Il movimentato GP Qatar ha concesso all’Aston Martin l’occasione di interrompere un’astinenza dai punti che durava ormai dal GP Singapore. A cogliere l’occasione è stato ovviamente Fernando Alonso, che ha chiuso in settima posizione nonostante le lamentele per una power unit che ha “da due anni lo stesso ca**o di problema“, come lui stesso ha detto sfogandosi via radio durante la gara. Il due volte iridato, soddisfatto per i punti conquistati, ha poi spiegato ai media il motivo della sua rabbia.
Alonso: “Bisogna dar credito alla squadra”
Parlando del ritorno a punti dopo cinque gare, Alonso si è detto soddisfatto di aver colto l’occasione in Qatar: “Un grande risultato, la verità è che da Singapore non prendevamo punti e sognavamo di fare nono, decimo. Eppure siamo arrivati settimi in una gara in cui si è presentata l’occasione: abbiamo abbiamo avuto qualche ritiro, qualche Safety Car, la penalità di Norris. Tutto questo apre sempre delle opportunità e noi eravamo lì per coglierle, sono felice per la squadra“.
Lo spagnolo ha poi voluto complimentarsi per il lavoro svolto dall’Aston Martin nel weekend caratterizzato dal format Sprint: “Bisogna dare credito alla squadra, ha avuto un buon fine settimana: ha migliorato la macchina dalla Sprint alla qualifica, ha avuto una buona strategia, non si è arresa in queste gare in cui la monoposto non andava veloce. Dobbiamo congratularci con la squadra quando non getta la spugna. Vediamo se riusciremo a fare un’altra grande gara ad Abu Dhabi“.
Il problema della power unit che continua a ripresentarsi
Alonso ha poi affrontato l’argomento del problema della power unit di cui si è lamentato nel corso della gara, in un team radio prontamente diffuso in mondovisione dalla regia tv internazionale. L’Aston Martin dello spagnolo ha dimostrato una buona velocità in rettilineo durante il gran premio, motivo per cui a prima vista non era ben chiaro il motivo dell’arrabbiatura del due volte iridato.
Alonso ha spiegato: “Sappiamo cosa succede, penso che succeda dall’anno scorso nei primi giri di gara o dopo la Safety Car. Credo che la macchina sia confusa e pensi di essere ancora dietro la Safety Car, anche se tu hai già cambiato i settaggi e quando acceleri o c’è la bandiera verde non hai la parte elettrica. Poi ovviamente sei in un gruppo di auto e non hai i 160 CV di potenza nei primi secondi di accelerazione e questo ti rende vulnerabile. Conosciamo il problema, pensavamo fosse risolto, ma oggi l’abbiamo avuto di nuovo perché nella prima ripartenza ho perso due o tre posizioni. Senza la Safety Car le avrei perse definitivamente e mi sarei arrabbiato moltissimo“.
A metterci una pezza è stata la strategia, con l’Aston Martin che ha richiamato Alonso quando è uscita la Safety Car per i detriti in pista per montargli un set di gomme Medie: “La verità è che me l’hanno chiesto nell’ultimo settore e a me sembrava molto rischioso fermarmi di nuovo e perdere posizioni, perché è un circuito in cui il sorpasso è difficile. La squadra aveva le idee più chiare, se fosse stato per me probabilmente non mi sarei fermato” ha ammesso lo spagnolo.
L’Aston Martin perdona lo sfogo di Alonso
Il buon risultato finale ha fatto passare in secondo piano il team radio rabbioso di Alonso che ha riportato alla memoria, seppur con toni meno denigranti, il celebre “GP2 engine” rivolto alla Honda nel GP Giappone 2015.
Il team principal dell’Aston Martin, Mike Krack, ha dichiarato: “Non dobbiamo dimenticare che siamo esseri umani che lottano per tutto e cercano di dare il massimo. A volte dobbiamo permettere commenti in cui viene espressa questa frustrazione. Non dobbiamo giudicarlo eccessivamente. È attraente per lo spettatore vedere quell’emozione, tutti noi vogliamo vedere le emozioni umane e se le abbiamo dobbiamo farle trasparire. Soprattutto se poi riusciamo a concludere con un sorriso…“.