Dopo un inizio molto complicato, l’Alpine sta provando a risalire dal fondo della classifica. A Miami è arrivato il primo punto stagionale che ha permesso al team francese di scalare due posizioni, lasciando Williams e Stake F1 Team a quota zero. Questo è solamente l’inizio di un processo che dovrà rimettere in corsa l’ex Renault, che puntava ad avvicinarsi ai team di vertice ed invece si ritrova a dover nuovamente inseguire e recuperare in gap importante. “Non si può essere contenti di aver fatto il primo punto alla sesta gara, ma siamo in un trend positivo” ha commentato il Team Principal, Bruno Famin, parlando con alcuni media selezionati, tra cui formu1a.uno, nel paddock di Imola. Le notizie buone per la squadra di Enstone arrivano anche dal mercato, con il recente arrivo di David Sanchez, nel ruolo di Executive Techincal Director.
Bruno Famin spiega la struttura organizzativa Alpine per il rilancio in questa stagione
Il colpo dell’ingegnere spagnolo è arrivato un po’ a sorpresa, dopo il clamoroso addio alla McLaren dopo pochissimi mesi. Dopo aver lasciato la Ferrari l’ex “Veichle Perfomance Engineer” di Maranello era approdato a Woking con la speranza di ricoprire un ruolo di primo piano. Andrea Stella però, insieme a Zak Brown, ha varato un organigramma che ha diviso la figura del direttore tecnico in tre, suddividendo le responsabilità tra l’ex Ferrari, Peter Prodromu e Rob Marshall giunto da Red Bull. Come detto nel comunicato, il ruolo pattuito non è stato quello che poi si è trovato a svolgere e così Sanchez ha deciso di lasciare, trovando subito collocazione – con mansioni e poteri a lui graditi – al vertice della struttura tecnica di Enstone “Ho saputo di Sanchez dalla stampa. A volte capitano queste situazioni, non è fortuna, ma bisogna saperle cogliere” ha commentato Famin. “Abbiamo una struttura più orizzontale che rende più efficiente i nostri processi, ma era stato fin da subito chiaro con i nostri 3 direttori che sarebbero arrivato qualcuno sopra di loro. David (Sanchez) è arrivato da una settimana e sono fiducioso darà una spinta interessante alla squadra”.
A Miami si sono visti i primi risultati di questa organizzazione orizzontale, che nell’ultimo periodo ha dovuto dire addio prima a Pat Fry, ora in Williams, e poi a Dirk de Beer e al direttore tecnico, Matt Harmann. L’Alpine ha iniziato la stagione 2024 in difesa con una vettura deficitaria in carico aerodinamico, specialmente posteriore, ma soprattutto in sovrappeso. Al settimo round ora la A524 è già vicina a raggiungere il peso minimo grazie ad interventi che sono stati fatti nelle ultime gare, con un nuovo telaio, ala anteriore e fondo che hanno provveduto a togliere circa 4kg, con un guadagno diretto di circa 2 decimi più i benefici indiretti su operatività e setup della monoposto. Il team punta ad un ulteriore step nel corso della stagione, così da poter anche utilizzare della zavorra per migliorare il bilanciamento pesi della macchina. “David non ci sta dicendo nulla che già non sappiamo. Ci sono delle cose buone e punti molto deboli, ma ci sono anche brave persone. Lui ha un occhio molto preciso e ci aiuterà a risolvere più velocemente i nostri problemi. C’è un ampio margine di miglioramento”
Il primo punto è arrivato ed ora l’Alpine ha come obiettivo di lottare più costantemente per la zona punti. I posti rimangono limitati poiché i tre top team continuano ad essere davanti a tutti (Red Bull, Ferrari e McLaren) e dietro Aston Martin e Mercedes stanno cercando di risolvere i loro problemi e spingersi più avanti. Il midfield composto da Racing Bulls, Haas, appunto Alpine, Williams e Stake F1 Team è molto compatto; la differenza spesso è nell’arco di un decimo al giro. Come ha detto anche il team principal di Racing Bulls, Laurent Mekies, puoi passare facilmente dalla zona punti alle ultime posizioni. Per questo saranno importanti anche gli sviluppi. Dopo aver ridotto il peso, Alpine può ora focalizzarsi su guadagni prestazionali da trovare, raccogliendo quanto di positivo sta arrivando dalla pista “La tendenza è in miglioramento, ma siamo ancora lontani da dove vorremmo essere Miami è stato un po’ il simbolo dei nostri miglioramenti. Le cose non cambiano da un giorno all’altro, ci vuole tempo. L’arrivo di David ci aiuterà, anche lui ci ha confermato il nostro potenziale ma sappiamo anche la strada che dobbiamo seguire e questo è importante”