Cadillac, l’esordio si avvicina: il programma dei test e la collaborazione con Ferrari

Set 26, 2025

Chiara Scaccabarozzi

Il conto alla rovescia è iniziato: tra sei mesi Cadillac esordirà ufficialmente come 11° team in Formula 1. La scuderia sostenuta dalla General Motors è stata chiamata a una corsa contro il tempo per riuscire ad avere tutto pronto cominciando da zero: a capo di questa impresa c’è una persona che vanta esperienze di questo tipo nel Motorsport. Graeme Lowdon, infatti, ha già sperimentato la guida della scuderia Marussia/Manor e ha lavorato nel team dirigenziale di Zhou Guanyu. Il team principal britannico racconta al podcast della Formula 1 Beyond the Grid il percorso che Cadillac ha intrapreso per poter arrivare preparata in Australia, dalla scelta di Perez e Bottas, piloti d’esperienza, a quella di produrre in casa la maggior parte delle componenti, affidandosi alla Ferrari solamente per la power unit e per gli interni del cambio.

UNA NUOVA SFIDA

Ci sono tante sfide. Portare un nuovo team in F1 comporta inevitabilmente molti problemi, ma sono “problemi di lusso” rispetto al periodo in cui non sapevamo nemmeno se avremmo avuto l’ingresso in griglia”: è così che è iniziata l’avventura di Graeme Lowdon in Cadillac, che ha ricevuto il via libera per poter correre in Formula 1 soltanto sei mesi fa. Nonostante le tante incognite, il team statunitense è al passo coi tempi per poter arrivare in Australia preparato al meglio per l’esordio assoluto: “Siamo in orario”, conferma il team principal, “Quando abbiamo avuto la conferma dell’ingresso a marzo, abbiamo installato dei countdown ovunque nei nostri uffici che segnano i giorni alla prima accensione della vettura e al primo GP. Sono ben consapevole del tempo che ci resta. Costruire un team di Formula 1 completamente professionale in così poco tempo è una vera sfida.

Cadillac General Motors

Tutto il team Cadillac non si è lasciato intimorire dalla sfida ed ecco che, dopo aver superato il crash test della FIA con un prototipo di telaio, arrivano le prime produzioni per le monoposto da gara: “Siamo nei tempi. Stiamo costruendo i primi due telai da gara”, svela Lowdon, “Avevamo già costruito un prototipo, usato per tutti i test di omologazione FIA. Probabilmente siamo stati i primi a farlo, visto che gli altri team imparano da anni precedenti. Ora stiamo costruendo i telai da gara veri e propri”. A dimostrazione delle ambizioni del team statunitense in Formula 1, c’è la volontà di produrre la maggior parte delle componenti in casa, a Indianapolis. Tuttavia, per i primi anni nella categoria, hanno scelto di affidarsi alla Ferrari, da cui “Prenderemo solo la power unit e componenti interni del cambio. L’involucro del cambio lo costruiamo noi, così come tutta la sospensione. È diverso dagli accordi che Ferrari ha con altri team. Sarebbe più facile prendere più componenti, ma la nostra ambizione è illimitata, quindi vogliamo fare le cose in casa. Vogliamo essere un team costruttore fin dall’inizio, non solo clienti”. Per la produzione, invece, “Ci affidiamo a fornitori della filiera comune a molti team. Ad esempio, quasi tutti comprano i radiatori dallo stesso produttore. Ma il progetto della vettura è tutto nostro — serve per avere la proprietà intellettuale, come richiesto dal regolamento. Prima ci siamo concentrati sul design, ora sulla capacità produttiva.”

