A Suzuka, la Mercedes non è riuscita a esprimere completamente il passo che aveva in gara. Una circostanza influenzata dalle qualifiche, che hanno determinato gran parte delle posizioni di arrivo al traguardo. In ogni caso, a Brackley c’è soddisfazione per la bontà della W16, che ha mostrato il proprio potenziale in quasi tutte le condizioni e su diversi tracciati, confermando il grande lavoro svolto durante l’inverno. Un altro aspetto positivo da sottolineare, mentre si vola verso il Bahrain, è il progresso di Kimi Antonelli durante il corso del weekend. Il direttore tecnico delle Frecce d’argento, James Allison, fornisce un quadro complessivo del weekend di Suzuka, con uno sguardo rivolto anche verso Sakhir.
Allison sulla qualifica a Suzuka: “Era fondamentale trovare un compromesso tra i settori su una pista riasfaltata parzialmente”
“Nel team percepisco sensazioni positive. Tuttavia, non siamo ancora dove vorremmo essere: le McLaren sono più veloci, mentre la Red Bull è simile a noi. In ogni caso, abbiamo quasi il triplo dei punti che avevamo la scorsa stagione dopo tre gare. È sicuramente un passo avanti”, ha commentato Allison. Nel tentativo di avvicinarsi alla pole position, George Russell ha sperimentato ogni possibile opzione nel Q3 per cercare di conquistare almeno una prima fila. Infatti, a Suzuka è fondamentale bilanciare nel corso del giro le temperature degli pneumatici, “scegliendo” parzialmente quale parte della pista sacrificare: “Questo weekend hanno riasfaltato il primo settore, il che ha mostrato notevoli miglioramenti in termini cronometrici. La difficoltà con un nuovo asfalto, essendo liscio, è che è più complicato scaldare le gomme fino a raggiungere il grip ideale. Mentre, quando arrivavamo verso l’ultimo settore, dove l’asfalto è ruvido, gli pneumatici si surriscaldavano molto. Quindi il pilota deve trovare il giusto compromesso per non surriscaldare l’ultimo tratto, ma essere comunque competitivo nel primo.” L’ex ingegnere della Ferrari ha spiegato le cause dell’errore nell’ultimo tentativo di Russell, evidenziando l’importanza dell’out lap: “Per il suo ultimo tentativo, abbiamo optato per un inizio giro più cauto. Però, George ha deciso comunque di spingere come nel tentativo precedente, ma la gomma non era pronta per quella velocità e, quindi, abbiamo perso del tempo in curva 2. In ogni caso, non era la strategia migliore, perché se si osserva Verstappen, che ha scaldato prepotentemente le gomme nell’ultimo settore dell’out lap, ha potuto attaccare subito dalle prime curve.”
Allison sulla gara: “la sosta anticipata di Russell é una conseguenza dei primi giri”
Di conseguenza, Russell è scattato dalla terza fila, in quinta posizione, dietro anche alla Ferrari di Charles Leclerc. I piloti davanti all’ex pilota Williams erano sulla stessa strategia con gomma media, il che ha reso ancora più complicata una gara volta all’attacco, considerando anche le poche zone di sorpasso. Russell ha poi scatenato il ‘valzer’ dei pit stop, fermandosi per primo tra il gruppo di testa. La sosta anticipata, come spiega Allison, è stata una conseguenza dei primi giri, in cui Russell ha spinto cin l’intento di scardinare la rossa del monegasco: “Era una conseguenza di quello che è accaduto nei primi giri: George era piuttosto veloce e vedeva Leclerc, che davanti scivolava e commetteva qualche errore. Anche se sapeva che sorpassare sarebbe stato difficile, ha pensato di mettere la Ferrari sotto pressione, dato che era al limite, così da indurre l’errore.” Una scelta che di principio era anche corretta, ma che poi si è rivelata fallace: “Era una buona idea, ma se poi non viene portata a termine, paghi le conseguenze di un inseguimento molto ravvicinato, surriscaldando così le tue gomme. Negli ultimi giri con le medie stavamo infatti perdendo terreno dalle auto davanti, quindi abbiamo optato per la sosta anticipata.”
