la penultima curva che l’anno scorso veniva percorsa sotto i 100 km/h, anche in Qualifica è essenziale arrivare a quel punto con le gomme in una buona condizione per non perdere molto tempo sia in percorrenza che in trazione.
Ci sono altrettante curve da percorrere tra i 150 km/h e i 200 km/h, i tratti in cui la SF-23 soffre specialmente in gara: l’appuntamento di Melbourne ci darà ulteriori indicazioni sui problemi del progetto 675 di Maranello. Infine, ci sono altre tre sezioni che saranno affrontate a velocità superiori ai 200 km/h: quella più spettacolare è la rapidissima chicane all’inizio del terzo settore in cui serve tanto carico e agilità, due elementi che nel corso del weekend saranno essenziali per riuscire ad essere competitivi. Caratteristiche di cui la F1-75 abbondava, e nel risultato finale si è visto quanto fosse davanti alla competizione 12 mesi fa; quest’anno la vettura che è carica (, efficiente) e agile è la RB19.
Anche l’efficienza potrà essere utile: in tutti e quattro i rettilinei presenti sarà possibile attivare il DRS, come evidenziato prima, e viste la mancanza di dure frenate durante il giro la gestione dell’ERS sarà indispensabile. Anche la cavalleria sarà essenziale e potrà fare la differenza in particolare in Qualifica. Insomma, Melbourne è un circuito che richiede ad una vettura tutte le possibili caratteristiche: nei tre giorni potremo vedere i punti deboli di tutte le vetture inseguitrici rispetto alla RB19, che qua ha tutti gli ingredienti per dominare ancora nel corso del 58 giri della gara di domenica.
Gp d’Australia: Pirelli porta le stesse mescole di Jeddah. Cambia la soft rispetto al 2022
Diversi piloti hanno descritto l’asfalto dell’Albert Park come un’asfalto simile a quello già visto in Arabia Saudita due settimane fa, questi commenti trovano conferma nella scelta del fornitore italiano: C2, C3, C4 saranno le mescole a disposizione di team e piloti nel corso delle cinque sessioni del fine settimana. L’anno scorso Pirelli aveva messo a disposizione la C2, C3 e la C5, utilizzata solamente il sabato pomeriggio e poi scartata da tutti i team la domenica per la scarsa durata.
Quest’anno gli strateghi dovranno lavorare di più, se l’anno scorso la scelta ricadeva per ragioni ovvie sulla sosta singola da media (C3) a dura (C2), quest’anno ci saranno diverse alternative, pur restando sul singolo pit stop per via della difficoltà nel compiere sorpassi, dettata dalle caratteristiche del circuito ma anche dalle caratteristiche delle nuove vetture 2023 rispetto a quelle dell’anno scorso. Le opzioni tra morbida, media e dura saranno varie e molto dipenderà dall’abilità delle vetture di far lavorare bene, e a lungo, la mescola che montano.
Le temperature varieranno tra i 14 e i 17°C nelle sessioni, tuttavia c’è un rischio di pioggia tra il pomeriggio e la sera di domani. Mario Isola ha sottolineato nell’anteprima del fine settimana che “si prevede un alto grado di evoluzione della pista per tutto il fine settimana”, e in caso di precipitazioni dopo le prime due sessioni la pista farebbe un gran passo indietro dal punto di vista del grip e ciò potrebbe svantaggiare determinate scelte di assetto fatte dopo le prime due prove libere.
Aggiornamenti Australia: Ferrari non porta aggiornamenti ma c’è il fondo provato a Jeddah, Alfa Romeo prova a raggiungere Alpine
In Arabia Saudita avevamo già visto alcuni piccoli aggiornamenti, in Australia vedremo una situazione simile: in casa Ferrari non sono previsti ulteriori pezzi sulla carente SF-23, ma c’è il fondo testato il venerdì di Jeddah, che verrà riprovato nelle libere di domani e che, se in Arabia era già previsto di toglierlo dopo le FP, qui c’è fiducia di poterlo mantenere tutto il fine settimana.
Alfa Romeo non ha ottenuto il risultato che sperava a Jeddah, ma ci sono stati alcuni segnali positivi da parte della C43 che promettono bene in vista del Gp d’Australia. Il punto debole della C43 al momento è la scarsa efficienza aerodinamica, in rettilineo non riesce ad avvicinarsi alle velocità di Haas e Ferrari, che dall’altra parte hanno troppo poco carico a disposizione. La scuderia di Hinwil avrà alcuni aggiornamenti che avranno il compito di far avvicinare le prestazioni della vettura a quelle di Alpine, che si è dimostrata qualche decimo più veloce dell’Alfa Romeo nei primi appuntamenti.
Più indietro anche Alpha Tauri e Williams introdurranno dei nuove componenti sulle loro vetture, sia alla AT04 che alla FW45 mancano diversi decimi di prestazione per raggiungere le vetture che al momento lottano per la zona punti. Si è parlato molto dello sfogo di Franz Tost a Jeddah, la monoposto nata a Faenza ha troppo drag rispetto al carico che riesce a generare: Yuki Tsunoda, autore di un buon inizio di stagione nel suo terzo anno con la squadra, ha sottolineato che gli aggiornamenti sono di tipo aerodinamico.
Dopo Aston, Williams è la squadra che rispetto alla fine dell’anno scorso ha fatto il passo avanti più grande, ma non basta: ad Albon e Sargeant servirà di più per poter lottare e di conseguenza entrare in zona punti con costanza.
Autore: Andrea Vergani
Co Autori: Piergiuseppe Donadoni e Giuliano Duchessa