Sainz su Hamilton: “Queste vetture richiedono uno stile di guida specifico”

Mattia Barzaghi
02/05/2025

La Williams arriva a Miami forte dei sei punti conquistati a Jeddah, grazie a un ottimo lavoro di squadra: Carlos Sainz, ottavo, ha preceduto il compagno Alexander Albon, nono. Nel media day in Florida, lo spagnolo ha mostrato entusiasmo per il weekend americano e ha provato a spiegare le difficoltà di adattamento di Lewis Hamilton alla Ferrari.

Sainz: “a Jeddah abbiamo finalmente messo tutto insieme”

Durante l’ultimo weekend in Arabia Saudita, Sainz è stato il più veloce in qualifica tra i team di metà classifica, confermando le buone prestazioni della FW47 sui circuiti veloci. Anche in gara il trend si è confermato, con una corsa solida e solitaria fino a quando il team non gli ha chiesto di rallentare per fornire il DRS ad Albon. Il thailandese è così riuscito a difendere il nono posto da Hadjar, particolarmente aggressivo alle sue spalle: “Sento che l’Arabia Saudita è stato il primo weekend in cui abbiamo messo insieme tutto. È stato un peccato che nessuno dei primi sette-otto abbia commesso errori, quindi ci siamo portati a casa solo quattro punti. Negli ultimi due-tre weekend siamo stati veloci fin da subito.”

Verso Miami: “affrontiamo il weekend sprint con fiducia”

Guardando a Miami, Sainz ritiene che il circuito possa rivelarsi favorevole per il team di Grove. La sua fiducia traspare chiaramente dalle dichiarazioni, rafforzate dai recenti risultati positivi: “Ora che ci dirigiamo a Miami per la prima gara negli Stati Uniti del calendario, sarà la mia prima gara americana con un team di proprietà statunitense, quindi sarà sicuramente un evento importante. È anche il secondo weekend Sprint del calendario, quindi siamo impazienti di avere più opportunità per fare punti, nonostante il tempo ridotto nelle prove libere. Abbiamo una macchina da gara competitiva e cercheremo di massimizzare la performance costruita negli ultimi weekend. Non vedo l’ora di affrontare il weekend! Vamos.”

Sulle difficoltà di adattamento di Hamilton con la SF-25: “con queste vetture è necessario adattarsi ad uno specifico stile di guida”

La stagione 2025 di Formula Uno ha visto ben otto team su dieci cambiare almeno un pilota. In questo contesto, adattarsi velocemente alla nuova monoposto può essere decisivo per raccogliere punti nelle prime gare della stagione. In tal senso, Carlos Sainz ha impiegato circa tre weekend per raggiungere il livello del compagno Albon. A Sakhir e a Jeddah, infatti, lo spagnolo è apparso già molto in sintonia con la FW47, come dimostrano i risultati ottenuti in qualifica e gara. Un adattamento, invece, che finora è emerso solo a tratti per Lewis Hamilton. Dopo diciotto anni alla guida di monoposto motorizzate Mercedes, Hamilton si è lanciato in un’avventura completamente diversa da quelle vissute a Woking o Brackley. Regione geografica, lingua, filosofia di lavoro, power unit, cambio, trasmissione, freni (Brembo anziché Carbon Industries): sono solo alcuni degli aspetti profondamente differenti con cui l’inglese ha dovuto confrontarsi sin da gennaio.

Va inoltre ricordato che, già dal 2022, Hamilton ha faticato ad adattarsi alle monoposto a effetto suolo, salvo rare eccezioni. Su questo punto, Sainz ha offerto una spiegazione chiara riguardo allo stile di guida richiesto da queste vetture: “Non ci sono segreti in questo sport, e quando corri contro due compagni di squadra come Charles [Leclerc] e Alex [Albon], che conoscono la squadra a fondo e stanno già tirando fuori il massimo dalla macchina, puoi essere solo un po’ meglio di loro, o al loro livello. Non puoi arrivare e andare due o tre volte più veloce, perché non è possibile. Loro sono già al limite della macchina. Oggi sembra che tu debba guidare queste macchine in un modo molto specifico per essere veloce”. Al contrario, secondo lo spagnolo nello scorso ciclo regolamentare era più facile arrivare al limite della vettura con più stili differenti: “Nel 2021, sentivo che potevi arrivare con due o tre stili di guida diversi e ottenere più o meno lo stesso tempo sul giro, perché la macchina ti permetteva di spingere il limite in modi differenti. Più guido questa generazione di monoposto e più analizzo i dati, più mi rendo conto che devi adottare un certo stile di guida. Se non guidi in quel modo, non sarai mai veloce.”

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