In Formula 1 sono i dettagli a fare la differenza, non solo per i piloti che scendono in pista ma anche per i meccanici ai box. Per consolidar il rapporto tra loro e per oliare i meccanismi di gara, la Cadillac farà un programma di test TPC nella seconda metà di quest’anno. “Quel tipo di testing non serve a innovare l’auto, ma a dare modo ai meccanici di riabituarsi al contatto diretto con una vettura dal vivo, a recuperare la memoria muscolare, le procedure, anche il lavoro in team. Non importa che l’auto sia di F1 di ultima generazione, o che sia un’auto “vecchia”, l’importante è che dia l’opportunità di far funzionare le cose: comunicazione radio, protocolli, il modo in cui si fanno i pit stop, il modo in cui si allestisce un garage, eccetera. Non vogliamo arrivare a Melbourne con cose mai provate: tutto dev’essere già rodato”. In programma anche uno shakedown prima dei test ufficiali di inizio stagione, dove si potrà finalmente ammirare la monoposto targata Cadillac in pista: “A gennaio faremo una giornata di filmati promozionali. Sarà la prima volta che la Cadillac F1 girerà su pista. Sarà un momento speciale. Siamo orgogliosi di rappresentare Cadillac: saranno auto rarissime, fatte a mano, e non vediamo l’ora di vederle correre”. Inoltre, per la prossima stagione, il team può sfruttare un punto a suo favore: Ovviamente uno dei vantaggi che avremo nel 2026 è che, a differenza di un normale campionato in cui ci sono solo tre giorni di test, ci sarà un test iniziale a Barcellona e poi due test aggiuntivi in ​​Bahrain. Avremo tre volte il numero di test, il che aiuterà anche i piloti a mettersi al passo.”

LA SCELTA DI BOTTAS E PEREZ

In una Formula 1 dove stanno esordendo sempre più rookie, la scelta di puntare su piloti d’esperienza come Bottas e Perez può sembrare strana, soprattutto se si pensa che entrambi non corrono più. Le motivazioni dietro tale decisione possono leggersi nel fatto che Cadillac sarà nuova nel settore e ha quindi obiettivi diversi rispetto ad altri team più longevi. “Abbiamo stilato una lista di tutte le caratteristiche di cui ha bisogno questo team. Sono molto diverse da quelle che servono a esempio a Mercedes, o Ferrari, o ad altri team”, spiega sempre Lowdon, “E comunque ogni squadra è un po’ diversa. Ma il fatto che stiamo portando tutto in Formula 1 quest’anno ha voluto dire che le nostre esigenze sono davvero fuori standard rispetto a molte di quelle che hanno altri team. Questa è stata una fortuna per noi, perché questi due piloti corrispondono perfettamente al profilo che cercavamo, e non sono in altri team, quindi è una coincidenza favorevole per noi”.

Bottas Perez Cadillac

In un team che deve imparare a stare in Formula 1, l’esperienza dei due piloti può aiutare a gestire non solo i rapporti con i media, ma può essere utile nello sviluppo della monoposto a stagione in corso e quando sorgono problemi. “Guardando a quelle caratteristiche, devono essere veloci. Questi ragazzi lo sono: tra loro hanno vinto 16 gare e 106 podi, sanno guidare macchine da corsa. Ci sono molti giovani che vogliono entrare in F1 che sono veloci, ma questi due hanno anche una grande esperienza in altri team. Capiscono cosa funziona e cosa no. Non abbiamo bisogno di spiegare loro come si comporta la stampa o i media.  Fondamentalmente capiscono cosa serve per fare in modo che un team vada bene insieme, che sia coeso. E questo per un rookie è una sfida enorme: magari viene da F2 o F3 dove si lavora con una dozzina di persone, ma in F1 ci sono mille persone e sei tu il punto focale, sei tu che sei in TV, che racconti il tutto, che guidi. Avere persone che hanno già vissuto queste cose è molto prezioso.”

Oltre a Bottas e Perez, è stato anche annunciato Colton Herta come pilota di riserva. “Mi piace molto Colton, il suo approccio è da vero racer. Alcuni pensano che passare da vincere in un campionato a fare il tester sia un passo indietro, ma dimostra fiducia nei propri mezzi. Sì, è americano, e questo è un vantaggio per noi, essendo un team americano. Ma l’abbiamo scelto per merito. L’accoglienza del pubblico è stata fantastica.”

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