Il lavoro in prospettiva futura che si trova a dover affrontare ogni anno Pirelli, fornitore ufficiale di pneumatici per la F1, nasconde numerose insidie. Garantire gomme con un determinato grado di degrado, che permetta di evitare gran premi in cui la sosta unica è la sola strategia possibile, e con una determinata differenza di prestazione tra mescola e mescola è un’impresa di per sé già complicata, ma la cui difficoltà aumenta esponenzialmente se si pensa che la casa milanese deve sviluppare questi pneumatici senza conoscere esattamente quali saranno le prestazioni delle monoposto nei successivi 12 mesi.
Isola: “Possiamo fare affidamento solo sulle simulazioni che riceviamo dai team”
A volte neppure i team riescono a prevedere con esattezza quanto progrediranno le vetture nel corso di una stagione. Qualcosa di simile è successo ad esempio nel 2023, con le monoposto che già nel GP Australia disputato a inizio aprile avevano praticamente raggiunto le prestazioni inizialmente attese per fine campionato.
A fare il punto su questa problematica è stato Mario Isola, direttore di Pirelli Motorsport: “Possiamo semplicemente fare affidamento sulle simulazioni che riceviamo dai team. Abbiamo chiesto la simulazione delle prestazioni previste alla fine dell’anno successivo. Quindi, all’inizio di dicembre, ci hanno caricato una simulazione su sei tracciati rappresentativi con prestazioni stimate alla fine della stagione, così possiamo capire il livello di carico, l’aumento di esso e così via. Se, come l’anno scorso, queste simulazioni non sono accurate, allora non voglio dire che ci sia un problema ma dobbiamo considerare che quando progettiamo un nuovo pneumatico, lo facciamo tenendo a mente le prestazioni alla fine della stagione, perché sappiamo che non possiamo cambiarle durante la stagione. L’anno scorso a Melbourne, eravamo già più o meno al minimo stimato per la fine della stagione“.
Questo rischio non dovrebbe ripresentarsi nella prossima stagione, dato che si tratterà di un’annata che precede l’introduzione di un nuovo regolamento tecnico. I team sposteranno presto risorse e attenzioni sullo sviluppo della monoposto 2026: “Credo che l’anno prossimo non ci sia alcun incentivo a spingere troppo sullo sviluppo delle auto 2025 dato che i team sono già super impegnati nella progettazione per il 2026 – ha detto a riguardo Isola – Anche la simulazione che abbiamo ricevuto da loro ci dice che c’è un tasso di sviluppo, ma non è alto come l’anno scorso, per esempio“.
Il problema del riscaldamento delle gomme
Uno dei temi più importanti per i team, e quest’anno lo abbiamo visto spesso soprattutto con la Ferrari SF-24, è quello del corretto riscaldamento delle gomme. Per il 2025, Isola ha dichiarato: “Abbiamo cercato di spostare un po’ più in alto il range di lavoro, perché durante la stagione anche in condizioni di freddo non abbiamo mai avuto problemi con il riscaldamento. Escludiamo da questa fase Las Vegas, che con 7-8 gradi è un po’ diversa dalle altre gare.”
Il direttore di Pirelli Motorsport ha poi analizzato quali sono le difficoltà per i team: “A volte ciò che è difficile è bilanciare l’anteriore e il posteriore. Vuoi proteggere il posteriore per avere una buona trazione e devi mettere un po’ di energia sull’anteriore. Il lavoro difficile per gli ingegneri è bilanciare i due assi, ma questo è collegato al circuito, specialmente al layout, a quanta energia metti nello pneumatico su quel tracciato specifico. Quindi non è un comportamento generale degli pneumatici. È fondamentalmente la stessa cosa ogni anno, ma vedi i team che trovano ancora gradi di deportanza“.
Le sfide per il 2026
Con l’introduzione del nuovo regolamento F1 2026, Pirelli dovrà affrontare nuove sfide. Le gomme, infatti, pur rimanendo da 18 pollici come avviene ormai dal 2022 si ridurranno di larghezza: 25 mm in meno all’anteriore, 30 mm in meno al posteriore.
Isola ha spiegato cosa cambierà nella creazione degli pneumatici: “La resistenza meccanica della mescola per noi è importante per il 2026 perché non è ancora chiaro al 100%, quali saranno le prestazioni delle auto del 2026. Ma, di sicuro, gli pneumatici saranno più piccoli, quindi abbiamo bisogno di mescole con una migliore resistenza meccanica perché stressi la mescola più di adesso”.
Come accaduto anche in passato, le prime monoposto di un nuovo regolamento tecnico potrebbero essere più lente delle precedenti, ma il tasso di crescita delle prestazioni riporterà rapidamente la situazione al livello precedente: “Dipende da dove si troveranno le auto ma, anche se iniziassimo con monoposto che sono più lente rispetto alle attuali, in un anno, un anno e mezzo, torneremo a una situazione con molte più prestazioni” ha concluso Isola.