Allison: “Suzuka ha certificato la crescita di Antonelli”
Il weekend del Giappone è stato un weekend da incorniciare per Kimi Antonelli. Il bolognese ha saputo infatti reagire dopo aver svolto delle prove libere non affatto ottimali. Kimi era ‘disperso’ – come ha dichiarato lui stesso – nel giro secco dopo le FP3, e per questo è arrivato in qualifica a occhi chiusi. Tuttavia, il giovane italiano è riuscito a conquistare la sesta posizione dopo un ultimo tentativo molto consistente, con solo due decimi di distacco dal proprio compagno di squadra. In gara è stato il pilota dei top team ad aver esteso più a lungo lo stint sulle medie, certificando la costanza nei long run e l’ottima gestione della gomma. Antonelli ha quindi potuto montare le gomme hard diversi giri più tardi, sfruttando l’offset di usura rispetto agli altri negli ultimi giri, rosicando giro dopo giro diversi decimi al compagno di squadra, chiudendo un gap di addirittura 9 secondi. In questi giri, Kimi ha effettuato anche il giro veloce, nonché il record della pista in gara. Record che, secondo Allison, sono meno importanti rispetto alla crescita che ha mostrato il ragazzo, il vero punto da cui partire per il Bahrain: “I record sono belli, ma lui é consapevole che queste cose sono una conseguenza del fatto che aveva esteso il primo stint e quindi aveva gomme più fresche degli altri. La cosa che realmente dovrebbe esaltarlo è la prestazione globale in un circuito molto tecnico come questo, in cui si è qualificato appena dietro al compagno di squadra e poi, in gara, ha fatto un passo ancora in avanti, facendo durare le sue gomme più di chiunque altro nel primo stint. In particolare, gli ultimi giri sulle medie erano sui tempi delle vetture più veloci. E poi, alla fine, arrivare negli scarichi di George dimostra come lui fosse al suo livello, il che, per un diciottenne, non è un risultato da poco. Questo è quello che noi e Kimi ci porteremo a casa dal weekend giapponese.”
Allison sul risultato in gara: “Era difficile far meglio vedendo i pochi sorpassi su questa pista”
A Brackley, realisticamente, non si aspettavano di finire sul podio dopo la terza fila ottenuta con entrambe le vetture in qualifica. Lo scenario che avrebbe potuto mischiare le carte in tavola era la pioggia, la quale però non si è manifestata in gara. Secondo Allison, l’ipotetico arrivo della pioggia avrebbe potuto evidenziare le abilità di adattamento di team e piloti, mascherando le prestazioni della vettura: “Finire 5°-6° era lo scenario più probabile che avevamo previsto dopo le qualifiche. Se fosse arrivata la pioggia, le prestazioni delle vetture sarebbero state meno marcate, quindi quello che fa la differenza sarebbe stata la velocità di adattamento dei piloti e anche del team nell’intraprendere la strategia corretta. In questo caso, non dipende molto dalla prestazione della vettura, che nel nostro caso, sull’asciutto, è più lenta di 1-2 decimi.” Una dichiarazione che fa riflettere e che può scatenare un dibattito in merito. Infatti, in un’intervista del 2024, l’ex pilota della Ferrari Carlos Sainz aveva dichiarato che la pioggia amplifica in realtà le differenze tra le vetture: “Ormai tutti i piloti sono bravi sul bagnato: le differenze tra le vetture sono ancora più marcate, perché si spende più tempo in curva e ne giova chi dispone di più downforce e chi capisce meglio come giocare con le pressioni delle gomme.”
il direttore tecnico Mercedes: “ecco le differenze tra la W15 e la W16”
Il direttore tecnico del team di Brackley ha poi analizzato le differenze tra la vettura dell’anno scorso, la W15, e la W16 della stagione corrente. Una vettura che ora è più facile da prevedere e da guidare per i piloti, in quanto è meno sensibile a fattori esterni ed è più facile da settare: “Quest’anno abbiamo già testato varie condizioni, bagnato in Australia e gare calde e fredde, vento frontale, vento in coda, e abbiamo visto che la W16 si è sempre comportata bene, il che significa che possiamo estrarre più facilmente il potenziale e alzare l’asticella con gli aggiornamenti futuri.”
La W15 era infatti estremamente dipendente dalla temperatura dell’asfalto e anche dalla direzionalità del vento, il che comportava un cambio di set-up radicale sessione dopo sessione: “La problematica principale della W15 era il sottosterzo nelle curve lente, che era il risultato di uno sfasamento tra le temperature delle gomme anteriori e quelle posteriori e altri fattori. Questo la rendeva molto incostante da una sessione all’altra, in base alle variazioni di temperatura dell’asfalto e alla direzionalità del vento.”
Allison: “Bahrain pista provante sugli pneumatici”
Ponendo uno sguardo verso il prossimo weekend del Bahrain, Allison si aspetta un gran premio molto impegnativo per quanto riguarda il degrado termico degli pneumatici. Infatti, il circuito di Sakhir è noto per essere ‘rear limited’ e surriscaldare quindi in maniera preponderante le gomme posteriori, a cui si aggiunge anche una temperatura elevata. Anche l’asfalto avrà un ruolo importante, molto più anziano rispetto a quello incontrato a Suzuka: “Ci aspettiamo sicuramente che il degrado sarà maggiore per tutti, perché l’asfalto è molto abrasivo, quindi microlesiona gli pneumatici, ed è anche vecchio, poiché è da diverso tempo che non è soggetto a riasfaltatura, il che causa surriscaldamento. Sarà un weekend di gestione delle temperature delle gomme posteriori e anteriori. Penso che McLaren abbia un vantaggio anche in questo tipo di situazione rispetto agli altri. Tuttavia, credo che, confrontandoci con Red Bull e Ferrari, ci giocheremo il podio o anche posizioni migliori, se le McLaren commetteranno errori.”